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 2014  luglio 05 Sabato calendario

LE TELEFONATE E LE RACCOMANDAZIONI «AL CENTRO DI RELAZIONI ALTISSIME»


Dietro le quinte dell’arresto ci sono le dichiarazioni dei supertestimoni dell’inchiesta: l’ex presidente del Consorzio Giovanni Mazzacurati, l’ex ad del gruppo Mantovani Piergiorgio Baita, l’ex segretaria di Galan Claudia Minutillo.
Ma dietro l’urgenza del provvedimento c’è l’allarmante comportamento di Milanese delle ultime settimane, che viene descritto in una nota informativa della Guardia di Finanza allegata all’ordinanza del gip Alberto Scaramuzza. «Dalla nota si evince che Milanese, nonostante fosse ormai a conoscenza dell’indagine a suo carico, ha continuato in comportamenti analoghi». Quali?
L’alto ufficiale e l’acqua minerale
«Contattando un elevatissimo ufficiale della Guardia di Finanza per influire su dinamiche interne al Corsi dell’Accademia, ottenendo quanto richiesto... Continuando a contattare utenze del quartier generale della Guardia di Finanza presso il comando generale di Roma...». L’alto ufficiale, il Comando, l’Accademia e i raccomandati. Non solo. «Veniva contatto da un uomo della polizia tributaria di Roma che gli chiedeva come favore di intervenire su una questione relativa alla sospensione da parte del Ministero della Salute di un decreto autorizzativo all’imbottigliamento e commercializzazione di un’acqua minerale nell’interesse di una ditta privata, organizzando per questo motivo incontri riservati».
In questo caso non si tratta di tangenti ma per il gip di Venezia, Alberto Scaramuzza, «tutto ciò conferma che Milanese è ancora in grado di contare su elevatissime relazioni che gli permettono di interloquire e soprattutto interferire nell’esercizio di pubblici poteri per interessi privati».
Il supertestimone e Tremonti
Per quanto riguarda la mazzetta da 500 mila euro, la pietra miliare dell’indagine è la testimonianza di Mazzacurati, l’uomo cioè che quei soldi avrebbe consegnato personalmente nelle mani del collaboratore dell’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti: «Milanese assicurava che i finanziamenti di volta in volta richiesti dal Ministero delle Infrastrutture sarebbero stati concessi con parere favorevole del Ministero dell’Economia solo se gli fosse stata versata una somma di 500 mila euro — ha messo nero su bianco il «Re» del Mose — La dazione avveniva a Milano, negli uffici della Palladio finanziaria, in presenza del dottor Meneguzzo... In quell’occasione fui accompagnato a Milano dal dottor Sutto (uno dei due “cassieri” del Consorzio Venezia Nuova, ndr)...». Sutto conferma: «Gli consegnai la borsa e lui andò nell’ufficio della Palladio dove doveva incontrare Meneguzzo». Meneguzzo, l’ad di Palladio che aveva messo in contatto Mazzacurati con Milanese e che conferma l’incontro, anche se nega la tangente. Quanto a Tremonti, Mazzacurati parla così: «Per risolvere i problemi della disponibilità finanziaria insorgeva un contatto con Tremonti che forniva ampie rassicurazioni..., era un problema fondamentale riuscire ad arrivare a convincere il ministro». Mentre Claudia Minutillo riferisce quanto aveva sentito dire: «Mi raccontarono che Neri del Consorzio aveva nel cassetto 500 mila euro da consegnare a Marco Milanese per Tremonti e li buttò dietro l’armadio quando arrivò la Guardia di Finanza. Loro sigillarono l’armadio e la sera andarono a recuperare i soldi».
L’Sos Parlamento
Nell’ordinanza il giudice ricorda i ruoli dei singoli nella vicenda. Fra gli altri Baita: «Al quale Mazzacurati ha richiesto l’anticipazione della somma di 500 mila euro... Mazzacurati incaricava Neri di incassare il denaro contante da Baita, tramite Buson... Qui subentra il meccanismo delle false fatturazioni e la provenienza della mazzetta proprio dai fondi neri...». Mentre Meneguzzo apre le porte di Milano. A testimoniare lo stretto rapporto fra l’ad di Palladio, Mazzacurati e Milanese, il gip cita 61 telefonate in tre mesi «proprio nel periodo antecedente la dazione». Ed è nell’ottica del consolidato rapporto fra i tre «che va valutato l’interessamento di Meneguzzo e Mazzacurati all’esito della votazione del Parlamento sull’autorizzazione all’arresto di Milanese del 2011 da parte del Tribunale di Napoli... Meneguzzo si raccomanda di rimanere riservato temendo che alcune vicende venissero scoperte».
Il generale
Infine, il generale della Guardia di Finanza Emilio Spaziante, anche lui del «giro»: «Milanese metteva in contatto Mazzacurati e Meneguzzo con Spaziante, fungeva da tramite per i successivi contatti e garantiva con la propria presenza lo sviluppo delle illecite trattative». Mentre Meneguzzo racconta gli incontri: «Milanese lo conobbi 7,8,10 anni fa, faceva parte del team del ministro», ha messo a verbale spiegando che le frequentazioni di Milanese con Mazzacurati erano intense «10-15 volte... regolarmente il lunedì mattina, quasi mensilmente ci si vedeva a tre... a volte nella hall dell’hotel Principe di Savoia a Milano… li lasciavo soli perché erano talmente lunghi... io facevo la segretaria». A Mazzacurati serve Milanese per sbloccare i 400 milioni del Cipe ma il braccio destro di Tremonti avrebbe fatto qualcosa in più, spingendo il provvedimento con cui il governo Berlusconi decide di concentrare sui poche opere pubbliche,tra queste il Mose, tutti i fondi a disposizione. «La legge prevedeva che non potessero essere destinati in una singola area più del 15 per cento dei fondi — spiega ancora Meneguzzo — Mazzacurati con Milanese lavorava per fare in modo che si superasse questo collo di bottiglia e che quindi i finanziamenti potessero arrivare al Mose». E ancora, a conferma dell’attivismo del consigliere di Tremonti: «Milanese conosceva tutti alla guardia di Finanza, nell’ufficio del ministro tutti i finanzieri, amici e nemici, andavano da lui a baciare la pantofola perché tutti avevano bisogno... così sembrava l’ufficio di grazia ricevuta». Contatti, come ha svelato l’inchiesta, messi a servizio di Mazzacurati e del sistema Mose.