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 2014  luglio 03 Giovedì calendario

I CINESI VANNO A CASA DI ENGELS


da Berlino

La Ruhr era il cuore del carbone e dell’acciaio, il centro dell’industria tedesca, ma il carbone è fuori moda, inquinante e costoso. L’acciaio è più economico produrlo altrove. Si tiene in funzione una miniera per scaramanzia: non si sa mai, si potrebbe ripetere una crisi energetica come nel 1973 quando gli arabi non fornirono più il loro petrolio ai prezzi imposti da noi, o Putin, stanco delle minacce di Obama, potrebbe chiudere il suo gasdotto.
Gli altiforni spenti sono stati tramutati in enormi piscine per addestrare i sub, o in pareti per scalate. La regione si è trasformata in un centro per servizi, ma non basta. E adesso chi aiuta il commercio? Il vecchio compaesano Friedrich Engels, nato a Barmen nel 1820, paese oggi inglobato da Wuppertal.
I cinesi sono diventati capitalisti, hanno cominciato a fare i turisti, e spendono a piene mani in giro per il mondo. La loro meta preferita in Europa non è Parigi o la Roma della grande bellezza cinematografica, in realtà deturpata ogni giorno. Vogliono venire in Germania, che rimane il loro modello di sviluppo e di vita: lavoro e soldi. Ma evidentemente per nostalgia, o per qualche represso sentimento di colpa, non hanno dimenticato del tutto gli ideali socialisti.
Nel tour di Berlino, vengono condotti innanzi alla statua dei loro idoli, ora spostata in un posto meno in vista, con una scusa urbanistica. Marx è seduto, Engels in piedi gli tiene una mano sulla spalla. Sembrano due pensionati. Nei giorni immediatamente dopo la caduta del «muro», qualcuno scrisse sulla base: «Non è stata colpa nostra». Un altro, sul retro: «Andrà meglio la prossima volta». E i cinesi insistono per compiere altre due tappe, di solito fuori dai normali giri turistici: vanno a Trier, la nostra Treviri, a visitare la casa di Karl Marx, poi a Wuppertal, dall’amato Engels, dove di turistico c’è ben poco, a parte la metropolitana sospesa, con i vagoni che scorrono appesi ai binari a 20 metri d’altezza, come si vede in uno dei primi film di Wim Wenders, Alice nelle città.
In segno d’amicizia, i cinesi a giugno hanno regalato alla città (350 mila abitanti) una gigantesca statua del filosofo, che mettono sullo stesso piano di Confucio e dell’amico Karl, alta 3 metri e 80, opera di Zeng Chenggag. «L’ho eseguita non solo perché mi è stata commissionata, ma anche per amore e per rispetto verso Engels», ha dichiarato l’artista.
Wuppertal ha firmato un lucroso accordo commerciale con Pechino. In città vivono 800 cinesi, di cui 350 studenti della locale università: saranno i dirigenti di domani. Da due anni è aperto il centro C, il China Competence Center, per incrementare gli scambi commerciali. I turisti arrivano e spendono in media 610 euro a testa in shopping, più di russi (337) e di arabi (308).
Nel 2013 i pernottamenti dei cinesi sono stati un milione e 600 mila, al secondo posto dopo gli americani. Un aumento del 70 per cento rispetto al 2010. Si prevede che in cinque anni supereranno i due milioni e mezzo. In totale, si calcola che abbiano speso almeno mezzo miliardo di euro. «I prodotti sono migliori e più a buon mercato che da noi», spiega l’esperto di marketing Xiaoxing Zhang, «e soprattutto siamo sicuri che in Germania non ci imbrogliano con falsi». I vu cumprà che a Roma invadono anche via Condotti non sono un buon segno.

Roberto Giardina, ItaliaOggi 3/7/2014