Domenico Palmiotti, Il Sole 24 Ore 3/7/2014, 3 luglio 2014
ILVA AGGRAPPATA AL PRESTITO PONTE
TARANTO
Il 12 luglio l’Ilva pagherà ai dipendenti solo gli stipendi di giugno e non anche il premio di produzione che slitta invece al mese successivo. Lo annuncia il commissario dell’Ilva, Piero Gnudi, nell’incontro di ieri pomeriggio con i sindacati metalmeccanici al ministero dello Sviluppo economico, e questo esplicita come la situazione finanziaria dell’azienda sia grave. «Drammatica», commentano i sindacati, che intanto confermano lo sciopero dell’11 luglio con manifestazione a Roma, nelle vicinanze di Palazzo Chigi, e chiedono un incontro immediato al Governo.
Gnudi dà poi altre due notizie. La prima è che per il nuovo assetto azionario dell’Ilva non si guarda solo al gruppo franco indiano Arcelor Mittal - che nei giorni scorsi ha inviato una sua delegazione a Taranto - ma anche a «diversi gruppi industriali» con i quali «stiamo continuando a trattare». In sostanza, ci sarebbero altri interessati in campo. L’altra notizia è che il Governo, probabilmente nella prima seduta utile del Consiglio dei ministri, adotterà «un provvedimento legislativo che preveda la prededuzione di un prestito ponte che consentirebbe all’Ilva di far fronte ai propri impegni fino almeno alla fine del 2014».
Gnudi non ha fornito cifre riguardo al prestito ponte, ma è evidente che allargare la prededuzione anche a quest’ultimo – mentre ora è prevista solo sui finanziamenti concessi per gli investimenti del piano industriale – è soprattutto un segnale lanciato alle banche con l’obiettivo di garantirle. Le banche, infatti, hanno detto esplicitamente che non avrebbero dato soldi all’Ilva senza prededuzione in quanto evidentemente temono che l’azienda possa fallire. Questo meccanismo, invece, le mette al riparo da conseguenze negative.
«Stiamo continuando a trattare con le banche», dichiara Gnudi ai sindacati. Nel giro di un anno all’Ilva servono 800 milioni, di cui 550 quest’anno, aveva detto nei giorni il subcommissario Edo Ronchi. Ma prim’ancora era stato l’ex commissario Enrico Bondi a lanciare l’allarme, ponendo già a fine 2013 al Governo il problema della liquidità. «Il prestito ponte – specifica la Fim-Cisl – servirà per pagare i fornitori ed eseguire gli interventi previsti dal piano ambientale che ha sul cronoprogramma un ritardo di oltre tre mesi».
Oltre al prestito ponte, resta in campo anche la possibilità di usare i soldi sequestrati dalla Procura di Milano ai Riva per reati fiscali e valutari. «Ci siamo già attivati per capire la concreta possibilità di richiedere alla Procura di Milano l’utilizzo delle risorse sequestrate», annuncia Gnudi. «La situazione in cui l’Ilva si trova è certamente grave ma non dobbiamo dimenticare che l’azienda è un patrimonio industriale del Paese – afferma il commissario –. Confidiamo anche nel senso di responsabilità dei sindacati e di tutte le parti coinvolte per cercare di poter superare questa difficile fase». «Stiamo lavorando – aggiunge poi Gnudi - per individuare un nuovo azionista di maggioranza in grado di assicurare il mantenimento di tutti i posti di lavoro e il totale rispetto della normativa ambientale. L’esecuzione del piano ambientale, essendo già legge dello Stato, è imprescindibile sia oggi sia in futuro». E su Ronchi, Gnudi aggiunge che molto probabilmente sarà nominato commissario ambientale.
«Secondo Gnudi – rilevano Marco Bentivogli e Cosimo Panarelli della Fim Cisl –, senza un nuovo acquirente, possibilmente entro fine anno, il gruppo ha il destino segnato. Abbiamo chiesto che è utile immaginare un futuro che divida definitivamente le sorti dell’Ilva da quelle della famiglia Riva e che sino a quando non si determineranno le condizioni per la cessione ad un nuovo socio di maggioranza, il Governo predisponga un piano industriale sulla base del piano ambientale».
La Uilm, con Mario Ghini e Antonio Talò, definisce invece «preoccupante» il fatto «che non si abbia una strategia chiara per una prospettiva di futuro certo. L’obiettivo della legge sull’Ilva - sottolineano - era la messa in sicurezza ambientale del sito in base alle prescrizioni dell’Aia e di mantenere l’assetto industriale e occupazionale. Purtroppo dalle parole di Gnudi questo punto è oscuro e non si è capito se sia confermato». Annuncia infine proteste più dure il comitato "Cittadini e lavoratori liberi e pensanti" che indice per l’11 luglio, alle 5.30, un’assemblea davanti alla fabbrica.
Domenico Palmiotti, Il Sole 24 Ore 3/7/2014