Paolo Colombo, La Gazzetta dello Sport 4/7/2014, 4 luglio 2014
GUERRA E PALLONE, QUELL’ETERNO DUELLO CHE HA FATTO LA STORIA
Questo non è un quarto di finale, signori. Questa è storia. Storia con la «s» minuscola (di due potenze calcistiche), ma anche Storia con la «S» maiuscola (di due grandi potenze politiche e militari). Primo confronto di sempre tra le nazionali di Francia e Germania: è una domenica, giornata devota per definizione al calcio, 15 marzo 1931. Allo Stade Olympique Yves-du-Manoir di Colombes (quello di Fuga per la vittoria : il destino ci vede benissimo) le accanite rivali – che da secoli si fronteggiano sui campi di battaglia – si incontrano su un campo di pallone in un’amichevole: finisce 1-0 per i padroni di casa grazie a un autogol del difensore tedesco Münzenberg.
Il vagone di Compiègne In molti tra i 40.000 spettatori è ancora vivo il ricordo della primavera del 1918, quando il Parisgeschütz, il terribile cannone a lunga gittata fabbricato dalla Krupp, ha scaricato una inaspettata pioggia di bombe sulla Ville Lumière. Ma i francesi si sono vendicati: di lì a poco, l’11 novembre, la Germania è stata costretta a firmare una durissima resa, sul vagone di un treno fermo nella foresta di Compiègne. Però è solo il match d’andata e i tedeschi non dimenticheranno l’umiliazione: passati più di vent’anni, dopo aver superato la linea difensiva francese con una incredibile azione in velocità sulla fascia della Ardenne, Hitler si aggiudica trionfalmente il ritorno e pretende proprio quello stesso vagone di Compiègne per imporre la firma della capitolazione nemica. Sembra finita, ma ci saranno invece lunghissimi, sfibranti supplementari e sarà la Francia, alla fine, a prevalere.
Schumacher e Battiston Perché sì: la storia, spesso, è un pendolo. In questo caso, nel centro – geograficamente e non – ci sono Alsazia e Lorena, che in 70 anni cambiano quattro volte padrone: annesse all’Impero germanico con la guerra franco-prussiana (1871), alla Francia con la Prima Guerra Mondiale, al Terzo Reich nel 1940, di nuovo sotto la giurisdizione francese nel 1945. Sarà un caso? Proprio dalla Lorena vengono i principali protagonisti del precedente forse più celebre tra le due nazionali al Mondiale. Luglio 1982, Siviglia: la semifinale decide chi fra Germania Ovest e Francia andrà a Madrid per giocarsi la coppa con l’Italia di Bearzot. Al 57’, sull’1-1, Platini – lorenese di Jœuf – lancia dalla trequarti Battiston – lorenese di Amnéville – che si invola verso la porta tedesca. Il baffuto portiere Schumacher, originario di Düren, città della Renania Settentrionale occupata dalle truppe rivoluzionarie francesi tra il 1794 e il 1814, è l’ultimo baluardo. Un’uscita a dir poco spericolata abbatte il terzino francese, che crolla a terra privo di sensi. Viene salvato dai medici grazie a un provvidenziale massaggio cardiaco. Schumacher – graziato dal fischietto olandese Corver – sistema tranquillo il pallone per la rimessa dal fondo, tra lo sdegno generale. La partita verrà vinta dai tedeschi che si ripeteranno nella semifinale di 4 anni dopo, che vedrà le due squadre una di fronte all’altra: un secco 2-0 traghetterà la Germania Ovest verso la finale di Città del Messico, poi persa contro l’Argentina di Maradona. Da allora la nazionale francese e quella tedesca – che avevano iniziato a incrociare i tacchetti in un Mondiale con la finalina di Göteborg del 1958 (netto 6-3 in favore dei transalpini) – non si sono più incontrate in una fase finale di Coppa del Mondo. Oggi allo Stadio Maracanà scriveranno nuove pagine di una rivalità infinita che dai campi di battaglia è tracimata nell’ultimo secolo in quelli di calcio. Una rivalità che traspare nella storiografia – a partire dal presumibilmente irresolubile dibattito sui natali francesi o tedeschi di Carlo Magno – e che lascia segni anche tra i prodotti culturali del nostro tempo: dalla celebre scena di Casablanca (1942) in cui Laszlo obbliga l’orchestrina del Rick’s Café a eseguire la Marsigliese per coprire le voci degli ufficiali tedeschi infervorati nell’inno Die Wacht aim Rehin (canto patriottico del 1840 che, guarda caso, fa riferimento all’invasore francese), alla matita di Uderzo che in Asterix contro i Goti del 1963 (anno dello storico Trattato di amicizia con cui Adenauer e De Gaulle daranno vita all’asse franco-tedesco su cui si fonda la stabilità dell’assetto europeo) raffigura i Goti come un popolo parodisticamente guerrafondaio.
Francia avanti E oggi? Bilancio calcistico: 11-8 per i Bleus. Bilancio economico: Pil dei connazionali di Löw in crescita annua del 2,3% alla faccia dello 0,8% francese. Bilancio politico: Germania in vantaggio. Quale bookmaker non preferirebbe lei alla Francia? Non diversamente dagli allibratori sportivi all’avvio del Mondiale. Ma già dopo i gironi eliminatori, le quotazioni si sono riequilibrate. Che come dire che, con tedeschi e francesi, non si può mai dire.