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 2014  luglio 04 Venerdì calendario

STILE E FOTO, FENOMENOLOGIA DI UNA MINISTRA

Esce da Palazzo Chigi in pantaloni e camicetta bianchi e clic, la riprendono di profilo mentre cammina a passo sostenuto e subito quella camminata diventa neo leggendario «passo dell’oca» di Maria Elena Boschi. Cammina con i suoi fascicoli riformatori sotto il braccio fra ali di popolo e fotografi e subito qualcuno evoca le foto da voyeurismo anni Cinquanta, quelle da «Gli italiani si voltano» di Mario De Biasi e Ruth Orkin. Maria Elena esibisce un anello all’anulare sinistro e il Giornale maliziosamente si interroga se la single più famosa d’Italia non stia per rinunciare alla solitudine, tanto più che quasi in contemporanea su Novella escono foto di lei alla Festa dell’Unità di Roma con misterioso e sollecito accompagnatore. Ma come, non aveva dichiarato a Paola Jacobbi di Vanity Fair che la sua vita da ministro spesso finisce in serate solitarie davanti a una tazza di latte? Da quando il ministro prodigio è apparsa alla Leopolda con quella scarpa leopardata tacco 12, obiettivi e teleobiettivi non l’hanno più abbandonata, tanto che su Twitter «Le fifre» si è domandato: «Sono 12 ore che non vedo gallery con Maria Elena Boschi, sono preoccupato».
Ma è legittimo interesse per un pubblico personaggio un’attenzione esasperata per una donna alla prova del potere? Un’intrusione così ossessiva non rischia di diventare stalking mediatico e rendere difficile la vita di una ministra che ha il difetto di essere carina, spigliata e di battuta pronta, una Bridget Jones un po’ annacquata, in salsa nazionalcattolica? Come aveva intuito il Cavaliere, che in fatto di immagine la sa lunga, quella ragazza di 33 anni era destinata a sconvolgere l’universo femminile della sinistra, fino ad allora perlopiù abituato a mezzi tacchi e gonne longuette: «Troppo bella per essere comunista» sentenziò allusivo, subito da lei rottamato: «I comunisti non ci sono più».
Preda troppo ghiotta per lasciarsela scappare, Maria Elena scoppiò nell’immaginario dei social network alla maniera di Pippa Middleton, con quella foto di spalle il giorno del giuramento, china alla firma da ministro in tailleur blu squillante e tacco beige. Da quel tailleur spuntava una piccola striscia di pelle candida che presto fu manipolata e con ritocco malandrino divenne su Internet finto perizoma. Poco da meravigliarsi se poi sono arrivati anche gli insulti di fastidioso tono sessista sui siti grillini.
Gatta non poi tanto morta lei procede con gran solarità, con una forma di sottile consapevolezza, «Bisogna superare le inibizioni di alcune donne che, per essere prese sul serio, mortificavano l’estetica» ha detto a Vittorio Zincone che la intervistava per Sette , e nelle foto perlopiù ride, quasi dicesse divertitevi e divertiamoci. Una sola volta si è inalberata e ha tentato di mettere dei paletti, osando parecchio perché si trattava dell’intoccabile satira, e fu quando Virginia Raffaele la ritraeva a Ballarò come ministra gattona e tutto fascino del governo Renzi. Ha tentato di giocare la carta sessista, per poi astutamente ritrarsi, senza affondare.
Renziana doc anche in questo, nell’arte di spingersi in avanti e poi arretrare, di concedersi e ritirarsi, Boschi continua a marciare senza troppi imbarazzi. Ma ci marcia anche un pochino, verrebbe da chiedersi, oppure o no? Di sicuro c’è molto di calcolato in quell’immagine così mixata del meglio e del peggio dello spirito italico. Lo dimostra quel profilo Facebook, Boschi incantati, che intorno alle sue foto ha costruito altarini di piccolo ironico culto in forma di poesie: «Superba in camicetta, e quel bottone malandrino.../Sei gioia e vita insieme, come il sole del mattino».
Quella sottile inafferrabilità della leader ministro, così soave ma perspicace, così acqua e sapone ma ammiccante, intriga i nuovi Umberto Eco contemporanei che istituiscono un parallelo fra le scarpe leopardate del suo debutto e quel giubbotto di pelle alla Fonzie con cui il suo leader Matteo Renzi si presentò ad Amici da Maria De Filippi. E siamo alla fenomenologia del ministro Boschi, immagine femminile e speculare del fenomeno Renzi, strategicamente impostata. Sul Foglio Pietrangelo Buttafuoco ha scritto «Sono happy questi days e la bella Boschi, infatti, in quel festoso Zecchino d’Oro del ceto medio riflessivo qual è stata la vernice renziana, è risultata come una rassicurante Mariele Ventre». Ma d’altra parte, se una bella ragazza che prova a fare il ministro, vuole anche vestirsi a modo suo, ne avrà pure facoltà. È la sua stagione.