Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  luglio 09 Mercoledì calendario

È GRECA LA PRIMA FLOTTA MERCANTILE AL MONDO

La Grecia si conferma numero uno mondiale del trasporto marittimo mercantile. Secondo il rapporto redatto dall’esperto Martin Stopford per conto della compagnia Clarkson, il paese ellenico conta complessivamente una stazza lorda di circa 164 milioni di tonnellate. Con questi numeri si piazza davanti al Giappone (159,5 milioni), alla Cina, alla Germania e alla Corea del Sud.
Gli addetti ai lavori non sono affatto sorpresi per questo dato.
Come osserva Theodore Veniamis, presidente degli armatori greci, è da oltre un secolo che la Grecia è leader in questo settore. Oggi essa controlla il 16,25% della flotta mondiale e quasi il 40% di quella europea. E questo perché la nazione ha una competenza specifica nel trasporto delle merci. A essere rappresentato, in particolare, è il segmento delle petroliere, con il 23,8% della flotta globale.
Il predominio greco era tuttavia stato interrotto negli anni 2000 dal Giappone, che si era lanciato nell’acquisto di navi per aumentare la propria capacità di trasporto. Fra il 2004 e il 2007 Tokyo si è notevolmente indebitata per questo motivo. Al contrario dei greci, che si sono mossi in maniera prudente conservando la loro liquidità. Con lo scoppio della crisi finanziaria fra il 2007 e il 2008, e in particolare dopo il fallimento di Lehman Brothers, il trasporto marittimo è affondato da un giorno all’altro tornando al livello degli anni 80 del Novecento. I ricavi degli armatori hanno accusato un duro colpo. Chi, come il Giappone, aveva contratto grossi debiti a causa dei forti investimenti, si è ritrovato a corto di liquidità e impreparato a cogliere le nuove opportunità derivanti dalla ripresa. La Grecia, invece, ha messo in campo i fondi accantonati durante gli anni d’oro.
Va anche detto che gli armatori ne sono usciti meglio rispetto agli altri settori, perché la loro attività avviene su scala globale. La paralisi delle banche greche ha complicato le loro operazioni, ma essi sono riusciti a finanziarsi su altre piazze, soprattutto quella cinese. Il vantaggio era dato dalla possibilità di acquistare nuove navi a prezzi più bassi, permettendo alla Grecia di sviluppare la capacità di trasporto.
Secondo la stampa specializzata, gli armatori ellenici hanno investito almeno 13 miliardi di dollari (9,4 mld euro) nel 2013 per comprare 275 navi attive nel trasporto di merci sciolte, di metano, di petrolio e di container. E nel primo trimestre di quest’anno sarebbero stati messi sul piatto altri 5 miliardi di euro.
Ettore Bianchi, ItaliaOggi 9/7/2014