Sandra Amurri, il Fatto Quotidiano 6/7/2014, 6 luglio 2014
DIVISI E IN ODORE DI ‘NDRINE ECCO I DEM LUNGO IL PO
Viadana
Il ponte sul Po divide Brescello – che ha dato i natali ai celebri personaggi di Guareschi, Don Camillo e Peppone – da Viadana, a sud della provincia di Mantova nella Bassa Padana. Un ponte che marca anche la linea di confine tra due ‘ndrine rivali. Su una sponda spadroneggia quella di Nicolino Grande Aracri di Cutro, capo dell’omonima cosca, arrestato per aver ucciso, bruciato e gettato in un tombino la collaboratrice di giustizia Lea Garofalo. Sull’altra quella degli Arena di Isola Capo Rizzuto che si è infiltrata nel tessuto economico, sociale e anche politico. “Fin dentro il circolo del Pd di Viadana nell’indifferenza dei dirigenti provinciali, regionali e nazionali”, spiega Paolo Zanazzi, capogruppo dei democratici in consiglio comunale, fuoriuscito dal circolo assieme ad altri militanti per fondare quello di Cogozzo - Cicognara.
Il PD, dopo aver fatto per molto tempo il pesce in barile, li ha commissariati entrambi, generando l’indignazione dei militanti del nuovo circolo fuoriusciti proprio a causa di iscritti non proprio immacolati a Viadana.
Andiamo con ordine. Il 17 marzo del 2013 Claudio Meneghetti , dirigente del partito regionale e autore di La ‘ndragheta all’assalto delle terre dei Gonzaga, invia una lettera all’allora segretario regionale del Pd, oggi ministro renziano all’agricoltura, Maurizio Martina per metterlo in guardia sulle possibili infiltrazioni mafiose nel circolo di Viadana e segnalando circa una quarantina di tessere sospette. Tra queste c’è anche quella dell’assessore alle Nuove povertà, Carmine Tipaldi, che, secondo la Dda, sarebbe una delle persone citate nella telefonata intercettata tra Nicola Lentini, “rappresentante del clan Arena per la zona emiliana”, con un mafioso di Cutro: “Ci possono dare 30, 40, 50 anni, che importa? Ormai Viadana è nostra”. Assessore che si è dimesso quando l’intercettazione è divenuta pubblica incassando la solidarietà di Giorgio Penazzi, sindaco Pd per quattro anni. Alle elezioni amministrative Carmine Tipaldi, con 316 preferenze, era risultato il più votato.
Un caso emblematico è quello che riguarda la presentazione del libro di Nando dalla Chiesa, Manifesto dell’antimafia. “Faccio fatica a raccontare fatti incredibili che però fotografano lo stato in cui versa il Pd – premette Paolo Zanazzi, ex capogruppo dei democratici in Comune e cofondatore del nuovo circolo Cogozzo-Cicognara –. Il commissario Fabrizio Santantonio, telefona al nostro segretario, Daniele Mozzi definendo l’iniziativa illegittima in quanto solo lui può usare il simbolo del partito. Il compagno risponde che già siamo stati commissariati come se fossimo noi responsabili degli iscritti in odore di mafia dell’altro circolo e ora ci impedisce anche di organizzare un’iniziativa sulla legalità come la presentazione del libro di dalla Chiesa? E non è finita. Chiedo all’ufficio tecnico del Comune l’autorizzazione per la piazza, dapprima si rifugiano dietro a mille scuse fino a quando non scopriamo, è tutto documentato, che il commissario del Pd aveva inviato una nota al dirigente in cui gli chiedeva di sospendere l’autorizzazione. Il commissario del partito dice all’ufficio tecnico del Comune di negarci l’autorizzazione per la presentazione del libro di Dalla Chiesa. Alzo la voce e alla fine l’ingegnere ci rilascia l’autorizzazione anche senza l’ok del commissario. E non è ancora finita. Diana De Marchi, responsabile legalità della segreteria nazionale candidata di Civati, mi chiede di inserire il suo nome nel comunicato stampa che presentava l’evento. Il giorno dopo mi invia una serie di sms per dirmi di toglierlo perché crea problemi al Pd milanese. Non ho cancellato il suo nome e le ho risposto di essermi pentito di averla votata. Quando ha appreso che l’iniziativa aveva avuto molto successo mi ha chiamato per dirmi: ‘se lo avessi saputo sarei venuta lo stesso’. Da rabbrividire: così si è ridotto questo partito”. Un partito che nel circolo di Viadana conta anche tessere fatte nel bar Mymont, quello gestito e frequentato da calabresi trapiantati lì.
“Ho vissuto una cosa stranissima –racconta Antonella Forattini, segretaria provinciale –. Nel febbraio 2013 durante una cena elettorale sono stata avvicinata da alcune persone che mi hanno offerto 350 preferenze e io ho rifiutato”. E di fronte a uno scenario così allarmante “l’attuale ministro Martina e tanti altri come lui si sono girati dall’altra parte – rincara la dose Meneghetti –. Nonostante Roberto Vitali, presidente della commissione regionale abbia cercato in tutti i modi di sollecitare il loro intervento. La mia lettera riservata è anche finita nelle mani del presidente della commissione di garanzia Candido Roveda che l’ha consegnata al circolo di Viadana. Dopo poco Roveda si dimette, si candida a segretario per i renziani e vince a Viadana per 140 a zero”. Questa storia che sembra inventata finisce, per ora, con il Pd che, non potendo più chiudere gli occhi, commissaria entrambi i circoli. “Come se anche noi avessimo tesserati pregiudicati”, ribatte Zanazzi che non vuole arrendersi di fronte al fatto che, forse, anche per il suo partito le tessere e i voti non hanno né sapore né odore.
Sandra Amurri, il Fatto Quotidiano 6/7/2014