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 2014  luglio 04 Venerdì calendario

DRAGHI SPARA MILLE MILIARDI PER LE IMPRESE


«Il nostro lavoro non è finito. Per niente». Mario Draghi, al solito assai abile a coniare slogan efficaci, chiude così la comferenza stampa di Francoforte, al termine del direttorio della Bce. I mercati ringraziano e prendono la via del rialzo sia in Europa che a Wall Street dove il Dow Jones buca per la prima volta nella storia la barriera dei 17 mila punti. Più per merito degli eccellenti dati sui nuovi posti di lavoro in Usa (288 mila assunzioni a giugno contro le previste 200 mila), a dire il vero. Ma super Mario ha fatto comunque la sua parte, cosa non dopo i fuochi d’artificio di giugno. L’annuncio più importante riguarda le “munizioni” a disposizione dei prossimi finanziamenti della Bce. «I nuovi prestiti ltro alle banche, a condizione che vengono girati a banche e imprese – ha detto Draghi possono arrivare a mille miliardi di euro». Insomma, finalmente, la Bce dispone di un bazooka paragonabile a quello usato dalla Fed per innaffiare, a partire da settembre, di liquidità i mercati inariditi dal credit crunch. Ma, a differenza del primo Ltro, i quattrini della banca europea non dovranno servire a rimpolpare i profitti delle banche (grazie alle speculazioni su Bot e Btp) ma dovranno essere destinati a finanziare le aziende, soprattutto medie e piccolo.
Per questo il nuovo Ltro non potrà essere destinato dalle banche, pena la restituzione, ad acquisti di titoli di Stato o mutui (solo prestiti per famiglie).
Seconda, significativa novità. Da gennaio il direttorio della Bce, che riunisce i vertici di Francoforte con i governatori delle banche centrali dell’eurozona, si riunirà non più ogni mese, ma ogni sei settimane come capita alla Fed. Terzo, non vengono toccati i tassi, già calati il mese scorso ma viene ribadita l’ipotesi dell’acquisto di titoli sul mercato: «Il Consiglio è unanime nel suo impegno a fare ricorso, se necessario, anche a strumenti non convenzionali». Come potrebbe accadere se l’inflazione resterà a lungo sui livelli attuali e se non scenderà il livelllo dell’euro che «resta un problema». Piace ai mercati la determinazione di Draghi, capace di muoversi nel sentiero stretto che
gli consentono i sacerdoti dell’austerità di Berlino. Piace ancor di più la grinta di Janet Yellen che mercoledì, ospite del Fondo Monetario, non ha esitato a sfidare i falchi che invitano la Fed ad alzare il costo del denaro per evitare bolle.
Janet Yellen non ha evitato il duello. Anzi. Le bolle, ha detto, non si evitano manovrando la leva dei tassi come ha dimostrato la crisi del 2008/09, frutto degli eccessi della speculazione della grande finanza. Per contenere i rischi bisogna applicare, quando è necessario, regolamenti più severi, applicare margini più elevati, imporre l’obbligo di tenere una certa quantità liquida. Ma la leva dei tassi va usata solo in funzione dell’ economia, anzi dell’occupazione. I tassi, quindi, saliranno solo quando l’America s’avvicinerà di nuovo al pieno impiego e a salari più decenti. Una volta tanto, anche Wall Street è d’accordo.