Corriere della Sera 10/7/2014, 10 luglio 2014
Le consulenze del Cnel - Per la seconda volta in pochi mesi sul Corriere sono comparse notizie sul Cnel che, fondandosi su una sola fonte, probabilmente non «disinteressata», contengono alcune inesattezze di fatto che contribuiscono a costruirne un’immagine distorta e lesiva non solo della dignità di un organo di rilevanza costituzionale della cui utilità si può discutere (e si discute) ma anche dei singoli consiglieri che non possono essere rappresentati come un insieme di disinvolti e clientelari spendaccioni ai quali si oppone un solo «cavaliere bianco», strenuamente impegnato a una rigorosa gestione del bilancio
Le consulenze del Cnel - Per la seconda volta in pochi mesi sul Corriere sono comparse notizie sul Cnel che, fondandosi su una sola fonte, probabilmente non «disinteressata», contengono alcune inesattezze di fatto che contribuiscono a costruirne un’immagine distorta e lesiva non solo della dignità di un organo di rilevanza costituzionale della cui utilità si può discutere (e si discute) ma anche dei singoli consiglieri che non possono essere rappresentati come un insieme di disinvolti e clientelari spendaccioni ai quali si oppone un solo «cavaliere bianco», strenuamente impegnato a una rigorosa gestione del bilancio. Circa il merito delle contestazioni contabili, quando i pubblici ufficiali che hanno fornito le informazioni al cronista (Corriere , 6 luglio) faranno sapere anche a noi di che si tratta, risponderemo sul merito in modo puntuale. In questa sede ci interessa precisare il quadro di contesto che dall’articolo emerge. In primo luogo i fatti. La seconda (e non la quarta) richiesta di sostituzione del Segretario generale (dottor Franco Massi) deriva dalla contestazione al medesimo di «una grave violazione» dei doveri d’ufficio votata a larghissima maggioranza (con una sola astensione) dall’Assemblea, su proposta di uno dei consiglieri esperti di nomina del presidente della Repubblica (e non da solo 25 consiglieri «quasi tutti della componente sindacale»). È corretto quanto si dice nell’articolo che «l’assenza in aula del … Segretario generale» ha motivato la mozione di censura ma il contesto sarebbe stato meglio delineato se si fosse ricordato che: 1) a norma di regolamento il Segretario generale è tenuto ad assistere all’Assemblea. 2) L’ Assemblea in questione era convocata per discutere una relazione dello stesso Segretario generale sull’organizzazione amministrativa interna. 3) La richiesta di tale discussione era stata motivata anche dal fatto che Il Segretario generale aveva provveduto ad elargire a tutti i dirigenti di 2a fascia del Cnel un cospicuo premio di risultato, in misura eguale per tutti, in violazione della legge e di specifiche decisioni dell’Assemblea, che vincolavano l’erogazione di tale premio ad una preventiva richiesta di parere ai competenti organi di governo e, in ogni caso a una valutazione differenziata della qualità delle prestazioni. Se l’articolo fosse stato costruito su una maggiore quantità di fonti si sarebbe, tra l’altro, scoperto che la «spending review», giustamente lodata nell’articolo è stata resa possibile non dall’azione del Segretario generale ma, tutto al contrario, dalla puntuale contestazione della sua gestione opaca, compiuta da un gruppo di lavoro del Consiglio, coordinato, su delega del presidente Marzano, dal vice presidente Bosco. Quanto al merito più generale della situazione del Cnel vale la pena di ribadire che la sua crisi è evidente, che la sua utilizzazione come sede del «dialogo sociale», esplicitamente previsto non solo dalla vigente Costituzione ma anche dalle norme dell’Unione Europea, è stata largamente inferiore alle potenzialità per molte ragioni, tra cui la scelta storica dei vertici delle parti sociali e del governo di privilegiare canali informali per il rapporto con il mondo del lavoro e dell’impresa. Noi continuiamo a pensare che anche in simili condizioni di difficoltà il ruolo del Cnel meriti maggiore attenzione, così come così come alcuni dei suoi Rapporti (mercato del lavoro, indicatori di benessere equo e sostenibile-BES, immigrazione, criminalità organizzata, qualità dei servizi della PA) e delle proposte di legge (riforma fiscale, statistiche e politiche di genere, riforma dei bilanci delle PP. AA.). Manin Carabba, Giorgio Macciotta, Paola Maria Manacorda, Fabrizio Onida, Giuseppe Pennini, Maria Teresa Salvemini, Tiziano Treu Consiglieri esperti del Cnel nominati dal presidente della Repubblica All’interno del Cnel è in corso da tempo una guerra tra assemblea e segretario generale. Non credo appassioni il lettore più di tanto. Credo fosse più interessante l’indagine della Guardia di finanza che ipotizza un danno erariale da 2,6 milioni di euro a carico dei consiglieri per l’affidamento di 158 consulenze. Tra i consulenti del Cnel, in passato, c’era anche un geriatra. Occorre aggiungere altro? (l. sal.)