Aldo Fontanarosa, la Repubblica 5/7/2014, 5 luglio 2014
VELENI TRA FLORIS E LA RAI “VIA PER MOTIVI EDITORIALI” “NO, PRONTI AL RINNOVO”
ROMA.
Giovanni Floris via dalla Rai perché non sentiva più «la fiducia e il sostegno» dell’azienda, e perché i dirigenti di Viale Mazzini «non sposavano» le sue idee e lui faticava a ritrovarsi nelle loro. Il divorzio — giura dunque il giornalista — sarebbe maturato per ragioni puramente «editoriali» e di clima. Non certo per soldi: «Ho sempre saputo che lavorare per la Rai significa lavorare anche prescindendo dal mercato», spiega all’ Ansa. Ma Viale Mazzini nega qualsiasi incomprensione politica con il conduttore e rimette al centro del tavolo il nodo dei soldi.
Dopo settimane di trattative, la televisione di Stato offre al conduttore oltre 600 mila euro l’anno per 3 stagioni (100 mila in più dell’attuale compenso). In cambio, Floris presenterà il suo Ballarò su RaiTre, come sempre in prima serata e di martedì. La trasmissione sarebbe durata 30 minuti in più, a patto di contenere i costi di produzione. Ma Floris chiede anche un secondo spazio, una striscia di 10 minuti che sogna a RaiUno, sulle orme di Enzo Biagi. Qui il giornalista incassa il primo no. Secondo la televisione pubblica, è impossibile tenere un piede su RaiTre e il secondo sulla Prima Rete (dove peraltro domina incontrastato Bruno Vespa). La striscia, dunque, va fatta su RaiTre (come Ballarò).
Il compromesso è raggiunto sul piano editoriale. Ora tocca discutere di soldi. Floris e il suo agente Beppe Caschetto fanno una mossa a effetto. Propongono che la striscia quotidiana sia compensata con un solo euro a puntata. Cento puntate — questo l’impegno ipotizzato per il 2015 — costeranno alla Rai la miseria di 100 euro almeno nella prima stagione. Un surplus arriverà invece il secondo e terzo anno e solo se la tv di Stato confermerà la striscia perché soddisfatta del format e degli ascolti. Ma a quanto ammonterà questo bonus , alla fine? Viale Mazzini sussurra una cifra che impressiona. L’agente di Floris avrebbe chiesto altri 600 mila euro immaginando il compenso della seconda e terza stagione a un milione 200 mila euro tra Ballarò e la striscia. I conti sono presto fatti: con il primo anno bloccato a 600 mila euro e gli altri due a 1,2 milioni, il nuovo contratto con il conduttore sarebbe costato 3 milioni (cifra che l’entourage di Floris non conferma). È qui che il negoziato si interrompe, per sempre. Sui soldi. In risposta alle parole del giornalista, nella serata di ieri la tv di Stato nega «qualsiasi problema editoriale». La Rai si dice tuttora disposta a rinnovare il contratto, avendo «piena fiducia nei progetti di Floris»,
ma «alle condizioni economiche che lui conosce». Non un euro di più.
Un’altra trattativa intanto procede a gonfie vele: Bruno Vespa non va alla 7, a Mediaset o a Sky; rimane dentro la sua Rai rinnovando il contratto per altre tre stagioni. Il precedente accordo — tra un “minimo garantito” di 4 milioni e mezzo e un corposo extra di 901 mila euro per le puntate di Porta a Porta oltre la centesima — gli procurò un incasso superiore ai 6,3 milioni. Anche qui Viale Mazzini lascia trapelare che l’intesa sarà rivista al ribasso e non andrà oltre 1,8 milioni a stagione. Così, almeno, si sente dire.
Ma davvero Floris non poteva essere trattenuto? Davvero Vespa vale tanto di più rispetto all’ormai ex conduttore di Ballarò?
Queste domande frullano nella testa di Michele Anzaldi, deputato del Pd, che chiama il direttore generale della Rai Gubitosi, il presidente Tarantola e lo stesso Floris a una audizione nella Commissione parlamentare che vigila sulla tv di Stato. L’audizione sarà fissata, eventualmente, la prossima settimana e avrà — come altro elemento polemico — la ricerca del sostituto di Floris. È improbabile che la patata bollente, anzi incandescente, finisca nelle mani di Andrea Vianello. È mai possibile che Viale Mazzini debba riportare in video il direttore di RaiTre e non abbia un’altra figura da proporre? Irrituale sarebbe anche la scelta di Bianca Berlinguer, attuale direttore del Tg3. È forte semmai la candidatura di Gerardo Greco, prodotto del vivaio Rai come Floris, già corrispondente da New York, conduttore di Agorà da quando Vianello (a inizio 2013) si è trasferito al vertice della Terza Rete. I due si stimano e questo peserà.
Aldo Fontanarosa, la Repubblica 5/7/2014