Stefania Tamburello, Corriere della Sera 4/7/2014, 4 luglio 2014
DRAGHI: BANCHE, FUSIONI E CHIUSURE IN ARRIVO
Il programma di prestiti alle banche europee destinati a finanziare famiglie e imprese (Tltro) potrà raggiungere i 1000 miliardi di euro. Nel dare la cifra, il presidente della Bce, Mario Draghi ha annunciato che le operazioni saranno otto: la prima è fissata per il 18 settembre, l’ultima per il giugno del 2016. Nella riunione di ieri il Consiglio direttivo della banca centrale europea che ha lasciato — come era nelle attese dei mercati — i tassi di interesse invariati allo 0,15%, ha anche preso importanti decisioni per quel che riguarda la sua stessa operatività. Da gennaio prossimo infatti le decisioni di politica monetaria del Consiglio saranno valutate e prese ogni sei settimane, rispetto alle quattro attuali, e di tali riunioni saranno diffusi i resoconti, al pari di quanto già avviene nelle altre banche centrali a cominciare dalla Federal Reserve Usa.
Draghi, che come di consueto ha fatto il punto sulla congiuntura europea («la ripresa è rimasta moderata») si è anche soffermato sulla situazione del sistema bancario europeo che la Bce ha messo sotto osservazione con la verifica degli attivi di bilancio e gli stress test in vista dell’avvio della vigilanza unica europea. «Non si può escludere» che in futuro ci sia bisogno di «un importante sforzo di riorganizzazione del settore bancario attraverso fusioni, acquisizioni e chiusure» ha detto Draghi riferendosi alle conclusioni di un rapporto, pubblicato recentemente dal Cers (il Comitato europeo per il rischio sistemico presieduto dallo stesso Draghi) secondo cui l’Europa sarebbe appesantita da un numero eccessivo di banche. «Si tratta di una questione importante che dovrà essere analizzata in profondità» anche se la Bce o i supervisori del Cers non sono le autorità «più giuste per imporre un tale cambiamento» e «non saranno attori diretti di questo processo».
I primi prestiti a lungo termine alle banche partiranno dunque il 18 settembre ed è prevista a stretto giro, per l’11 dicembre, una seconda operazione. Nel 2015 i prestiti saranno concessi trimestralmente a partire da marzo e nel 2016 vi saranno due operazioni, in marzo e giugno. I dettagli del programma sono ancora allo studio e la cifra di 1000 miliardi ipotizzata dal numero uno della Bce è indicativa ed è tutto da vedere se riuscirà a finire per intero all’economia. «Spetterà alle banche cogliere l’opportunità», ha detto il banchiere centrale italiano illustrando il meccanismo che verrà utilizzato da Francoforte per evitare che i prestiti a lungo termine, concessi a condizioni super vantaggiose, siano utilizzati per altri scopi, fosse solo per acquistare titoli di Stato o per finanziare mutui o investimenti immobiliari. «Le banche dovranno ridare i soldi indietro» ha detto. E lo dovranno fare per intero entro settembre 2016 se non avranno rispettato entro il 30 aprile 2016 gli obiettivi minimi di prestiti all’economia reale, come precisa un documento tecnico della Bce. Inizialmente, comunque, gli istituti di credito europei potranno prendere a prestito un importo equivalente al 7% di una specifica parte dei loro impieghi.
«Il nostro lavoro non è finito», ha sottolineato infine Draghi spiegando che l’allungamento della cadenza delle riunioni di politica monetaria del Consiglio direttivo è motivata anche dall’opportunità di evitare aspettative mensili sull’azione della Bce. In ogni caso il Consiglio è unanime nel suo impegno a mantenere «i tassi di interesse all’attuale livello per lungo tempo» e «ad usare misure non convenzionali», come un acquisto ampio di titoli, «se dovesse cambiare la valutazione sull’inflazione».
Stefania Tamburello