Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  luglio 10 Giovedì calendario

LA «BORSEGGI SPA» A ROMA VALE 3 MILIONI

A Roma borseggiare è da nababbi del crimine. Frutta quasi tre milioni di euro l’anno. L’attività ha un fatturato da fare invidia a chi si stressa stando chino in cantiere, sulla scrivania e prende una dichiarazione dei redditi che piace solo al fisco. Si fa presto a tirare le somme della contabilità della «Borseggio spa». Ogni 12 mesi nella Capitale le razzie raggiungono all’incirca quota 25 mila (dati Eures 2012 su 2011, consolidati dal ministero dell’Interno), con un importo medio di 110 euro a reato commesso (da 20 a 200 euro, ma il numero è approssimativo). I balordi sono allettati anche da un altro particolare. In questo "mestiere" si guadagna molto e si rischia poco. La prima volta, chi viene preso a rubare finisce negli uffici delle forze dell’ordine, poi davanti al giudice che dà la sospensiva per intervenuti termini a difesa (come si dice nel linguaggio tecnico) e fissa la nuova udienza del processo, lasciando libero il ladro. È una cuccagna tutta italiana. Se la scena si ripete più volte, allora si spalanca il carcere. Ma per pochi mesi.
Quello che si immaginava il malaffare degli straccioni è diventato una vera e propria industria: redditizia, organizzata e gestita da bande di stranieri, soprattutto romeni, rom, sudamericani e nordafricani. Comandano un esercito di "mani di velluto" squinzagliato ogni giorno. Ha per obiettivo turisti alle stazioni metropolitane, sui mezzi pubblici o in giro per monumenti. Un esempio. Nella zona dove si trova la stazione Termini, il Commissariato Viminale registra 45 denunce di borseggio ogni 24 ore. I carabinieri che sorvegliano il Centro arrivano alla stessa cifra. Le vittime non solo i soliti stranieri che passeggiano per Roma antica e all’ombra del Cupolone. Ora l’allarme rosso si è esteso pure ai parcheggi di pullman (come a Castro Pretorio) e negli alberghi (quando il turista sbriga le pratiche per prendere la camera o per lasciare l’hotel e lascia le valigie a terra incustodite. Nell’agosto scorso a mettere in guardia i villeggianti per Roma è stato niente di meno che il governo britannico sul sito dell’Ambasciata nella Capitale: «State attenti ai trasporti pubblici, in particolare alle aree affollate, specialmente alla stazione Termini e sull’autobus della linea 64 per piazza San Pietro». Aggiungendo nella black list anche «l’aeroporto di Fiumicino e i treni notturni»
Il sindaco Ignazio Marino ha provato a difendersi: «L’incidenza della microriminalità in numerose città europee o americane è molto più alta». I borseggiatori ringraziano.