Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  luglio 10 Giovedì calendario

TRA TANTI SCIOCCHI, UN DE SIERVO FURBO

In viale Mazzini c’è un Luigi che fa ombra a quello che pilota la Rai, ovvero il direttore generale Gubitosi. Il Luigi (per ora) numero 2, di cognome si chiama De Siervo, un fiorentino belloccio di 45 anni, appartenente alla «generazione Erasmus» (ha studiato ad Aix en Provence come la ministra degli Esteri Federica Mogherini), un passato agonistico da mezzofondista e da giocatore di football americano in Al con la squadra degli Apache. Un nome, un programma.
Adesso che lavora a Roma deve accontentarsi di un po’ di jogging, a villa Ada nel weekend. La Rai lo assorbe: è appena diventato amministratore delegato di Rai Com, la nuova e strategica società che detiene diritti e deleghe commerciali di film, fiction, dvd e grandi eventi Rai. È in azienda da quando aveva 30 anni e in Rai regnava il presidente Roberto Zaccaria, collega e sodale all’Università di Firenze di papa Ugo De Siervo, ex presidente della Corte costituzionale, Luigi-2 oggi è però sotto i riflettori soprattutto perché amico e consigliere privilegiato del premier Matteo Renzi, ruolo nato dalla presenza discreta dietro le quinte delle varie Leopolde, con un ruolo ufficioso da esperto di comunicazione, inventore di slogan, montaggi e scenografie. Motivo per il quale in Rai ora tutti lo omaggiano e corteggiano con complimenti che si sprecano («lavoratore indefesso», «enfant prodigo» e via esaltando). Elogi dovuti più che alle sue imprese nella tv pubblica (4 anni da direttore commerciale, ha fondato i canali tematici Roma channel e Inter channel e, soprattutto, ottenuto i diritti di Peppa Pig e del Pulcino Pio) alla certezza che sarà lui il nuovo numero 1 della Rai, in alternativa all’altro «renziano della prim’ora» Antonio Campo Dall’Orto. O che comunque, oggi è proprio De Siervo il giusto trait-d’union per arrivare a Matteo, di cui ricalca accento, movenze e stile.
Speranze e investimenti ben riposti? De Siervo, che è arrivato in Rai dopo una laurea in giurisprudenza con tesi su Berlusconi e il conflitto d’interessi, un incarico giovanile da consulente dell’avvocato David Milis, uno da capoarea nella multinazionale dei giocattoli Toys ’r’us e uno da responsabile delle vendite per il discount tedesco Tengelmann (con tanto di inizi dal basso, a tagliare cartoni da imballaggio) non si stanca di ripetere che lui era «il più giovane dirigente Rai mentre Matteo stava ancora finendo l’università». E che (sebbene in tanti l’abbiano visto nelle retrovie di Porta a porta a fine maggio, con Renzi ospite) non vede e non sente l’amico «da mesi prima che diventasse premier».
Fatto sta che, per distinguere la sua carriera da Matteo, come dice lui, o per accelerarla grazie ai buoni uffici del premier come sostengono i maligni. De Siervo in Rai ha messo il turbo negli ultimi due mesi. Nell’ordine: è stato eletto presidente dell’Adrai, l’associazione dei dirigenti della tv pubblica; poi è stato nominato amministratore delegato di Rai Com e ha da poco organizzato in puro stile renziano la convention «Cento parole e cento mestieri per la Rai» subito ribattezzata la «Leopolda Rai». Una kermesse per disegnare il futuro di viale Mazzini (il cammino si concluderà con un convegno a fine anno) attraverso i suggerimenti (in 3 minuti con campanella-timer) di 100 nomi e volti noti della Rai e dell’intellighentia: Giorgio Albertazzi, Francesco Piccolo, lo stesso Zaccaria, ma pure Cristiana Caporóndi e Marco Tardelli.
A questa Leopolda Rai, a parlare di politica e tv, c’era anche Giovanni Floris, che di lì a pochi giorni avrebbe sbattuto la porta in faccia all’azienda portandosi dietro la coppa da «antipremier» grazie all’attacco frontale con cui a Ballarò aveva contestato a Renzi il taglio governativo di 150 milioni di euro imposto all’emittente. Una decisione su cui De Siervo mantiene invece un atteggiamento soft da «non disturbate il manovratore»: sorpreso del taglio sì («un fatto inusuale e anomalo»), ma disposto a sottostare al sacrificio in vista di riforme necessarie e dell’anticipo del rinnovo della concessione Rai.
L’amico di Renzi si è comunque ben guardato dall’aderire allo sciopero contro i tagli governativi con la sua Adrai, a capo della quale è arrivato ottenendo dal presidente uscente Andrea Lorusso Caputi di cambiare le regole elettive: al posto della lista unica con il candidato più votato promosso a presidente. De Siervo ha chiesto di indirizzare il voto a più liste, mettendosi, senza esporsi più di tanto, a capo di una che sfoderava direttori e pezzi da 90 vari, come l’ad di Raicinema Paolo Del Brocco e la numero 1 di Raifiction TinnyAndreatta. Tutti suoi amici (la direttrice di Radio2 e moglie di Del Brocco, Paola Marchesini, è intima di Luigi e di sua moglie Veronica Sali), ma non certo di antica data come Renzi.
Il legame con l’ex sindaco è nato quando Lucia, sorella minore di Luigi, era agli scout con Matteo. E negli anni ha garantito al neopremier i preziosi consigli dell’illustre genitore giurista. L’amicizia è sfociata sul lavoro: Lucia, che ha fatto parte del gabinetto del sindaco, è stata dirigente dell’ufficio cultura e ora è in attesa di ricollocazione. Suo marito Filippo Vannoni, è su una superpoltrona: presidente di Publiacqua, che gestisce il servizio idrico toscano.
Come Matteo, anche Luigi resiste ai richiami della mondanità: tre figli piccoli come il premier, tutto casa e Rai, frequenta per lavoro giusto i festival del cinema e della tivù, Venezia e Cannes, tenendosi lontano dagli eventi capitolini a rischio Cafonal di Dagospia. Eccezione: una cena a casa del forzista Mauro Masi, ex dg Rai. Politicamente agli antipodi, ma intimo dell’altro forzista Gianfranco Comanducci, l’ex vicedirettore che ha benedetto la carriera Rai di De Siervo in epoca pre-Gubitosi. Tutte frequentazioni utili alla causa. Perché Luigi-2 studia da numero 1 nella task-force renziana per la riforma tv, con dentro i sottosegretari Luca Lotti e Antonello Giacomelli e i deputati Michele Anzaldi e Paolo Gentiloni. Componente-ombra, ultrascoltato, risulterebbe il giovane De Siervo: il Maria Elena Boschi della Rai.