Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  luglio 05 Sabato calendario

JET E DRONI, UNA GUERRA TRA LOBBY


«Dobbiamo comprarli perché non ci sono alternative », dicevano degli F-35 autorevoli politici e militari nazionali. Non è vero, ovviamente. Quella più saggia, visti i tempi e i mutamenti di priorità strategiche, era congelare per un decennio tutti gli approvvigionamenti di blindati, velivoli e navi da guerra sostenendo la riconversione industriale e la ripresa economica. Nessuno se n’è occupato e la lobby F-35 in Italia ha incassato un trattamento vergognosamente favorevole. Contro di essa si è mossa però la lobby dei droni: gli aerei senza pilota che dovrebbero fare meglio e costare meno. In realtà gli aerei con pilota e quelli senza funzionano come il bullismo: soltanto contro i deboli. Tecnologicamente e operativamente F-35 e droni sono parimenti vulnerabili. L’F-35 è inaffidabile, il pilota deve guardarsi dal suo stesso mezzo. I droni invece anticipano una guerra del futuro fatta di robot invisibili che scelgono da soli contro chi e in che modo combattere. Senza perché. È la guerra de-umanizzata. Quando scoppierà ci si dovrà ricordare che iniziò come una guerra tra lobby.

Fabio Mini, la Repubblica 5/7/2014