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 2014  luglio 08 Martedì calendario

SENATO, IMMUNIT

& C. LE RISPOSTE DI BEPPE PER STANARE MATTEO –
Formalmente, dieci sì a dieci domande. Nei fatti, diversi no e qualche concessione, anche importante. Alle 20.05 di un lunedì lunghissimo, i Cinque Stelle cedono alla richiesta del Pd, e sul blog di Grillo mettono nero su bianco le risposte sulla legge elettorale e sulle riforme. Più o meno le stesse spiegate ieri in conferenza stampa da Luigi Di Maio e Danilo Toninelli. Il loro Democratellum proporzionale, con le preferenze, confrontato all’Italicum renziano, maggioritario, con liste bloccate.
Prima domanda
Scrive il Pd: “Un vincitore ci vuole sempre, l’unico modello che assicura questo è la legge che assicura un premio di maggioranza al primo o al secondo turno”. Ergo, “siete disponibili a prevedere un ballottaggio, così da avere la certezza di un vincitore?”. L’M5S replica con il primo sì. Ma rilancia, rispondendo al doppio turno di coalizione dell’Italicum con un doppio turno di lista. Ovvero, al ballottaggio vanno i primi due partiti e non le prime due coalizioni. “Vogliamo evitare che la corsa al primo posto si trasformi in un’ammucchiata” scrive l’M5S. Che precisa: “Proponiamo è un primo turno proporzionale senza soglie di sbarramento. In caso di superamento della soglia del 50 per cento più uno dei seggi, premio di governabilità del 52 per cento”. Nel caso che nessuno vinca al primo turno, ballottaggio con identico premio di maggioranza del 52 per cento.
Seconda domanda
“Siete disponibili ad assicurare un premio di maggioranza per chi vince, al primo o al secondo turno, non superiore al 15 per cento?”. I 5 Stelle dicono sì, rimandando alla prima risposta: “Prevediamo un turno di ballottaggio con cui sia possibile attribuire un numero di seggi tale da assicurare a chi ha vinto un margine di maggioranza”.
Terza domanda
“Siete disponibili a ridurre l’estensione dei collegi?”. Terzo sì dell’M5S, che sulla riduzione aveva già aperto. Ma “questo e altri elementi dipendono dall’impianto della legge”.
Quarta domanda
“Siete disponibili a far verificare preventivamente la legge elettorale dalla Consulta?”. Quarto sì, con dubbi: “Abbiamo urgenza di capire come si dovrebbe introdurre questo controllo e come dovrebbe intervenire sulla legge in discussione. Il premier ha affermato che la legge elettorale sarà promulgata dopo la prima lettura da parte del Senato della riforma costituzionale. Significa nessun controllo sul testo in discussione”.
Quinta domanda
“Siete disponibili a ridurre il potere delle Regioni modificando il titolo V e riportando in capo allo Stato funzioni come le grandi infrastrutture, l’energia, la promozione turistica?”. Quinto sì dei 5 Stelle, che hanno però tante perplessità. In particolare, “sulla nuova definizione delle competenze di Stato e Regioni. Dove finisce la ‘programmazione e organizzazione dei servizi sanitari” (materia di competenza regionale) e dove iniziano le “disposizioni generali e comuni per la tutela della salute’ (di competenza statale)? Altro nodo, “la clausola di supremazia” con cui, su proposta del governo, la legge dello Stato può intervenire su materie non riservate alla sua legislazione esclusiva.
Sesta domanda
“Disponibili ad abbassare l’indennità del consigliere regionale a quella del sindaco del comune capoluogo e eliminare ogni forma di rimborso ai gruppi consiliari delle Regioni?”. Sì con obiezione: “Non si capisce come il Parlamento possa intervenire su una materia che dovrebbe essere di competenza regionale”.
Settima domanda
“Siete disponibili ad abolire il Cnel?”. Sì, con rilancio: “Siete disposti a scorporare l’abolizione del Cnel dal resto delle riforme così da approvarlo in tempi più rapidi?”.
Ottava domanda
“Siete disponibili a superare il bicameralismo perfetto impostando il Senato come assemblea che non si esprime sulla fiducia e non vota il bilancio?”. Ottavo sì: “Non siamo pregiudizialmente contrari, a patto che l’assemblea abbia ancora una precisa funzione”.
Nona domanda
“Siete disponibili a che il ruolo del senatore non sia più un incarico a tempo pieno e retribuito ma il Senato sia semplicemente espressione delle autonomie territoriali?”. Sì forzatissimo: “Perché un ruolo come quello del rappresentante delle autonomie non dovrebbe essere a tempo pieno?”. E poi: “Si danno al Senato poteri che vanno molto al di là di quelli locali, inconciliabili con un secondo grado”.
Decima domanda
“Siete disponibili a trovare una soluzione sulle guarentigie costituzionali per i membri di Camera e Senato, individuando una soluzione al tema immunità che non diventi occasione di impunità?”. Sì, così declinato “Affinché l’immunità non diventi occasione di impunità e tuttavia preservi il parlamentare nella sua funzione di rappresentante dei cittadini, riteniamo necessario e sufficiente cancellare le immunità ora previste, eccetto la garanzia dell’insindacabilità per le opinioni e i voti espressi”.
l.d.c, il Fatto Quotidiano 8/7/2014