Fra. Gia., Il Messaggero 10/7/2014, 10 luglio 2014
PER RIFONDARE LA COMUNICAZIONE IL PAPA CHIAMA LORD PATTEN
IL RETROSCENA
CITTÀ DEL VATICANO L’annuncio - la riforma dei media - ha fatto un certo scalpore. Il cardinale Pell ha dato il via libera alla riorganizzazione del settore probabilmente più complicato, quello della comunicazione. Modificare il ginepraio dei mass media d’Oltretevere, dalla Sala stampa al Centro televisivo vaticano, dal Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali all’Osservatore romano, dalla Radio vaticana al Vatican information service, è sempre apparsa una sfida ardua, per certi versi un po’ come arrivare alla quadratura del cerchio. Si tratta, infatti, di realtà dotate di ampia autonomia, a volte poco coordinate tra loro. Così, in passato, ci aveva provato Papa Wojtyla assieme al suo portavoce Joaquin Navarro Valls e al cardinale Sepe; poi ha tentato Benedetto XVI dopo lo scivolone mediatico riguardante il caso del vescovo scismatico negazionista Williamson, una vicenda imbarazzante che ha messo a nudo lo scarso coordinamento del comparto. "Bastava guardare l’Internet", disse Ratzinger.
LA SQUADRA
Adesso ci riprova Papa Bergoglio con una squadra di esperti, coordinati da Lord Pattern, 70 anni, rettore dell’università di Oxford e co-presidente della tavola rotonda Regno Unito-India. Un personaggio molto noto, con alle spalle una lista di incarichi rilevanti: parlamentare, ministro dell’ambiente, presidente del partito conservatore, è stato l’ultimo governatore di Hong Kong, poi Commissario europeo e, infine, presidente della Bbc dal 2011 al 2014. Oltre al presidente Lord Patten, gli esperti internazionali sono Erlandson (Stati Uniti), Daniela Frank (Germania), padre Salobir (Francia), Leticia Soberon (Spagna, Messico) e George Yeo (Singapore). Le personalità vaticane sono monsignor Tighe (segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, segretario del comitato),Ghisani (Radio Vaticana), monsignor Polvani (Segreteria di Stato), monsignor Ruiz (Servizio Internet) e Giovanni Maria Vian (direttore dell’Osservatore Romano). Il lavoro della squadra avrà come base lo studio condotto dalla società McKinsey. Gli obiettivi sono di adeguare i media della Santa Sede alle nuove tendenze di consumo, di migliorarne il coordinamento e di raggiungere progressivamente risparmi finanziari considerevoli».
BILANCI
La voce più costosa resta la Radio Vaticana. «Il punto più importante non è il denaro. Se possiamo guadagnare denaro cercheremo di farlo, ma non vogliamo in nessuno modo diminuire l’outreach dei media vaticani», ossia il servizio che essi svolgono nel raggiungere i fedeli in tutto il mondo, ha spiegato il cardinale Pell. «Le decisioni di riforma dell’organigramma economico e amministrativo non possono non includere anche il settore mediatico. Lo ha chiesto con determinazione anche il Consiglio dei cardinali (il cosiddetto C9 che sta affiancando il Papa sulla via delle riforme, ndr). Il consiglio chiedeva di fare qualcosa, la Segreteria per l’Economia era già operativa e così ci siamo detti che eravamo pronti. Tutto questo tuttavia non significa che la priorità debba essere per forza di natura economica. Anzi. Parlando con il Papa ho riferito che quando il lavoro sarà impostato, noi della Segreteria dell’Economia ce ne andremo».