Luisa Leone, MilanoFinanza 4/7/2014, 4 luglio 2014
MORETTI RIVOLUZIONA FINMECCANICA
È passata la ritrosia della borsa verso il nuovo amministratore delegato di Finmeccanica Mauro Moretti. O, almeno, questo sembra indicare la buona performance (+3,19% a 7,27 euro) messa a segno ieri dal titolo dopo che il manager, da poco più di un mese sulla tolda di comando del gruppo della Difesa e dell’Aerospazio, ha annunciato che entro la fine dell’anno Finmeccanica avrà un piano industriale «completamente nuovo e innovativo».
Moretti non si è sbilanciato con dettagli ma ha precisato che il suo team è già a lavoro: «Stiamo preparando la semestrale, sulla base della quale avremo ulteriori informazioni per impostarlo». Peraltro il nuovo piano industriale arriverà come una seconda rivoluzione, visto che la prima è già stata impostata dall’ex numero uno delle Ferrovie, che in uno dei primissimi consigli di amministrazione della sua gestione, un paio di settimane fa, ha fatto passare una modifica radicale alla struttura del gruppo, passando dalle società indipendenti alle divisioni. « È stato deciso per evitare barriere e sovrapposizione tra le società del gruppo e per sviluppare sinergie», ha detto ieri.
Più in generale, riguardo le prospettive di Finmeccanica, Moretti ha sottolineato: «Abbiamo bisogno di allargare la nostra presenza internazionale in settori strategici», per esempio in Cina dove «secondo le stime in pochi anni si arriverà da 500 a 20 mila elicotteri in volo».
Ma a galvanizzare il titolo, che era stato inizialmente penalizzato dal suo arrivo in Finmeccanica, per timore che il manager decidesse di bloccare la vendita del settore trasporti, sono state probabilmente proprio le parole pronunciate riguardo AnsaldoBreda. L’ad ha spiegato che «c’è una data room aperta, tante imprese stanno a guardare. A fine luglio chiederemo di fare offerte concrete, così sapremo di cosa possiamo discutere, perché finora abbiamo visto poco o niente». Tuttavia la sua visione del dossier è completamente differente da quella del suo predecessore, Alessandro Pansa, che considerava Breda la vera zavorra del gruppo: «AnsaldoBreda è una cosa piccola per Finmeccanica e forse questo problema è stato gonfiato troppo». Insomma, non è detto che la partita da giocare sui trasporti, settore da cui il manager proviene, non possa ancora riservare qualche sorpresa.
Intanto di certo c’è che ieri Ansaldo Sts, l’altra azienda del gruppo attiva nel settore ferroviario, in predicato di essere ceduta a un gruppo straniero e considerato un gioiellino tecnologico, si è aggiudicata una commessa da 47 milioni in Spagna. La società di si occuperà dell’implementazione e manutenzione dei sistemi di segnalamento lungo la linea ad alta velocità che collega La Robla e Pola de Lena.
Tornando alla capogruppo, ieri Fitch ha confermato il rating BB+, con outlook negativo. Una mossa interpretata positivamente da Moretti: «Appena sono arrivato tutti mi dicevano che eravamo a rischio declassamento». Invece la conferma «ci dà fiducia per i prossimi sei mesi, quando presenteremo il nuovo piano industriale e porteremo avanti la riorganizzazione che ci consentirà di passare da una costellazione di imprese che non si parlano tra di loro a un’impresa con un core business». Dando prova di essersi già confrontato con alcuni dei principali partner e clienti di Finmeccanica all’estero, il manager ha poi aggiunto: «Ieri parlavo con Tom Enders, il ceo di Airbus, e mi diceva che loro sono concentrati su tre priorità. Finmeccanica ne ha 300, non dico di passare a tre, ma almeno a 30, è un salto che dobbiamo fare. Se siamo a BB+ ci sarà un motivo, non siamo ancora da A».
Infine ieri sono arrivate le richieste dei pubblici ministeri nel processo italiano sulla vicenda delle presunte tangenti pagate da Finmeccanica per la commessa degli elicotteri indiani. I magistrati hanno chiesto sei anni di carcere per l’ex amministratore delegato della capogruppo, Giuseppe Orsi, e cinque per l’ex amministratore delegato di Augusta Westland, Bruno Spagnolini. Il rappresentante della pubblica accusa ha infine chiesto la confisca «di beni di cui gli imputati abbiano la disponibilità, per un valore di euro 7,5 milioni». Secondo l’ipotesi accusatoria, Augusta Westland avrebbe pagato tangenti al maresciallo indiano Sashi Tyagi, ex capo di Stato maggiore dell’aeronautica indiana, per ottenere una commessa per la costruzione di 12 elicotteri del valore complessivo di 560 milioni di euro.
Luisa Leone, MilanoFinanza 4/7/2014