Caterina Soffici, Il Fatto Quotidiano 27/6/2014, 27 giugno 2014
Da quando, il 29 ottobre 2011, è morto, si diffondono particolari sepre più agghiaccianti sulla condotta del dj e conduttore inglese Jimmy Savile
Da quando, il 29 ottobre 2011, è morto, si diffondono particolari sepre più agghiaccianti sulla condotta del dj e conduttore inglese Jimmy Savile. Ormai sono tutti certi che sia stato il più grande maniaco del Regno: in cinquant’anni ha molestato e stuprato oltre 200 persone, il 73% delle quali aveva meno di 18 anni. Con la scusa della filantropia, entrava e usciva a suo piacimento degli ospedali, rivolgendo attenzioni a pazienti, personale infermieristico, visitatori: ha colpito in almeno 28 strutture. Nello scegliere le vittime, non badava al sesso e all’età: avevano da 5 a 75 anni, maschi e femmine. Ma ora si è saputo che non contava neppure che fossero vive: entrò più volte nell’obitorio di Leeds, dove era molto amico del capo della camera mortuaria. Lì dentro faceva i suoi comodi anche con i cadaveri. Un’infermiera ha raccontato agli investigatori che il dj si vantava di aver fatto sesso con i morti e di averli messi in posa per foto oscene. Come se questo non bastasse, un testimone racconta di avergli chiesto cosa fossero i bulbi di vetro montati sui alcuni dei suoi gioielli, sentendosi rispondere: «Sono occhi di vetro dei cadaveri della camera mortuaria di Leeds».