Gian Luca Pasini, La Gazzetta dello Sport 9/7/2014, 9 luglio 2014
AGUERO: «,I RITIRO PER MIO FIGLIO»
«È difficile per me parlare in questo momento. Ho deciso di smettere di giocare, e quindi non è facile parlarne. Magari fra qualche giorno...». Come si era intuito Tai Aguero, due ori olimpici con Cuba e due ori europei con l’Italia, dice basta. Ha chiuso con la Nazionale e allo stesso tempo anche con il club, Casalmaggiore, che le aveva assicurato il ruolo di palleggiatrice, come in azzurro. Per chi la conosce anche solo un po’, sa che questo - per la campionessa italocubana - è un momento durissimo, perché il volley è Tai Aguero. Per il volley fuggì da Cuba, per il volley ha ricominciato a Perugia, per il volley ha accettato la sfida con la maglia dell’Italia, per il volley ha sopportato terribili esperienze personali. Mai scontata, spesso impossibile come quelle difese che l’hanno resa famosa nel mondo. Come quella sua voglia di mettersi in discussione anche a 37 anni, quando accetta la scommessa di Marco Bonitta di tornare a fare la palleggiatrice.
Il figlio Perché per Tai la vita è una sfida, è una partita. «E’ stata una scelta difficile – spiega lei nel momento dei saluti –, ma una scelta alla quale non ho potuto sottrarmi. Amo la pallavolo, è stata la mia passione, ma la famiglia viene prima di tutto e gli impegni in Nazionale e in campionato con la Pomì sarebbero stati eccessivi. La famiglia rimane, la pallavolo no». E qui c’è la sintesi estrema della sua vita attuale: il figlio, nato pochi mesi fa è una nuova ragione. Tanto da pensare di portarlo in ritiro a Boario in queste settimane, tanto da pensare di portarlo in Russia, in una delle tappe del Grand Prix, per tentare di sdoppiarsi. Un po’ madre e un po’ campionessa. «Chiudo qui con il volley giocato – spiega ancora Aguero, arrivata in Italia in maniera definitiva nel 2007 – sono felice di averlo fatto in una squadra come la Pomì e dopo alcune splendide settimane in Nazionale. Le auguro il meglio, sta nascendo una grande squadra, la seguirò da spettatrice, non escludo di venire di tanto in tanto alle partite. Rivolgo l’ultimo pensiero ai tifosi rosa, sono stati semplicemente fantastici, hanno capito di dovermi aspettare e mi hanno veramente regalato splendide emozioni». Le stesse parole le aveva usate venerdì al momento di lasciare la Nazionale, non senza qualche tensione. Perché appunto non è stata una scelta facile. «Ci sono dei momenti in cui devi fare delle scelte e non puoi tirarti indietro. Ho provato a portare avanti la mia situazione familiare di pari passo con la preparazione, ma il risultato non è stato quello che mi ero aspettata. Mi dispiace lasciare questo gruppo con cui mi sono trovata benissimo e con cui stavamo lavorando in maniera positiva. Le mie compagne hanno capito pienamente le mie ragioni e io nel salutarle ho cercato di spronarle a continuare a lavorare con la stessa intensità e gli ho detto che le voglio vedere in campo nelle finali. Voglio ringraziare Marco Bonitta per la fiducia che mi ha accordato».
Sogno Il ct azzurro aveva immaginato di vederla in campo al Mondiale italiano (ora ha chiamato la giovane Malinov e vuole continuare lo stesso progetto tecnico). Forse non la vedremo più in campo. E indubbiamente qualcosa mancherà alla pallavolo. Forse anche a Tai. Buona vita.