Paolo Siepi, ItaliaOggi 3/7/2014, 3 luglio 2014
PERISCOPIO
In Italia lavora il 5% dei bimbi. Ma, per fortuna, poi smettono. Spinoza. Il Fatto.
Ieri, a Strasburgo, Renzi ha inaugurato il semestre renziano. Jena. La Stampa.
L’Argentina segna ai supplementari. Le preghiere del papa contano di più di quelle delle guardie svizzere. MF.
Tentò di corrompere il giudice. Ah, meno male, temevo avesse tentato di andare a trombare in motorino. Maurizio Crippa. Il Foglio.
Scalfarotto geloso della Boldrini - «Anni a batterti per i diritti umani e poi scopri che i tuoi eleggono Laura Boldrini». A Ivan Scalfarotto era sfuggito un tweet di questo tipo all’indomani dell’elezione del presidente della Camera. Poi si è vergognato di questa vampata di gelosia, e l’ha cancellato. Ma nulla sfugge a «Io sbianchetto», la rubrica della web tv di Libero che ripesca i pentimenti dei vip nella memoria della rete. La puntata dedicata a Scalfarotto- già vicesegretario del Pd e sottosegretario alla presidenza del consiglio nel governo di Matteo Renzi - ripesca altri tweet dal sen. sfuggiti e poi sbianchettati. Alcune volte per errori di battitura al limite del ridicolo (come La Scottex che fornisce gratis carta igienica alle SCULE...), altre volte per ripensamenti. Franco Bechis. Libero.
(mfimage) Sono da poco passate le nove di sera. In corso Vittorio Emanuele, a Milano, gli ultimi negozi hanno calato a metà le saracinesche; ne escono, chinando la schiena, giovani commesse stanche. È un martedì, poca gente in giro. È un’ora, questa, in cui il primo spettacolo nei cinema è iniziato, e i clienti sono già a tavola, nei ristoranti. Nei lussuosi palazzi attorno a piazza Meda i consigli di amministrazione sono finiti: su una lucida auto blu un autista aspetta un manager ritardatario, che arriva frettoloso, la valigetta 24 ore in mano e l’espressione affannata di chi ritiene che ogni suo minuto valga oro. È un’ora strana in centro, pochi minuti dopo le nove, in un giorno feriale. La folla dello shopping se ne è andata, lasciandosi dietro sui marciapiedi carte di gelato, biglietti di tram, scontrini appallottolati, di modo che il corso sembra la sala di una festa, quando l’ultimo invitato si è congedato. Ma, scopri andando verso la Galleria, questa è anche l’ora in cui nel cuore di Milano si insedia un altro tipo di popolazione. Sotto ai portici attigui a piazza Liberty diversi clochard stanno sistemando il giaciglio per la notte. Ciascuno pare avere un suo angolo, come se gli appartenesse da tempo. Due, ancora giovani, piazzati i sacchi a pelo l’uno accanto all’altro, si mettono pazientemente a contare una manciata abbondante di spiccioli, la «cassa» della giornata. Un vecchio invece si è sdraiato e quasi già dorme, stretto a un cane così come i bambini, la sera, abbracciano il loro orso di pezza. (Che grande idea, pensi, ha avuto Dio a creare i cani, così che anche un vecchio alcolizzato e abbandonato da tutti abbia, la notte, almeno qualcuno da abbracciare). Marina Corradi. Avvenire.
Ricordo gli anni 60 come un periodo di turbolenze, di cambiamenti nella società. Tutti prendevano delle droghe. Io mi accontentavo di una birra, il massimo che potesse tollerare il mio organismo. Tuttavia è stata un’epoca, per me, molto benefica, improvvisamente piena di opportunità. Dopo essere stato bloccato per una sacco di tempo, finalmente la mia carriera è decollata, proprio allora. Clint Eastwood, regista. Il Figaro.
«Ma che politica clientelare: qui ad Ascoli Piceno quelli sono figli, nipoti, cognati, non c’è posto per i clienti». Me lo dice un maturo gentiluomo in lobbia e pelliccia interna: è un membro del «senato» che siede in permanenza ai tavoli del caffè Meletti. È qui che viene introdotto il forestiero, prima ancora di mostrargli le glorie gotiche e romaniche. E si potrebbe istituire un premio giornalistico per tutti gli inviati che, parlando di Ascoli, hanno resistito al ritratto del celebre caffè, un «liberty» da manuale, pareti con bottiglie di anisetta allineate come la Treccani, l’usignolo meccanico nella gabbia rococò che vien caricato a molla quando capita l’ospite di riguardo. Luca Goldoni, Viaggio in provincia. Mondadori, 1984.
La Cengia, nel corso della prima guerra mondiale, è presa dal battaglione Val Chiusone comandato dal senese Ettore Martini. Gli austriaci tentano di stanarlo in tutti i modi, con le pietre, i cannoni, le mine. Ma niente da fare. L’esplosione più forte arriva nel luglio del ’17, nel cuore della notte. Gli austriaci sono sicuri di aver spazzato gli italiani ma invece sentono, stupefatti, levarsi le note di una fanfara. È il comandante che ha chiamato a raccolta i pochi strumenti del battaglione per intonare : «O tu Austria che scendi dai monti / vieni avanti se hai del coraggio». Ma il bello succede a valle quando gli alpini, svegliati dal concerto, chiedono ai comandanti cosa succede sul Lagozuoi. Viene loro risposto: «Sono i vostri camerati sulla Cengia che vi dicono che sono vivi». «Pensavamo di avere a che fare con gente come noi - scrisse un testimone austriaco - e invece erano più forti». Narrano che quando a guerra finita il buon Martini andò a trovare i suoi soldati che spaccavo pietre sulle Apuane, per chieder loro come andava la vita, questi gli dissero: «La va come in Cengia, signor maggiore. Si buca la montagna per portare un po’ di pane a casa». Paolo Rumiz. la Repubblica.
A metà di via della Terme di Tito ci scontrammo con uno sciame di lucciole, che si accesero di colpo, disorientandoci. Anna allungò la mano per prenderne qualcuna e io persi l’equilibrio: fummo per cadere fra gli insetti che intanto si erano tutti spenti. Valerio Neri, Anna e il Meccanico. Marsilio.
Sono figlio di un carbonaio (donnaiolo) e di una maestra («ambiziosetta»). Luca Canali, latinista, scomparso a 88 anni. la Repubblica.
Nel corso di una mostra di pittura, Mike Bongiorno, alla domanda se gli piacesse il Parmigianino, ha risposto che preferisce il pecorino. Amurri & Verde, News. Mondadori, 1984.
Proprietario - Sono padrone di duecento cessi / forse duecentoventi, / con annessi / alcuni appartamenti. Marcello Marchesi, Essere o benessere. Rizzoli, 1962.
In general, the art of government consists of taking as much money as possible from one party of the citizens to give to the other. Voltaire. (1764)
Piove e io, affacciato alla finestra, annuso la fragranza della terra bagnata. Roberto Gervaso. Il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 3/7/2014