Davide Colombo, Il Sole 24 Ore 10/7/2014, 10 luglio 2014
INFORTUNI SUL LAVORO ANCORA IN CALO
ROMA
Calano gli infortuni ma si impennano le denunce per malattie professionali mentre dal sistema delle imprese continuano a giungere segnali di difficoltà sul fronte del pagamento dei premi assicurativi obbligatori.
È un quadro in chiaro-scuro quello che emerge dalla Relazione annuale dell’Inail sull’attività del 2013 presentata ieri a Montecitorio. In positivo il calo degli infortuni: 695mila le denunce presentate (-7% rispetto al 2012 e -21% rispetto al 2009) con 1.175 denunce di infortunio mortale (erano state 1.331 nel 2012) e 660 casi accertati «sul lavoro» (di cui 376, quasi il 57%, avvenuti «fuori dell’azienda»). Il dato è drammatico ma segna un minimo storico delle morti sul lavoro dal 1954, anno cui risalgono i dati delle serie Inail. In aumento, invece, le denunce per malattie professionali, giunte l’anno scorso a quota 51.900 (+47% sul 2009). Mentre le difficili condizioni di liquidità delle imprese hanno avuto riscontro nei premi omessi accertati (quasi a 140 milioni; +13% sul 2012 dopo il +14% segnato rispetto al 2011) e nell’aumento delle richieste di rateazione (+14,4% per un totale di 5,8 miliardi).
Nel corso del suo intervento il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ieri ha detto che si aprirà una riflessione sul possibile utilizzo di parte delle riserve tecniche dell’Istituto assicurativo pubblico (27 miliardi) per investimenti a sostegno dello sviluppo. Il ministro si è detto pienamente consapevole del fatto che si dovrà agire con tutte le cautele del caso, vista la natura di questi accantonamenti che assicurano condizioni specifiche di lavoratori e pensionati. «Ma non é certo ammissibile lasciare inutilizzate risorse ingenti e importanti per il Paese come il patrimonio dell’Inail» ha concluso. Nell’affrontare questo dossier bisognerà anche tener conto del fatto che le riserve accantonate in Tesoreria determinano equilibri più complessivi di finanza pubblica.
Nel corso della Relazione anche il presidente dell’Inail, Massimo De Felice, si è soffermato sul tema delle riserve tecniche - coperte per il 75% da liquidità versata appunto alla Tesoreria dello Stato e per poco più del 9% da investimenti - ricordando che a fronte di un rendimento pari a zero degli attivi di copertura, le riserve sono calcolate a un tasso tecnico del 2,5%. Da un adeguato calcolo delle riserve dipende il controllo della solvibilità dell’Istituto, visto che esse sono riferite solo alle rendite iniziali pagate ai lavoratori, mentre le rivalutazioni sono finanziate a ripartizione, utilizzando una quota dei premi versati. De Felice ha anche ricordato la necessità di procedere alla prevista "verifica di sostenibilità economica, finanziaria e attuariale" dei nuovi livelli di premi e prestazioni fissati dalla legge di stabilità, con un taglio del 14,7% dei premi aziendali e un effetto sui conti Inail per 500 milioni l’anno nel triennio 2014-’16, cui vanno aggiunti 50 milioni per le rivalutazioni del danno biologico e le rendite ai superstiti (è la famosa operazione cuneo fiscale del governo Letta). Nel preconsuntivo 2013, il rapporto tra entrate contributive e uscite istituzionali è stato positivo per 2,5 miliardi (in linea con gli anni precedenti), il risultato economico è stato di circa un miliardo e l’avanzo patrimoniale di 5 miliardi. Già quest’anno Inail è impegnata con investimenti indiretti tramite la sgr del Tesoro Invimit (1,3 miliardi) e con investimenti diretti per 1,1 miliardi, di cui il piano triennale ’14-’16 prevede di destinarne 300 milioni per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.
L’anno scorso Inail ha avviato il piano di cambiamento della struttura organizzativa nella prospettiva di una piena digitalizzazione di apparati e servizi ed ha aperto nel portale la sezione "open data" dove, con cadenza mensile e semestrale, sono pubblicati i dati sugli infortuni mentre entro l’anno ci saranno anche i dati delle denunce per malattie professionali. Uno sforzo organizzativo che Inail sta sostenendo nonostante i crescenti vincoli di spesa e le minori risorse umane a disposizione (i dipendenti sono oggi circa 9mila contro i 14mila di qualche anno fa).
Davide Colombo, Il Sole 24 Ore 10/7/2014