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 2014  luglio 07 Lunedì calendario

LE LETTERE PROIBITE DEL PRESIDENTE HARDING

Parlano di «baci e carezze appassionate» scambiate nella cabina di una nave. Raccontano un amore «pazzo, tenero, devoto, ardente, selvaggio, insaziabile, avido, geloso e arrabbiato», un «fuoco che accende e consuma», «un trasporto mozzafiato». Sono lettere travolgenti, piene di fantasie sessuali e di allusioni a veri incontri d’amore torridi ed estenuanti. Ne scrisse centinaia, alcune lunghe anche 30 pagine, il futuro ventinovesimo presidente degli Stati Uniti, Warren G. Harding, tra il 1905 e il 1914, già sposato e figura pubblica di primo piano, vice-governatore dell’Ohio e poi senatore dello Stato di New York. Oggetto del suo desiderio corrisposto, una donna di grande bellezza, Carrie Fulton Phillips, 8 anni più giovane. Anche lei sposata, con uno dei suoi amici. Un secolo dopo, 50 anni da quando nel 1964 fu donata sotto vincolo alla Libreria del Congresso, l’intera corrispondenza di Harding, quasi 900 pagine, verrà resa pubblica online il 29 luglio prossimo, offrendo uno straordinario sprazzo della vita privata di un presidente repubblicano, che non ha lasciato tracce significative nella Storia americana, a parte lo scandalo che vide il suo segretario al Tesoro sotto accusa per corruzione. Già una decina di anni fa il contenuto di alcune lettere era venuto fuori per caso, quando alcuni microfilm furono scoperti da uno storico in un archivio dell’Ohio e pubblicati in un libro poco conosciuto. Ma se le anticipazioni sono queste, la pubblicazione integrale promette particolari incandescenti. Il pensiero corre agli amorazzi di John F. Kennedy o le «sveltine» di Bill Clinton e Monica Lewinski nello Studio Ovale, peraltro mai raccontate in dettaglio. Certo, al momento di entrare alla Casa Bianca, nel 1921, Harding aveva da tempo chiuso la storia d’amore con la signora Carrie. Ma aveva rischiato molto di più, organizzando viaggi segreti con l’amante in Germania, Inghilterra e Canada, o week-end clandestini a New York. Nulla però impedì la sua candidatura e l’elezione a presidente. In confronto, al povero Gary Hart nel 1988 bastò una sola gitarella in barca e una foto con la modella Donna Rice, per veder distrutta una sicura nomination democratica.