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 2014  luglio 07 Lunedì calendario

L’UOMO CHE SUSSURRAVA AI PITBULL


Come si parla ai cani? Con il silenzio. Bastano pochi ma studiati gesti per entrare in sintonia con il proprio animale. Simone Dalla Valle lavora sul comportamento canino da anni, è un istruttore cinofilo («anche se in Italia questo lavoro non è riconosciuto», spiega) e dedica tutto il suo tempo a risolvere i problemi dei cani con disturbi comportamentali. Con tanta pazienza. Simone è nato a Milano dove ha studiato filosofia. Ha cominciato a lavorare come educatore di bambini, solo più avanti ha cambiato «clienti» e si è dedicato ai cani (fino a condurre una serie tv molto amata dai più piccoli. «Missione cuccioli». Andata in onda su Sky). La mancanza di spazio e di luoghi aperti in città lo hanno portato qualche chilometro più in là, dalle parti di Tortona in piena campagna «Qui non esistono recinti e limiti. Se il mio cane vuole correre, lo può fare a tutta velocità».
Sentinella si avvicina e annusa. Gira intorno, abbassa il muso e registra tutti gli odori. Questo è il suo modo per fare conoscenza. Non servono carezze sulla testa, abbracci e soprattutto parole: basta rispettare i suoi tempi, aspettare che si avvicini. I cani sentono i nostri sentimenti, spiega Simone, se noi siamo sereni e li trattiamo da cani, anche loro si comporteranno di conseguenza. Simone sa di usare parole impopolari, «ma il segreto è proprio questo: trattare un cane come un cane, nel pieno rispetto della sua dignità. Non è un bambino, né un surrogato di fidanzato, madre, badante. Se è davvero il miglior amico dell’uomo, vale tutto il nostro rispetto, no?». Quando Simone abitava a Milano aveva adottato un cane, ma solo dopo ha scoperto che proveniva da un sequestro per maltrattamento. Spesso aggrediva le persone per strada e solo con l’aiuto di un istruttore, e dopo due anni di rieducazione, l’animale ha imparato a vivere con più serenità. Da lì ho cominciato a studiare e ho capito che quello dell’istruttore cinofilo era in realtà il lavoro adatto a me».
In un prato sulla collina appena sopra Salice Terme Sentinella, «un incrocio tra un pitbull e non so bene cosa», tenta con fatica di seguire le indicazioni del fotografo. Prende la corda tra i denti, ma la tira solo se Simone sta al suo fianco. Annusa l’auto forse attratto dal colore giallo della 500 L Trekking. Sembra piacergli, ci salta sopra, poi dentro, si sporge dal finestrino e si riposa rallentando lentamente il respiro dopo la corsa. «È stanco, non è più un cucciolo». Simone vive in una casa circondata dal verde con Sentinella, Lucy e Shaka, un po’ amici e un po’ guardie del corpo. Ma non ci sono solo loro. Ci sono anche tutti gli ospiti dei canili da accudire e poi quelli dei suoi clienti. Ognuno con un diverso problema. «C’è chi morde, ringhia, chi non ascolta, ma alla base di ogni azione dell’animale c’è una causa scatenante. Non bisogna guardare solo il sintomo, ma la causa». Un lavoro che ha molti punti in comune con quello di uno psicologo: osservare i comportamenti e capire dove risiede il problema.
Al termine del servizio fotografico, piove, Sentinella salta nel bagagliaio dell’auto di Simone per ripararsi dall’acqua. Lo spazio dove si sdraia è diviso da una rete dal resto della vettura e nel sedile posteriore c’è una grossa cesta che serve a proteggere anche un altro cane negli spostamenti in auto. Con l’estate e le vacanze in arrivo, oltre ai consigli per «parlare» in maniera adeguata con i proprio cani, Simone deve anche insegnare come gli animali vanno trattati nei lunghi viaggi. E un’auto come la 500 L si presta bene per la lezione pratica. «Innanzitutto è obbligatoria la cintura di sicurezza (una apposita, non quella che utilizziamo anche noi) se il cane viaggia sul sedile del passeggero», spiega l’istruttore. L’auto è il mezzo migliore per trasportare gli animali, molto meglio dell’aereo, della nave e anche del treno, non ancora attrezzato per ospitare gli amici a quattro zampe. «È indispensabile che il cane abbia spazio a sufficienza per alzarsi e girarsi, ma non troppo, deve comunque essere protetto da eventuali sbalzi e curve improvvise». E poi tutti gli accorgimenti che si terrebbero con i bambini. «Non viaggiare con il caldo, aria condizionata accesa, soste per bere, vetri possibilmente oscurati o con tendine. E, importante, tenere in considerazione l’intera meta del viaggio e non soltanto il luogo di arrivo». Non basta scegliere una casa di villeggiatura con il giardino se poi il cane non può godere di spazi aperti dove muoversi.
E per capire se il cane durante il viaggio sta bene? é nervoso, stressato, preoccupato? «Basta osservarlo». Detto così è semplice, ma interpretare i comportamenti di un cane non è cosa da tutti. Per questo Simone Dalla Valle ha provato a raccontare il linguaggio canino in un libro, «Come parla il tuo cane. E come tu puoi parlare con lui» (ed, Tea, 20 euro). Nelle pagine centrali una lunga carrellata di foto che immediatamente spiegano gli atteggianti e le posizioni degli animali e cosa in realtà significano. «Uno sbadiglio, ad esempio, non è sempre sinonimo di stanchezza, ma spesso significa un alto livello di stress». Capire questo significa «parlare davvero con i cani. E non è solo una capacità dei Santi, scherza ricordando San Francesco, tutti coloro che amano gli animali sono in grado di farlo».