Massimo Galli, ItaliaOggi 8/7/2014, 8 luglio 2014
A PARIGI CENE IN PIENO SILENZIO
Cenare in silenzio è un’usanza tipica in molti monasteri. A Parigi, però, hanno deciso di farne un evento per così dire mondano, andato in scena in un’ampia sala nella zona del parco delle esposizioni a Porte de Versailles. L’originale iniziativa è stata organizzata dallo chef Thierry Marx e da Coco Brac de la Perrière, consulente-psicologa di molte grandi aziende presenti nell’indice principale della borsa francese.
Al prezzo di 100 euro, ecco i 278 affamati accomodarsi ai tavoli senza proferire parola. Non tutti convinti fino in fondo, magari spinti più che altro dalla curiosità di vivere un’esperienza alternativa. C’è chi ha parlato di recupero della pratica della meditazione. Altri, più concreti, hanno ricordato che oggigiorno in troppi ristoranti la gente parla ad alta voce: non è soltanto questione di disturbare i vicini di tavolo ma anche di mancanza di buona educazione, che porta le persone a doversi occupare controvoglia degli affari altrui.
Oltre al fatto di non poter parlare, c’era un altro problema: con soli dieci camerieri ingaggiati, ogni piatto richiedeva un quarto d’ora per essere servito all’intera sala. Un esercizio di alta pazienza, specialmente quando si ha fame e la chiacchiera riesce in qualche modo a compensare la pancia vuota che reclama a gran voce la sua porzione di cibo. Se gli stomaci cominciano a gorgogliare, come la mettiamo? Il bon ton rischia di svanire.
Coco Brac propone al momento giusto la ricetta per sopportare eventuali disagi: quando si manifesta l’impazienza, osservate il vostro corpo. Difficile capire che cosa passi per la testa dei commensali, che però danno prova di resistenza. Una delle cose più complicate da fare, in un caso del genere, è indirizzare lo sguardo: se incrocio gli occhi di chi mi sta seduto di fronte, come faccio a fare scena muta? Sembrerebbe il contesto ideale per dare un’occhiata al proprio smartphone e rispondere a qualche messaggio. A meno che telefonini e strumenti simili non siano anch’essi vietati.
Massimo Galli, ItaliaOggi 8/7/2014