Greta Slaunich, CorriereEconomia 7/7/2014, 7 luglio 2014
HI -TECH L’UOMO CHE VOLÒ SUL NIDO DI APPLE E GOOGLE
C’è chi lo indica come il vero erede di Steve Jobs alla Apple e chi invece lo vedrebbe bene a dirigere Google al posto di Larry Page. Ma la vera fortuna di Tony Fadell, 45 anni, non ha niente a che vedere con i due colossi: in tanti sono pronti a scommettere che è con Nest Labs, la startup che si occupa di reinventare gli oggetti di casa grazie all’Internet delle cose, che l’ingegnere lascerà il segno nell’industria tech. I prodotti rivisitati dalla società, acquisita da Google per oltre 3 miliardi di dollari, sono di fatto tanti cavalli di Troia capaci di invadere la nostra vita di tutti i giorni. Così Fadell, ex dipendente Apple ora al lavoro da Google dopo l’acquisizione della startup, secondo molti avrebbe le carte in regola per ambire alle poltrone di amministratore delegato di entrambe le società. Originario del Michigan, Fadell muove i primi passi nell’informatica grazie a un corso scolastico estivo di programmazione e a un computer Apple. Dopo la laurea in ingegneria informatica, nel 1991, si trasferisce nella Silicon Valley dove prima bussa alla porta di General Magic e poi approda alla Philips.
Con Steve Jobs
In quegli anni l’azienda sta esplorando il mobile e Fadell sviluppa i palmari Velo e Nino, ma i due modelli non hanno il successo sperato. Per l’ingegnere è una delusione e ne discute anche con Steve Jobs in persona quando lo contatta per portarlo alla Apple a lavorare su un dispositivo mobile di riproduzione musicale (che diventerà il primo iPod). Fadell, visto il core-business di Apple (ancora saldamente legato ai computer) teme un secondo flop ma il ceo della «Mela Morsicata» insiste riuscendo a portarlo, nel 2001, a Cupertino.
Assegnato alla squadra al lavoro sull’iPod, lavora a stretto contatto con Jobs con il quale ha un rapporto piuttosto burrascoso. In una recente intervista alla testata americana Fortune, Fadell ricorda gli scontri (frequenti) con il ceo: «Pensava che io facessi troppe domande. Io chiedevo informazioni e dettagli e lui mi rispondeva “Basta così”. Ma poi era il suo turno di farmi troppe domande e io finivo per chiedergli di lasciarmi in pace». Dopo aver lavorato allo sviluppo del primo iPhone, decide di lasciare Cupertino: è il 2008, e per un anno e mezzo Fadell si prende una pausa trasferendosi in Francia. Al suo ritorno nella Silicon Valley è pronto per un nuovo progetto: Nest Labs. Il primo prodotto sviluppato dalla startup, fondata insieme a Matt Rogers (un altro ex Apple), è uno speciale termostato hi-tech. L’oggetto registra e memorizza le abitudini dei consumatori regolando la temperatura in base alle loro esigenze, ma può anche essere comandato da remoto tramite smartphone. Viene lanciato nel 2011: anche se la startup finora non ha mai rivelato i dati di vendita, pare che ne siamo stati acquistati circa un milione di esemplari.
Acquisizioni
Forte del successo dei prodotti (nel frattempo è arrivato sul mercato anche un rilevatore di fumo intelligente), Fadell inizia una «campagna acquisti» portando nell’azienda diversi ex colleghi in arrivo dalla Apple. Facendo però attenzione a non creare una cultura aziendale simile a quella della Mela Morsicata: Nest è più aperta, più caotica, i rapporti tra i dipendenti sono meno legati alle gerarchie. Un’atmosfera che, secondo Fadell, è rimasta intatta anche dopo l’acquisizione da parte di Mountain View nel gennaio scorso (per la cifra di 3,2 miliardi di dollari in contanti).
La vera svolta di Nest Labs, però, comincia adesso: a fine giugno la startup ha preso il controllo di Dropcam, azienda che si occupa di sistemi di sorveglianza domestica. E ha dato il benvenuto a sviluppatori ( pare ce ne siano già 5mila al lavoro) e compagnie esterne che avranno la possibilità di realizzare software in grado di comunicare con i suoi prodotti. Per ora Nest ha dalla sua termostati, rilevatori di fumo e videocamere, tutti dispositivi che potranno dialogare con smartphone, altri elettrodomestici e con l’automobile. Fadell e i suoi sono al lavoro anche sull’integrazione del sistema con i comandi vocali di Google. E’ solo l’inizio: c’è chi scommette che Larry Page creda nella domotica legata all’Internet delle cose al punto da essere pronto a fare investimenti su Nest Labs. Secondo alcuni analisti si parla addirittura di centinaia di milioni. E Fadell? In molti lo indicano come probabile successore del ceo di Big G, un’ipotesi che diventa più concreta quanto più aumenta l’importanza della startup all’interno del colosso. Ma in tanti si aspettano invece che il successo del 45enne sia solo una delle sue armi da giocare nello scontro per la successione di Tim Cook ai vertici Apple. Che il suo futuro sia a Google o ad Apple, Fadell ha le idee chiare: come ha dichiarato in un’intervista alla testata online The Verge «ho una visione e voglio costruirla».