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 2014  luglio 06 Domenica calendario

Il 15 luglio davanti al giudice civile Rosanna De Rosa del tribunale di Napoli si discuterà di Benedetto Croce

Il 15 luglio davanti al giudice civile Rosanna De Rosa del tribunale di Napoli si discuterà di Benedetto Croce. Entra così nel vivo il giudizio per diffamazione promosso due anni fa dallo scrittore e giornalista Roberto Saviano accusato con articoli di quotidiani e con servizi televisivi di avere inventato un episodio degli anni giovanili del filosofo nato a Pescasseroli.Ricapitoliamo i fatti. Nel novembre 2010 durante la trasmissione Vieni via con me Saviano fa un monologo sul terremoto dell’Aquila il cui incipit è centrato su un episodio del sisma di Casamicciola del 1883: rimasti intrappolati sotto le macerie della pensione che li ospitava il padre di Benedetto Croce avrebbe detto al figlio “offri centomila lire a chi ti aiuta a salvarti”. Dell’intera famiglia, con il padre, la madre e la sorella, soltanto Benedetto, allora diciassettenne si salverà. Qualche mese dopo, il monologo viene inserito nel libro Vieni via con me, edito da Feltrinelli che raccoglie i testi del programma televisivo.A questo punto, siamo al marzo 2011, scende in campo la storica Marta Herling, nipote di Croce e figlia di Gustaw Herling, che scrive una lettera al Corriere del Mezzogiorno intitolata dal direttore Marco Demarco in maniera netta: La Herling: “Su Croce, Saviano inventa storie”. Chiara la tesi della storica: sul terremoto del 1883 abbiamo la versione di un solo testimone oculare, Croce, che la racconta nel libro Memorie della mia vita e non cita la frase delle “centomila lire”; perché allora Saviano utilizza versioni orecchiate? Perché, secondo la Herling, Saviano vuole portar avanti una tesi: ‘mazzette’ allora per i terremoti, ‘mazzette’ oggi, la storia si ripete e soprattutto si perpetuano i grandi mali del nostro Mezzogiorno, mali atavici dai quali non può essere immune nessuno di noi. Dal giorno successivo alla pubblicazione della lettera si susseguono gli interventi a cominciare dal Giornale, il quotidiano della famiglia Berlusconi, e dal sito Dagospia (con Carlo Tarallo), per continuare con il Foglio (con Marina Valenzise) e il Fatto Quotidiano, senza contare varie puntate sul Corriere del Mezzogiorno e l’intervista del Tg1 a Marta Herling firmata dal vice direttore Gennaro Sangiuliano. Nella primavera del 2012 Saviano, assistito dagli avvocati Giovanna Astarita e Antonio Nobile, decide di citare in giudizio i presunti diffamatori: la Herling, assistita dal professore Natalino Irti insieme al corrispondente Francesco Barra Caracciolo, l’editore del Corriere del Mezzogiorno, la Rai, anche in questo caso l’avvocato è Barra Caracciolo, e Gennaro Sangiuliano, difeso dal professore Salvatore Sica. La richiesta di risarcimento è di quattro milioni per il danno non patrimoniale e 700mila euro di danni patrimoniali, che, in caso di condanna, toccherà al giudice ripartire tra le parti citate, a seconda delle responsabilità. Nell’elenco dei ‘diffamatori’ non viene però nserito il direttore del Corriere del Mezzogiorno. Un’assenza che Demarco spiega in un’intervista: “Credo che Saviano non mi abbia citato in giudizio per un debito di riconoscenza: Saviano è nato al Corriere del Mezzogiorno e qui sono nati i primi sette otto capitoli di Gomorra”. Dopo due anni spesi per l’inutile mediazione obbligatoria e per udienze introduttive, il 15 luglio si entra in pieno nella fase istruttoria. Il giudice De Rosa dovrà valutare e decidere sulle richieste di prova e sui testi da ascoltare.