Carlo Tavecchio, la Repubblica 7/7/2014, 7 luglio 2014
GENTILE
Direttore, mi rivolgo all’autorevolezza de La Repubblica per chiarire alcune circostanze riportate in un articolo apparso sul Suo giornale del 2 luglio
2014 a firma Lorenzo Tondo, illustrate - almeno apparentemente - in modo tale da gettare discredito sulla mia persona. Innanzitutto si parla di “ombre” del passato e vorrei quindi rassicurare i Suoi lettori - ove mai fossero davvero interessati alla mia persona - che la mia “fedina penale” è immacolata. Le ombre cui si riferisce l’articolista, sono da tempo note a tutto il movimento calcistico di cui faccio parte e che mi ha eletto quattro volte alla presidenza della Lega Nazionale Dilettanti. Al mio arrivo in Lega ho trovato una situazione patrimoniale compromessa e ho iniziato a lavorare per valorizzare un potenziale inespresso di valori sull’intero territorio della penisola, di dimensioni gigantesche e in grado non solo di assicurare l’attività sportiva a centinaia di migliaia di giovani e meno giovani, ma anche di produrre ricchezza per le comunità locali, l’industria nazionale e l’intero movimento sportivo. Oggi la LND conta oltre 14.000 associazioni, 65.000 squadre, 1.200.000 calciatori, più di 100.000 dirigenti tesserati, con un movimento complessivo che genera 1,5 miliardi di euro di fatturato annuo. Questa crescita è stata possibile anche attraverso le attività di ricerca e la sperimentazione per la realizzazione di campi in erba artificiale di ultima generazione, che hanno migliorato le condizioni di gioco nel nostro paese, rilanciando un settore industriale tutto italiano altrimenti dominato da aziende straniere. Sull’attività svolta dal nostro Dipartimento Erba Artificiale, hanno indagato e si sono sempre pronunciati favorevolmente sia uffici giudiziari sia gli uffici dell’Autorità Garante della Concorrenza. Commissioni della FIFA e della UEFA hanno indicato il modello della LND come un benchmark
del settore.
Oggi, la LND è uno dei cinque laboratori al mondo autorizzati dalla FIFA ad omologare campi in erba artificiale. In Italia, abbiamo inoltre inserito criteri per la protezione dell’ambiente e la salvaguardia della salute superiori a quelli esteri, imponendo trattamenti speciali ai materiali di gomma riciclata perché sono nocivi non secondo Tavecchio, come afferma il Suo articolista, ma sono nocivi per il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità ed era quindi nostro dovere intervenire. Trattandosi di un’attività con poca marginalità economica, nessun altro laboratorio ha voluto cimentarsi nelle operazioni di controllo e certificazione di qualità. Quest’attività così importante viene infatti addebitata alle società e agli Enti Locali proprietari degli impianti in una misura assai ridotta che ci consente di coprire i costi e continuare a investire in ricerca. Presidente Lega Nazionale Dilettanti