Maria Elena Zanini, MilanoFinanza 8/7/2014, 8 luglio 2014
A TELEFONICA L’11% DI PREMIUM
Venerdì 4 luglio era toccato a Digital+, ieri a Mediaset Premium. Gli spagnoli di Telefonica hanno approfittato della loro forza e del loro peso industriale per venire in Italia a fare altro shopping. Così, al 14,8% di Telecom Italia ora aggiungono l’11,11% di Mediaset Premium per un investimento di 100 milioni. Una cifra che valuta complessivamente 900 milioni la newco di prossima costituzione, in cui verranno conferite le attività pay italiane del Biscione. Con l’ingresso del colosso delle tlc presieduto da Cesar Alierta nel capitale, Mediaset Premium è pronta a separarsi per la seconda volta dalla casamadre: vedrà la luce entro fine anno la nuova società autonoma e indipendente che poi aprirà il capitale anche da altri soggetti industriali. «E non è finita, è probabile che arrivino altre novità», ha commentato il cfo di Mediaset, Marco Giordani, intervistato ieri da Class Cnbc. Le novità riguardano l’ingresso di altri partner. In pole position, secondo i rumor che si inseguono da mesi, ci sono i francesi di Vivendi (proprietari di Canal+, Universal Music e Gvt) e l’all news del Qatar, Al Jazeera. Ma secondo alcune fonti vicine al dossier consultate da MF-Milano Finanza, in vantaggio nel testa a testa sarebbe Vivendi: per la società di Vincent Bolloré, che ha abbondante cassa a disposizione dopo le recenti cessioni di Sfr, Maroc Telecom e Activision, l’alleanza con la newco Premium-Telefonica, potrebbe essere un’occasione da sfruttare per creare un polo media che possa opporsi al grande progetto europeo del gruppo 21st Century Fox di Rupert Murdoch di concentrare in un’unica società le pay tv europee (Inghilterra, Germania e Italia).
Inoltre se Vivendi entrasse nel capitale di Premium, avrebbe tutte la carte in regola per opporsi al binomio Google-Youtube o all’americana Netflix che in Francia sta crescendo in maniera significativa sul fronte della produzione e distribuzione di contenuti cinematografici e che per questo sta diventando una minaccia per Bolloré.
Del resto, lo stesso Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente del gruppo Mediaset, non ha mai nascosto la possibilità di dare al gruppo una dimensione più internazionale. E in effetti la quota (contenuta) con cui la società spagnola è entrata in Mediaset Premium, lascia spazio ad altri operatori. Anche se nulla vieta a Telefonica di aumentare la propria partecipazione in futuro.
Secondo alcune interpretazioni provenienti dalla Spagna, l’acquisizione dell’11% di Premium si spiega con la volontà di Telefonica, in questo sostenuta dal governo Rajoy, di non far entrare nessun socio straniero nel capitale della piattaforma televisiva a pagamento Digital+. Ipotesi concretizzatasi proprio grazie a Mediaset, che non ha ceduto la propria quota all’interessata Al Jazeera ma ha accettato l’offerta da 365 milioni (30 milioni come contropartita della rinuncia sul diritto di prelazione sulla quota detenuta da Prisa in Digital+) del big delle tlc iberico che già deteneva il 78% di Digital+ dopo aver comprato per 725 milioni il 56% da Prisa. Capitali fondamentali per quest’ultima per far fronte all’indebitamento miliardario con le banche spagnole. Un favore per un favore? Forse sì, se Telefonica ha deciso di entrare con una quota di minoranza in un business che perde sin dalla nascita (2005) e che rimanda di anno in anno il raggiungimento del break even. Adesso è fissato a fine 2014, ma è tutto da raggiungere.
Intanto, con questa doppia vendita, Mediaset, tra Italia e Spagna, ha incamerato complessivamente quasi mezzo miliardo. Capitali che serviranno per sostenere la crescita e in particolare per pagare i diritti sportivi (serie A e Champions League) per il periodo 2015-2018 che costeranno in totale 1,8 miliardi. Ma sono proprio questi contenuti esclusivi che possono ingolosire i gruppi stranieri. In più, adesso il Biscione può presentarsi al mercato con un nuovo alleato, Telefonica appunto, e far la voce grossa nei confronti di Sky Italia.
Maria Elena Zanini, MilanoFinanza 8/7/2014