Andrea Montanari, MilanoFinanza 4/7/2014, 4 luglio 2014
MEDIASET INCASSA 355 MILIONI
Già le valutazioni sul tema pronunciate da Pier Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa finale della serata della presentazione dei palinsesti autunnali di lunedì lasciavano intendere la strada che prendere. La newco per il business del digitale a pagamento in Italia e Spagna è di fatto finita nel congelatore, perché la presa di Telefonica sulla piattaforma tv a pagamento Digital+ (l’offerta da 725 milioni per il 56% di Prisa già accettata e la proposta da 355 milioni per il 22% in mano a Mediaset España) sta diventando via via sempre più forte. E, come ha ribadito lo stesso vice presidente del gruppo televisivo di Cologno Monzese, è inutile mettere i bastoni tra le ruote a un progetto che ha avuto l’avallo del governo locale. Meglio sedersi a un tavolo e studiare «accordi commerciali e strategici» per la fornitura di contenuti a un network, Digital+ appunto, che una volta fagocitato da Telefonica potrà offrire i propri bouquet a qualcosa come 10 milioni di clienti, rispetto all’attuale bacino di 1,8 milioni di abbonati. È per questo, quindi, che come atteso da circa un mese dal mercato, alla fine Mediaset España invece che rilanciare farà un passo indietro e accetterà il robusto assegno che il colosso tlc presieduto da Cesare Alierta è pronto a staccare.
Così, dopo i rumor circolati ieri e la smentita della controllata iberica del Biscione, oggi si alzerà il velo sulla questione. Scade infatti in giornata il termine per la risposta definitiva che Mediaset deve dare a Telefonica. E la risposta sarà: sì. Anche perché, se si firmerà l’accordo sui contenuti, il ruolo della tv che fa capo alla famiglia Berlusconi in Spagna resterà rilevante visto che Mediaset è il leader sia in termini di ascolti sia in fatto di raccolta pubblicitaria. Un po’ come avviene in Italia, dove se la Rai vince sul target Auditel complessivo, la tv di Cologno domina su quello commerciale (15-64 anni).
Con ogni probabilità, Mediaset España, che gode di ottima salute (la posizione finanziaria netta a fine marzo era positiva per 104 milioni) e che può contare sulla ripresa degli investimenti pubblicitari del mercato locale, potrebbe girare il cospicuo incasso alla casamadre italiana impegnata in questi mesi nello sviluppo del business di Premium dopo avere impegnato 1,8 miliardi per aggiudicarsi in esclusiva i diritti 2015-2018 di Champions League (230 milioni a stagione) e serie A (373 milioni all’anno). Un investimento che può essere ripagato con l’incremento del prezzo degli abbonamenti (5 euro al mese), l’aumento della clientela (rispetto ai 2 milioni attuali ne basterebbero 100-150 milioni in più) e i maggiori introiti pubblicitari, stimati in 100 milioni all’anno.
Andrea Montanari, MilanoFinanza 4/7/2014