Angela Zoppo, MilanoFinanza 9/7/2014, 9 luglio 2014
IN ACEA VIA ALLA RIVOLUZIONE IRACE
Superato a pieni voti il test del mercato per Acea, che ieri si è messa alla prova con un bond decennale senior ensecured da 500 milioni di euro, aumentato poi a 600 milioni sulla spinta della domanda. L’emissione, gestita in pool da Banca Imi, Bnp Paribas, Crédit Agricole, Mediobanca e Unicredit, ha catalizzato infatti richieste per 2,2 miliardi di euro, oltre quattro volte superiori all’ammontare offerto. Di conseguenza lo spread si è ridotto a 128 punti base sul tasso midswap dall’area 135-140 punti base prevista inizialmente, con un rendimento effettivo del 2,718%, (inferiore persino a quello del Btp decennale). L’emissione rientra nel programma Emtn da 1,5 miliardi. Per Moody’s (Baa2, outlook stabile) Acea potrà beneficiare di una maggiore liquidità grazie all’estensione delle scadenze sul debito e trarrà vantaggio anche dallo sviluppo normativo più favorevole alle reti idriche.
Intanto, il nuovo amministratore delegato della società, Alberto Irace, non ha perso tempo sul fronte della riorganizzazione interna. A meno di un mese dalla nomina, voluta dal sindaco Ignazio Marino che ha mandato a casa in anticipo sulla scadenza del mandato i precedenti vertici, Irace ha cominciato a riorganizzare l’utility capitolina a colpi di nomine ai vertici delle società operative, tra Lazio, Toscana, Umbria e Campania. Designazioni che dovranno poi essere approvate dalle rispettive assemblee degli azionisti. Cambio della guardia anche per Acea Distribuzione, il terzo operatore nazionale nella distribuzione di energia elettrica, che sarà presieduto da Sandro Cecili, per oltre 15 anni responsabile delle gestioni idriche a Roma e nel Lazio. La sua missione è favorire l’integrazione tra i business a rete dell’area romana. Cecili sarà affiancato da Massimo Colocci, promosso a direttore operazioni dopo una carriera tutta interna al gruppo. A presiedere Acea Ato 2, il principale operatore idrico di Roma e Lazio centrale con 3,8 mln di abitanti, Irace ha chiamato Paolo Saccani, che resterà contemporaneamente a capo di Acea Ato 5 (Frosinone). Il doppio incarico, nel disegno del top manager, dovrebbe consentire una gestione più efficiente dei due Ato confinanti, aumentando il presidio sul territorio. Saccani dovrà anche seguire l’adozione da parte di Acea Ato 2 del sistema Wfm (Work force management), una modalità di gestione di processi e organizzazione del lavoro totalmente digitale, che consente di abbattere i costi del 30%, già utilizzata da altre società del gruppo.
Dal Lazio alla Toscana: Irace ha scelto il suo successore alla guida di Publiacqua, il principale operatore idrico del medio Valdarno (Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo). Si tratta di Alessandro Carfì, già responsabile delle attività internazionali di Acea sul fronte idrico e ad di Umbra Acque (Perugia e Umbria), dove lo sostituirà Paolo Pizzari, prima a capo dell’Acquedotto del Fiora. Quest’ultima società, che è il principale operatore idrico di Grosseto (operativo anche nella provincia di Siena), avrà come ad Aldo Stracqualursi, già direttore tecnico di Acea Distribuzione, dopo una lunga esperienza nell’ambito della produzione elettrica. L’altra controllata toscana, Acque (Basso Valdarno, ovvero le province di Pisa, Lucca, Pistoia, Firenze, Siena) sarà affidata invece a Giovanni Marati, che negli ultimi anni ha lavorato alla riorganizzazione di Gori Spa, gestore idrico del Vesuviano-sarnese. Avviato verso il riequilibrio finanziario, Gori passerà adesso sotto la guida di Claudio Cosentino. direttore dell’area Idrico-ambientale di Federutility. Considerato uno dei principali esperti di disciplina del servizio idrico e dei suoi aspetti finanziari, tornerà così ad assumere un ruolo operativo. Le nomine decise dal cda di Acea non segnano solo il prevedibile rinnovamento al vertice delle controllate, innescato dal ribaltone ai piani alti della capogruppo. L’obiettivo del top management, infatti è ben più ambizioso: prepararsi alla stagione delle aggregazioni stimolate dal governo, una volta aumentata l’efficienza ed effettuati gli investimenti. In altri termini, un primo passo verso l’accorpamento degli Ato e delle società idriche, a cominciare proprio dalla Toscana.
Angela Zoppo, MilanoFinanza 9/7/2014