Maurizio Caverzan, Il Giornale 5/7/2014, 5 luglio 2014
TUTTA LA TV A MISURA DI MATTEO
Il telerenzismo è un virus che si diffonde silenzioso ma efficace. Colpisce poco alla volta e non risparmia nessuno. Un manager qui, un amministratore delegato là. Un giornalista emergente di centrosinistra, un produttore cinetv modaiolo, un massmediologo, un regista di tendenza. Una vera epidemia. Tutti si divertono con la parodia che ne fa Crozza, dentoni in fuori e sguardo ebete. Il premier è un parvenu un po’ ingenuo, ok. Ma poi, poche storie: con l’eccezione di «Giova» Floris che a Crozza concede e concederà pure a La7 la copertina-trampolino, il mondo della comunicazione vota all’unanimità per uno dei suoi. «Il miglior comunicatore dopo mio padre», ha detto l’altra sera Pier Silvio Berlusconi prendendo in contropiede un parterre di direttori ed editori attovagliati a Cologno Monzese per la presentazione dei palinsesti. Sarà un certo piglio decisionista, la dialettica light, la propensione per l’editoria e i new media o tutte e tre le cose insieme... Fatto sta che la televisione e pure il cinema patiscono un’attrazione totale per il premier che veste in bluette. Oltre a una faccenda di moda e portamento, è un feeling spontaneo, generazionale, post-ideologico. È la sinistra light. La new generation della comunicazione. La rete dei quarantenni. «Se non succede qualcosa Renzi vince per vent’anni», ha preconizzato con un certo disincanto il 45enne Berlusconi junior in occasione del citato endorsement. Perciò, meglio ingraziarselo e tenerselo buono.
Dopo il distacco di Giorgio Gori, ghostwriter delle prime Leopolde, adesso il renziano sulla rampa di lancio è Antonio Campo Dall’Orto. Cinquantenne veneto con corposo curriculum nelle telecomunicazioni alle spalle (Canale 5, Mtv e La7 di Telecom, l’americana Viacom), scalda i motori come consigliere d’amministrazione di Poste (nomina renziana) in attesa che si liberino gli uffici giusti in Viale Mazzini. Ma chi ha seguito la cavalcata renziana lo ha trovato spesso nei pressi. Pur stando spesso «in giro per il mondo» qualche giorno fa ha confidato al Corriere della Sera di aver «letto con interesse una dichiarazione del premier Matteo Renzi su una Rai che contribuisca alla rinascita del Paese» eccetera eccetera. Possibile contendente di Dall’Orto è Luigi De Siervo, fiorentino, amministratore delegato di RaiCom, amico di lunga data del premier, fratello di Lucia che ha lavorato a lungo nella segreteria del sindaco, ideatore della «Leopolda della Rai» che dovrebbe giungere a maturazione dopo l’estate proprio quando potrebbero avvenire cambiamenti di vertice in Viale Mazzini.
Mediaset e Rai, il telerenzismo serpeggia anche dalle parti di Sky. Chissà, questione di linguaggi e modernità, come si è visto con la recente campagna istituzionale della pay tv di Murdoch che sui principali quotidiani magnificava le doti innovative e produttive dell’azienda. Ma anche questione di sostanziosi diritti televisivi del calcio. In piena querelle per l’assegnazione dei pacchetti per le esclusive della Serie A, Andrea Zappia, ad di Sky Italia, è stato ricevuto da Renzi in persona.
A ben vedere, la rete di Matteo (errediEmme) nasce spontanea: tutti «in soccorso del vincitore» (la citazione di Flaiano è diventata un mantra quando si parla del premier). Registi, attori, volti tv declamano ai quattro venti la loro passione. Il 42enne Pierfrancesco Diliberto in arte Pif, è stato uno dei relatori pro-rottamazione alla Leopolda dell’autunno scorso. Qualche mese dopo è approdato al Festival di Sanremo, titolare dell’anteprima Sanremo & Sanromolo, e ora avrà una rubrica radiofonica in Rai (tutto meritato, s’intende). Pif è il compagno di Giulia Innocenzi, la santorina conduttrice di Announo, spin-off di Servizio Pubblico, che nella puntata d’esordio ebbe Renzi come ospite-lancio («Fosse per me un programma come questo lo porterei in Rai», disse). La mafia uccide solo d’estate, il pluripremiato e anti-andreottiano film di Pif, è stato prodotto dalla Wildside di Lorenzo Mieli e Mario Gianani. Il primo, figlio di Paolo, è compagno di Clementina Montezemolo, rampolla di Luca Cordero a sua volta grande sponsor dell’ex sindaco fiorentino. Il secondo è il marito di Marianna Madia, attuale ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione, nonché protagonista di un cameo in Pazze di me diretto da Fausto Brizzi (e prodotto dalla solita Wildside), 45enne regista di successo, anche lui habitué della Leopolda e con un passato scoutista di cui andar fiero. Tornando a Mieli, è amministratore delegato di FremantleMedia Italia, appartenente alla multinazionale, leader mondiale nell’ideazione e distribuzione di programmi d’intrattenimento. Tra i suoi titoli: X Factor, Got Talent, The Apprentice. E, per l’Italia, Masterpiece, Per tutta la vita...
Infine, c’è Carlo Conti di Sesto Fiorentino, fresco padre di Matteo (il premier avrebbe dovuto fare da padrino al battesimo), conduttore del prossimo Sanremo che, affiancato da Chiara Francini di Campi Bisenzio, parlerà fiorentino...