Enrico Netti, Il Sole 24 Ore 7/7/2014, 7 luglio 2014
«VUOLE IL DOCUMENTO MAGNETICO? VENGA IL 29 DICEMBRE»
«Vuole la carta d’identità elettronica? Si deve prenotare. Fissiamo la data dell’appuntamento... Forse andiamo a ottobre-novembre. Ora controllo, sa è molto richiesta...». È molto gentile la signora del call center del Comune di Milano. Dopo i dati anagrafici, ecco la prima data possibile: «Le va bene il 29 dicembre?». Direi di no, saremo nel pieno delle feste natalizie, non c’è un’altra data, magari un po’ prima? «Prima no: è impossibile che qualcuno rinunci... Le va bene gennaio 2015? Si ricordi di venire nella sede di via Larga». È Milano a conquistare l’oscar per la lista d’attesa più lunga d’Italia: ben sei mesi.
Un tempo d’attesa diventato standard. «A gennaio ho fissato l’appuntamento» racconta una persona che venerdì scorso attendeva il suo turno. Come mai? Tutti i milanesi vogliono la carta d’identità smart, la tesserina plastificata che abilita all’accesso dei servizi online della Pa? Pare proprio di sì. Il Comune ha attivato quattro postazioni (un record positivo) e, in media, in un’ora è in grado di rilasciare 16 documenti, perché l’emissione indicativamente richiede tra i 15 e i 20 minuti di tempo. Questi sono i tempi tecnici. L’onda di piena delle richieste monta soprattutto con il passaparola ed è possibile che l’attesa arrivi a sette mesi e più.
A Torino le prenotazioni si fanno solo online e la situazione si può definire critica. Giovedì sera il sistema TorinoFacile avvertiva: «I posti disponibili sono esauriti. Vi preghiamo di non richiedere codici via sms». Venerdì mattina le prenotazioni sono state riaperte e il sito, verso le 12, propone come primo giorno disponibile il 21 agosto alle 11,30. Una data scomoda. Sempre online si cercano altre opzioni. Zero chance fino a giovedì 18. Ma alle 12,30 saracinesche chiuse: lo stock di prenotazioni è esaurito. Viene così smentita la previsione dell’impiegata che ipotizzava un appuntamento per metà settembre.
Se al Nord le richieste sono troppe o, molto più probabilmente i Comuni non dispongono di un numero adeguato di postazioni, c’è un buon numero di amministrazioni dove gli speciali sistemi in grado di emettere la Cie sono fuori uso. È quanto ha scoperto Il Sole 24 Ore interpellando gli impiegati di un campione di città che partecipano alla pluriennale fase di sperimentazione che dovrebbe accompagnare il lancio del nuovo documento elettronico.
È il caso, per esempio, di Sassari, dove il servizio è «momentaneamente sospeso per motivi tecnici», come si legge sul sito del Comune. Magari il sito non è aggiornato e un caparbio sassarese telefona all’ufficio anagrafe. La postazione è inservibile «da quasi un anno per problemi ai macchinari - è la risposta -. Comunque ci sono anche dei problemi con la burocrazia europea». L’addetto si riferisce, probabilmente, al fatto che nel recente passato alcuni Stati non riconoscono la validità per l’espatrio della "nuova" carta d’identità.
Il solerte cittadino che vuole entrare nell’era dell’Agenda digitale e del Codice dell’amministrazione digitale non si scoraggia e cambia regione. Ora è in Sicilia, a Cefalù, ma anche qui le apparecchiature sono fuori servizio. «La stampante è in riparazione - è la risposta -. Per il momento non si sa se e quando verrà sostituita o riparata».
Servizio dimezzato invece a Trieste. Nel capoluogo giuliano c’erano due uffici abilitati. C’erano, perché «da qualche mese il sistema in via Genova è fuori servizio, ma può andare in via Locchi, l’appuntamento non serve» dice un impiegato. Le cronache locali rivelano, però, che il disservizio del centro civico di via Genova risale alla primavera dello scorso anno.
Disservizio in parte giustificabile a L’Aquila. Il sisma del 2009 ha distrutto la postazione che non è ancora stata rimpiazzata.
Sorprende non poco Firenze, città di Matteo Renzi, il premier che ha fatto della rivoluzione digitale la sua bandiera. La lista d’attesa è di 30 giorni e l’appuntamento viene fissato per il 4 agosto. «Un’altra data?». Si slitta a settembre.
C’è poi il caso della Capitale, dove non viene offerta la possibilità di prenotare telefonicamente oppure online. Alla sperimentazione delle Cie partecipa solo il Municipio VII di Roma. Per fissare l’appuntamento obbligatoriamente ci si dovrà recare qui, al classico sportello, e concordare la data.
Situazione complicata a Napoli. Il sito del Comune informa che dal 10 aprile 2014 la Municipalità 1 ha ripreso il servizio, dando la precedenza a chi si era prenotato in passato. Alla fine del 2011 un’altra nota avvisava che il servizio «non potrà essere assicurato per carenza di personale». Dall’inizio di maggio il via alle nuove richieste, «ma solo per i residenti di Chiaia Posillipo S. Ferdinando» con appuntamenti a partire da settembre. Un operatore ipotizza la possibilità di fissare l’appuntamento per ottobre. Macchinoso il sistema di prenotazione: è attivo solo il primo lunedì del mese, recandosi negli uffici, inviando una email o chiamando via telefono.
In molti altri Comuni i tempi d’attesa si possono considerare ragionevoli: più o meno una settimana. È il caso di Verona, dove si può attendere al massimo una decina di giorni, dipende solo dall’orario scelto; di Piacenza («Venga allo sportello polifunzionale, c’è posto in settimana - dice l’impiegato -. La Cie è molto richiesta per la sua praticità»); di Cremona, in cui non ci sono problemi e vengono rilasciate una ventina di card al giorno.
Per finire c’è un buon numero di amministrazioni che si possono considerare best practice, perché tutto avviene senza particolari problemi. Basta recarsi negli uffici e fare la fila, senza dover prenotare. Si tratta di Siena, dove sono in servizio due postazioni, Catanzaro, Potenza, Parma, Bologna, Biella («Venga direttamente, dipende dalla coda»), Pisa e Livorno.
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Enrico Netti, Il Sole 24 Ore 7/7/2014