Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  luglio 10 Giovedì calendario

SANTANCHÈ: «IO PENSO A LAVORARE. NON DISCUTO DI BORSE TAROCCATE»

Daniela Santanché fa finta di snobbarla, di rimanere su un piano di superiorità dantesca del tipo «non ti curar di loro ma guarda e passa». Loro sarebbero in effetti «Lei», la giovane e frizzante fidanzata di Silvio Berlusconi, la nuova signora di Arcore, la napoletana Francesca Pascale che azzanna la sua ex amica Daniela che ha avuto l’ardire di sostenere che iscriversi all’Arcigay è come iscriversi alla Fiom o alla Cgil. La compagna del Cavaliere non l’ha mandata giù e ha riversato sulla deputata di Fi altre parole poco affettuose. «Assomiglia a Crudelia De Mon», è «ipocrita, di quell’ipocrisia diffusa che sta facendo marcire la società». Fin qui la pitonessa poteva forse sopportare l’affronto, ma mettere in dubbio che le sue borse non siano griffate e autentiche..., ecco questo no, è troppo. «Sì, ho le borse marocchine, lo sanno tutti che mi piace comprare le borse e scarpe dai miei amici marocchini».
Stira un sorriso ed entra nell’aula di Montecitorio dopo aver parlato fitto con il senatore Alfredo Messina, amico di vecchia data di Berlusconi, manager e vicepresidente vicario del gruppo Mediolanum.
«Mi occupo di altro, io, parlo di cose alte, importanti, di questioni serie, il resto è taroccato». Come le sue borse? «Io amo i marocchini, sono persone gentili. Di borse false sono altri che se ne intendono».
Potrebbe raccontare quando le due filavano d’amore d’accordo e andavano a corre insieme attorno al Villa Certosa in Sardegna. Potrebbe far presente quando Daniela regalò a Francesca la serie completa delle borse Hermes. Altro che roba fasulla di Fuorigrotta! Ma questo la Santanchè non lo dice e non lo direbbe mai... E infatti la pitonessa non cita mai la Pascale, finge di non sentirsi sfiorata. Ma cosa ha fatto alla fidanzata del Cavaliere per essere così attaccata? «Che ne so io, lo chieda a lei, io sto qui a lavorare». Per Visibilia, la sua società che vuole allargarsi nell’editoria, addirittura pure ai compagni dell’Unità? «Io sto qui al partito a lavorare. Figurati se faccio interviste su queste cose. Io faccio politica e mi occupo della mia azienda. Io sono per il partito della pace e dell’amore. Me l’ha insegnato Berlusconi: dobbiamo costruire il partito dell’amore e io sto qui per questo, per l’a-mo-re», scandisce forte.
Di a-mo-re in Fi se ne vede poco. Ma perchè tanta acredine della Pascale? Il fiume di veleni dentro Fi tracima. C’è chi, vicino al cerchio magico di Arcore, dice che Daniela è sempre stata una cattiva consigliera del capo, che lei è tra le principali cause della rottura con Alfano. Altri sussurrano che c’è una questione di soldi. Le illazioni diventano sempre più fantasiose e fantastiche. Se vogliamo stare alla cronaca, qualcosa lo stesso Berlusconi l’ha detta all’assemblea dei parlamentari la scorsa settimana. Si lamentava che la cassa del partito fosse vuota: «Avevo dato incarico a una persona per la raccolta dei fondi ma non ha portato un euro». Tutti hanno cercato con lo sguardo Daniela, titolare del fundraising. È mai possibile che Pascale ce l’abbia a morte con Santanchè per questo? Il fatto è che ora la raccolta fondi è stata messa in mano a fedelissima Maria Rosaria Rossi, la zarina in seconda dopo Pascale ad Arcore dove controlla pure quanti fagiolini vengono comprati e a che prezzo.
Veleni, sospetti, «ma io non ho tempo per i veleni», dice Daniela che ieri alla Zanzara è stata definita un’icona delle lesbiche. Macché, ha commentato Pascale, «non ci credo. Chi la adora è la Walt Disney perché assomiglia a Crudelia De Mon». E invece è proprio così. Lo ha confermato ieri una che di queste cose se ne intende, l’ex deputata del Pd Paola Concia, paladina dei diritti omosex e felicemente sposata in Germania. Quando nel cortile di Montecitorio vede Santanchè le si avvicina e le dice detto: «Ma perchè te la prendi con la Pascale che si è iscritta all’Arcigay e che vuole i matrimoni tra omosessuali? Proprio tu, poi, che sei una delle nostre icone?». Daniela estrae una lunga sigaretta da una fantastica borsa Hermes e spiega che lei non ha nulla contro i gay, ma i matrimoni omosessuali no. «Nemmeno tra eterosessuali».