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 2014  luglio 04 Venerdì calendario

CENITI, KILLER «FASCISTISSIMO» MOLLATO ANCHE DAI CAMERATI


IL PERSONAGGIO
ROMA Da dove sbuca questo Ceniti? Quali disgraziate rotte l’hanno portato dalla sua Genova a Verbania, alla val d’Ossola, a occupare sedi di Equitalia, a impiccare manichini per le strade contro l’usura? E poi da lì a Roma -una scia appena avvertita nei circoli dell’estrema destra-, fino a cadere sul selciato di un condominio della Camilluccia? Avesse avuto ragione la signora Adriana, la portiera del 23, che pensava fosse solo «caduto dal motorino», non staremmo qui a parlarne. Invece Giovanni Battista Ceniti, 29 anni dicono le agenzie, «fascista del terzo millennio» come si presenta lui in un video di cinque anni fa, era stato appena abbandonato dagli altri due del commando. Ferito a un gluteo, con gravi lesioni agli organi interni, l’avevano trascinato nell’ascensore e dal quinto piano portato a braccia fuori del portone. Ma lì l’hanno mollato.
IL FERMO PER OMICIDIO
Come ha fatto presto a mollarlo Casapound Italia, dinanzi alle prime montanti indiscrezioni, minacciando querele per chiunque avesse solo accostato il nome di Ceniti all’organizzazione. Un fantasma questo Ceniti, al punto che per qualche ora s’è perfino dubitato delle sue effettive generalità. A fugare ogni dubbio è arrivata a metà pomeriggio la notizia del fermo deciso per lui dalla direzione distrettuale Antimafia: omicidio volontario premeditato.
Casapound ha dovuto aggiustare il tiro di parecchio: «Non sappiamo ancora se la persona ferita nell’agguato alla Camilluccia sia Giovanni Ceniti, ma nel caso non fosse un’omonimia, si tratterebbe di una persona che è stata espulsa più di tre anni fa». È Giancarlo Iannone, il leader di Casapound, a spiegare il perché: «Era il responsabile di Verbania, ma aveva comportamenti non in linea con il movimento. Per questo è stato cacciato e il suo nucleo è stato sciolto».
Potrebbe bastare così e invece non basta. Perché si scopre su Internet che Ceniti almeno fino al dicembre 2012 -quindi soltanto un anno e mezzo fa- risulta coordinatore provinciale a Verbania. Casapound deve ricorrere a ulteriori precisazioni:. «Non abbiamo gli archivi sottomano, dobbiamo controllare con esattezza la data dell’espulsione».
IL «FUOCO AMICO»
E Ceniti, così, resta nell’ombra. A scandagliare nella rete si scoprono poche altre cose: organizzava la consegna di generi alimentari per famiglie colpite dalla crisi, protestava contro la cittadinanza ai figli degli immigrati, faceva le sue puntate a Roma per presentare progetti a favore dei serbi del Kosovo, affiggeva manifesti «contro la casta».
E ora che è in pericolo di vita in un letto d’ospedale, bisogna scoprire anche come e perché è stato ferito nell’agguato. Non sono state trovate armi sul terreno, il che fa pensare che Silvio Fanella non fosse armato, che non sono stati i colpi della pistola della vittima a raggiungerlo, ma piuttosto una scarica di fuoco amico, come può accadere durante una furiosa colluttazione.