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 2014  luglio 06 Domenica calendario

“OFFESE AL COLLE, CHE CAVOLATA HO FATTO”

[Intervista a Debora Billi] –
È metà mattina, la responsabile web del Movimento 5Stelle a Montecitorio Debora Billi ha trascorso una notte d’inferno. Tutto per un tweet-choc della sera prima: «Se ne è andato Giorgio. Quello sbagliato. Faletti». Diluvio di critiche, un vano tentativo di ridimensionare il caso — «così imparo a rubare le battute» — infine la resa. E le scuse, stavolta messe nero su bianco su Facebook: «Al presidente della repubblica Napolitano per l’accaduto, augurandogli naturalmente una vita lunga e serena, e con il M5S a cui ho creato imbarazzo. Non accadrà più».
Il suo tweet è un caso. Un brutto incidente notturno?
«Sì, ho scritto che le battute infelici scappano».
È stata travolta dalle critiche.
«Uno tante volte non pensa di essere un personaggio pubblico. E io, d’altra parte, non sono abituata, sono una blogger. Poi ho assunto l’incarico con il M5S, un ruolo che per un anno e mezzo sono riuscita sempre a rispettare. Fino a questa scivolata».
Le hanno consigliato di scusarsi?
«No, ho deciso da sola per le conseguenze che potevano esserci per il Movimento: non trovo giusto che ci siano ricadute per una cavolata che ho fatto io».
Ma come le viene in mente di augurare la morte a Napolitano?
«Non volevo certo augurargli la morte, la cosa non era neanche nei miei pensieri. Ero stata colpita dalla morte di un sessantenne, una cosa che è capitato a tutti di vedere nella vita con persone vicine. È uscita una battuta di cattivissimo gusto».
Nel suo profilo Twitter ricorda che è madre. E c’è chi le ha detto che non è un bell’insegnamento per suo figlio.
«Quello mi è davvero dispiaciuto, perché mio figlio ha visto questi insulti e ho tentato di allontanarlo per oggi da Internet. Comunque sono stata maleducata e irrispettosa, mettere in imbarazzo gli altri è orribile. Anche se devo dire che chi mi ha insultata non è stato neanche molto educato...».
Le hanno chiesto le dimissioni?
«Non ho parlato con nessuno di dimissioni, se dovesse accadere farò le mie valutazioni».

Tommaso Ciriaco, la Repubblica 6/7/2014