Alessandra Nucci, ItaliaOggi 9/7/2014, 9 luglio 2014
DAL PETROLIO SGORGA L’ORO BLU
Uno dei più antichi impianti di estrazione del petrolio della California, quello del fiume Kern, nell’omonima contea, produce più acqua che petrolio, e la vende per l’irrigazione.
Il giacimento, di proprietà della Chevron, si trova sotto il deserto della Central Valley, e la sua scoperta risale al primo boom petrolifero della California, 115 anni fa.
Pur essendo tuttora il quinto giacimento del paese, con una produzione giornaliera di 70 mila barili, sta facendo notizia per un inatteso sottoprodotto dell’industria stessa, cioè l’acqua. Ne trae beneficio l’agricoltura locale, a cui la Chevron vende milioni di litri per l’irrigazione delle colture di mandorle, pistacchi, agrumi e simili: un aiuto cruciale in questo periodo di prolungata siccità.
Questa insolita fonte di approvvigionamento idrico produce oltre dieci volte la quantità di petrolio estratto, 760 mila barili di acqua contro 70 mila barili di greggio. L’acqua viene pompata dalla stessa roccia sotterranea che contiene il petrolio; dopo che i due liquidi sono separati, l’acqua viene fatta scorrere attraverso un acquedotto di 12 chilometri per raggiungere il Distretto Cawelo di Bakersfield, che quest’anno conterà sull’acqua della Chevron per metà del suo fabbisogno, un aumento netto dalla media precedente che era di un quarto del fabbisogno.
Il Distretto Cawelo stipulò il contratto per l’acquisto dell’acqua dal giacimento Kern, meno salata dell’acqua di altri giacimenti, due decenni fa, e nel 2007 l’accordo è stato ampliato con la costruzione dell’acquedotto da parte della Chevron. Il Distretto provvede alla diluizione del contenuto salino dell’acqua con acque da altre fonti prima di rivenderla agli agricoltori per l’irrigazione.
«La fornitura d’acqua è costante qualunque siano le condizioni climatiche», ha spiegato al New York Times il direttore dell’azienda distrettuale, David R. Ansolabehere. «In anni più piovosi, la quantità di acqua a disposizione diventa quasi un problema. Ma in anni di siccità, è davvero una manna». In condizioni normali, l’acqua della Chevron è meno cara dell’acqua dello Stato.
L’industria petrolifera è spesso sotto tiro per il suo consumo di acqua, specie in Texas, il principale stato petrolifero degli Usa, ma anche in California, terzo produttore. Le aziende pertanto fanno ogni sforzo per minimizzare il consumo e riciclare l’acqua, anche prodotta dal fracking, mentre altre hanno iniziato a lavorare con acque nere e perfino senza acqua.
Questo non ferma le critiche, che definiscono queste misure come espedienti politici e sottolineano che la Chevron e la società commerciale Western States Petroleum Association sono fra i maggiori lobbisti presso il parlamento dello Stato della California, dove hanno contribuito a bloccare un disegno di legge che avrebbe imposto una moratoria sul fracking. Sono oggetto di polemiche anche le cifre fornite dalle industrie riguardo alla quantità e alla qualità dell’acqua utilizzata, che risulterebbe in quantità minima rispetto a quella assorbita dall’agricoltura.
Alessandra Nucci, ItaliaOggi 9/7/2014