Luigi Grassia, La Stampa 4/7/2014, 4 luglio 2014
IL BENE-RIFUGIO TRADISCE IL RISPARMIO IN 4 ANNI PREZZI DELLE CASE -10,4%
Per il mattone c’è stata la crisi come nel resto dell’economia ma il settore della casa va peggio perché la ripresa proprio non si vede, neanche la più timida e incerta. Sotto i colpi della recessione e della difficoltà di ottenere dei mutui, ma anche per colpa di tante tasse, tasse e ancora tasse, l’indice dei prezzi delle abitazioni in Italia negli ultimi 4 anni ha subito un tracollo: -10,4% nel primo trimestre 2014 rispetto al corrispondente periodo del 2010. Lo rileva l’Istat, che spiega che il calo «è dovuto esclusivamente alle abitazioni esistenti» (-15,0%) mentre per le case nuove si osserva un lieve aumento (+0,8%). Tuttavia negli ultimi mesi anche le abitazioni «fresche di vernice» hanno cominciato a subire un calo dei prezzi. Se anziché dei prezzi degli immobili si trattasse dei prezzi al consumo parleremmo di deflazione. E pure di una deflazione pesante.
Quello che succede si presta anche ad altre considerazioni. Per esempio si può osservare che lo stock di case esistenti svalutatosi del 15% in 4 anni rappresenta una grossa fetta del risparmio delle famiglie italiane (quelle con abitazione di proprietà sono l’80%). Se fossimo qui a constatare che in 4 anni l’indice azionario della Borsa è negativo del 15% faremmo considerazioni funeste sull’economia in generale. Ovviamente la casa di abitazione non è solo questo, non è solo un bene d’investimento, ha anche un importante valore d’uso e non solo un prezzo al metro quadro di cui seguire con ansia gli alti e bassi. Ma resta il fatto che il mattone ha pure un valore monetario in cui trovano rifugio a lungo termine i sudati risparmi delle famiglie. Perciò la casa, prima o seconda che sia, non andrebbe punita né considerata come un bancomat da cui il fisco può prelevare soldi facili. Non dovrebbe essere così in un Paese normale (quale purtroppo l’Italia non è).
Il trend del valore degli immobili è persino in peggioramento. Nei primi tre mesi del 2014 l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, sia per abitazione sia per investimento, è sceso dello 0,7% sul trimestre precedente e del 4,6% nel confronto annuo. Il calo interessa soprattutto gli immobili già esistenti (-5,3%) ma calano anche i prezzi delle nuove case (-2,6%). L’Istat segnala che «per il quarto trimestre consecutivo la flessione va lentamente attenuandosi dal -6,0% del primo trimestre 2013, che ha rappresentato la variazione tendenziale negativa più ampia da quando è disponibile la serie storica dell’indice». Ma è una magra consolazione. Per chi guarda il mercato dal punto di vista degli acquisti il periodo dei «saldi» per il mattone non è ancora finito e rinviando un altro po’ si può persino contare su ulteriori sconti.
Per spiegare il calo del 10,4% delle quotazioni immobiliari l’associazione di consumatori Codacons punta il dito su un aspetto particolare: «Le responsabilità sono da ricercare anche nel settore bancario» dice il presidente Carlo Rienzi. «Gli istituti di credito hanno reagito alla crisi bloccando le erogazioni dei mutui, al punto che dal 2007 al 2013 i mutui per l’acquisto dell’abitazione sono passati da 62,7 miliardi di euro a 17,6 miliardi di euro, con un incredibile crollo del 72% in soli 6 anni».
Luigi Grassia, La Stampa 4/7/2014