Aldo Fontanarosa, la Repubblica 4/7/2014, 4 luglio 2014
GUBITOSI: “OFFERTA TROPPO ALTA, NON POTEVO ACCETTARE LA CORSA AL RIALZO”
ROMA.
I dirigenti più vicini. I consiglieri di amministrazione fidati per davvero. Due giornalisti con il grado di direttore. Nel primo pomeriggio di ieri, Luigi Gubitosi informa un pugno di fedelissimi dell’addio a Giovanni Floris che un gelido comunicato stampa di quattro righe avrebbe formalizzato tre ore dopo. Il direttore generale di Viale Mazzini parla ai suoi di un divorzio «doloroso e sofferto». Ma anche di un atto doveroso, di responsabilità manageriale. Perché Floris trattava il nuovo contratto triennale con Viale Mazzini da una posizione di forza brandendo l’offerta milionaria, «e non pareggiabile», già avanzata da La7. Raccontano — ma su questo Gubitosi non si espone — che Cairo garantirà al conduttore romano e romanista 4 milioni per tre stagioni. Una cifra quasi fuori mercato.
Con l’assegno de La7 già al sicuro, il bolognese Beppe Caschetto — titolare della Itc 2000 e agente di Floris — detta a Gubitosi delle condizioni precise, stringenti. Il giornalista sarebbe rimasto in Rai (a dodici anni dal suo esordio il 5 novembre 2002) a patto di prolungare la durata di Ballarò di mezzora, nella nuova stagione. Non solo. Floris chiede una striscia quotidiana di 10 minuti, che sarebbe andata in onda da gennaio 2015. In cambio di questo maggiore impegno, pretende un contratto più ricco di 150 mila euro, che si avvicina dunque a quota 700 mila l’anno. Siamo ad oltre 2 milioni per tre stagioni. Gubitosi è sul punto di firmare. Poi si ferma. Perché — ha spiegato poi — il bonus a Floris non sarebbe stato gestibile, all’interno dell’azienda.
Nell’ultimo anno, la Rai ha chiesto sacrifici a tutte le sue star giornalistiche e artistiche, al momento di rinnovare i contratti. Un anno fa, ha tolto quattro prime serate a Lucia Annunziata per i suoi speciali, ad esempio. E finanche Bruno Vespa, l’intoccabile signore di Porta a Porta , rinuncerà ad una delle sue quattro puntate, il giovedì sera, nella nuova stagione. Meno tempo editoriale e meno soldi per tutti, dunque. Meno che per Floris. Che avrebbe ricevuto il trattamento inverso: più tempo in video e più soldi. A quel punto, le stelle della tv di Stato si sarebbero risvegliate. Avrebbero chiesto conto dell’eccezione e reclamato soldi e soldi e soldi, anche loro.
Gubitosi temeva l’onda d’urto della politica e dei sindacati, poi. Quest’anno — è cosa nota — la tv di Stato riceverà 150 milioni in meno alla voce canone (il taglio è deciso dal decreto Irpef che destina 80 euro al mese agli italiani meno ricchi e fortunati). E con la morosità e l’evasione del canone che rialzano la testa, il direttore generale studia già un taglio drastico al costo del lavoro. In questo clima lacrime e sangue — mentre Viale Mazzini allude a possibili licenziamenti di lavora-
tori in una lettera al Tesoro, suo azionista, l’8 maggio scorso — tu che fai: copri d’oro Floris?
Verso il conduttore in uscita, un prodotto del vivaio Rai, Gubitosi nutre assoluto rispetto. È anche vero, però, che Ballarò non ha conosciuto la sua stagione migliore. Secondo i dati della società “Barometro” di Luigi Ricci, la trasmissione ha richiamato su Rai Tre solo 12,6 spettatori dei cento che erano davanti al televisore il martedì sera. È il peggior risultato degli ultimi 9 anni. Ed è certo curioso chiedere più soldi dopo una annata così così, come ascolti. Ma c’è anche chi mette in guardia Gubitosi dall’impatto che il divorzio potrà avere sui destini della Rai. Intanto il 12,6 % di share rappresenta un risultato ancora ragguardevole, il più alto per le prime serate di informazione. Grazie allo zoccolo duro dei suoi seguaci, Floris ha comunque portato in dote alla Terza Rete un punto percentuale di ascolti in più. Una simulazione della società “Barometro” ci dice che RaiTre ha ottenuto uno share medio del 7,7 per cento in prima serata, quest’anno, che si sarebbe ridotto al 6,9 per cento senza questa trasmissione. Adesso il conduttore trasferirà il suo seguito alla 7 senza che Viale Mazzini abbia ben chiaro a chi affidare ora Ballarò. Su questo punto, le idee sarebbero poche ma confuse. Persone vicine alla trattativa, infine, descrivono Caschetto, agente di Floris, assai ragionevole e conciliante con Gubitosi. Insomma: non c’era la fredda volontà di divorziare dalla Rai, anzi. L’addio sarebbe maturato solo di fronte alle esitazioni di Viale Mazzini.
Allenato alle trattative del calcio mercato, dopo aver preso Nocerino dal Milan ed El Kaddouri dal Napoli, Cairo avrebbe colto l’attimo e strappato il sì di Floris. Dopo 12 anni di duro lavoro, il conduttore firma per un ingaggio super, che gli farà gridare un “alè” a squarciagola. E speriamo solo che ora non si proclami anche tifoso del Toro, squadra del
suo nuovo editore.
Aldo Fontanarosa, la Repubblica 4/7/2014