Enrico Franceschini, la Repubblica 9/7/2014, 9 luglio 2014
POVERI BESTSELLER TUTTI LI COMPRANO MA NESSUNO LI LEGGE
Londra
Sono tra i libri più venduti di questa estate, in testa alle classifiche dei best-seller in mezzo mondo. Ma a quanto pare guidano anche un’altra graduatoria: quella dei libri meno letti. Lo studio di un matematico americano conferma infatti lo stereotipo: la gente compra voluminosi tomi, se li porta a casa e non li apre più. Al massimo un’occhiatina alle prime pagine. Troppo lunghi, troppo difficili, eppure sono i titoli di cui tutti parlano: così, un po’ per senso del dovere, un po’ per essere alla moda, vengono acquistati ma ignorati.
Tra i campioni della specialità ci sarebbero due saggi di cui si parla molto: Hard choices , le memorie di Hillary Clinton sui suoi anni da segretario di Stato americano; e Capital in the X-XI century , il “j’accuse” contro diseguaglianza e capitalismo dell’economista francese Thomas Piketty. Jordan Ellenberg, docente di matematica all’University of Wisconsin, li ha individuati come i best-seller meno letti dell’estate grazie a un’analisi empirica resa possibile dagli e-book, le cui vendite, negli Stati Uniti ma pure in Gran Bretagna, ormai superano quelle dei libri di carta. Uno dei lettori per libri digitali, il Kindle, permette di “evidenziare” i passaggi che più colpiscono il lettore: l’equivalente delle sottolineature a mano nei libri cartacei. E Amazon pubblica la lista delle frasi più evidenziate, una specie di “hit parade” delle citazioni che piacciano maggiormente. Confrontando il punto dei libri in cui questi brani sono evidenziati con il totale delle pagine, il professore ha elaborato un “indice di lettura” che suggerisce fino a che punto il lettore è andato avanti: «Se tutte le frasi evidenziate sono nelle prime pagine», dice al Times di Londra, «viene il sospetto che mediamente i lettori si fermino ai capitoli iniziali o all’introduzione».
Risulta così che solo l’1,9 per cento dei lettori arrivano in fondo alle memorie di Hillary (657 pagine) e solo il 2,4 per cento finiscono il saggio di Piketty (700 pagine). Va un po’ meglio per Cinquanta sfumature di grigio , ma sembra che dopo un po’ anche il sado-maso venga a noia: soltanto il 25,9 per cento sarebbe arrivato all’ultima pagina. E poco meglio fa, nel campo dei classici, un romanzo considerato d’obbligo: Il grande Gatsby, finito dal 28,3 per cento di chi lo prende in mano. Viceversa Il cardellino, romanzo di Donna Tartt, conduce il 98,5 per cento dei lettori sino alla fine. «Il mio non è un calcolo rigorosamente scientifico», ammette lo studioso americano: se uno non evidenzia le ultime pagine di un libro ma solo le prime, non è detto che non lo abbia letto tutto. Ma come indizio non è male. Il matematico chiama la sua teoria “indice di Hawking”, dal nome dell’astrofisico autore del famoso best-seller Breve storia dell’universo , un testo assai impegnativo, considerato uno dei libri più comprati ma meno letti della storia. In base alla formula di Ellenbeger, solo il 12,3 per cento dei lettori sono arrivati fino alla fine del Big Bang e dei buchi neri.
Enrico Franceschini, la Repubblica 9/7/2014