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 2014  luglio 03 Giovedì calendario

VIPERETTA&CANARO, GENOVA PER LORO – Quando racconta se stesso, er Viperetta non fa meline. E rievoca il passato improvvisato: “Mi presentavo e dicevo: buongiorno, sono Massimo Ferrero, me pija a lavorà? Nun so fa un cazzo”

VIPERETTA&CANARO, GENOVA PER LORO – Quando racconta se stesso, er Viperetta non fa meline. E rievoca il passato improvvisato: “Mi presentavo e dicevo: buongiorno, sono Massimo Ferrero, me pija a lavorà? Nun so fa un cazzo”. E di cose, ne ha fatte. Quando Franco Bernabè, che per vent’anni l’ha mandato a spicciare faccende roventi e delicate (Eni, due volte Telecom), l’ha spedito a La7, Gianni Stella er Canaro ha preso un foglio, ha tirato una riga, c’ha pensato cinque minuti: chi stava fuori, addio. Viperetta ha comprato la Sampdoria, o meglio l’ha acchiappata mentre Edoardo Garrone, erede di una dinastia fra petrolio e pallone, se ne voleva disfare. E poi ha convocato in Cda il Canaro con una richiesta precisa e quasi impossibile: non buttare denaro con il calcio. Un sacco di capelli bianchi e un sacco di barba bianca, Ferrero fa cinema, produzioni e multisale, 63 anni, romano di Testaccio, un carattere spigoloso, un accento marcato, da ragazzo faceva il bagno nel fontanone di piazza Navona: “I vigili mi sequestravano i vestiti”. Stella è umbro di Orvieto, 65 anni, va a letto presto, non sapeva nulla di televisione, poi s’è messo a fare campagna acquisti in Rai, adesso fa il consulente: “Se parlo troppo, mi’ moglie me caccia de casa”. Questa coppia farà impazzire le televisioni che ingurgitano il pallone da mane a sera. Questa coppia è satira non distillata: è satira pura. E ne sono consapevoli. Stella non è mai loquace: “Vuole sapere il mio incontro con Ferrero, cosa ci siamo detti con forza?”. Sì, cosa? “Ci siamo detti vaffanculo”. Stella non è convinto. Manolo Gabbiadini non è Enrico Mentana: “Gabbia, chi? Ah, quello che voleva giocare con la Juventus”. L’ex capo di La7 non è neanche entrato in Cda che già medita rifiuti: “Vediamo che succede. Ho preso l’autobus 64 che va a San Pietro, ma posso scendere pure prima, chi me lo vieta?”. Ferrero lo vuole direttore generale, e quando Stella fa così sta per pronunciare il sì. Ferrero lo intriga: “Ma tra di noi non c’è partita: io sono quello che morde, quello più duro, il Canaro vince, Viperetta non fa male”. E Ferrero, che fa su e giù in treno, emana una grossa risata e assicura: “Con Stella ce divertemo”. Esordio non fortunato. Appena il mese scorso, Viperetta ha raggiunto un accordo con i magistrati di Busto Arsizio per patteggiare una condanna a un anno e dieci mesi per il fallimento di Livingston (compagnia aerea). Adesso, però, Ferrero caccia difensori: non per sé, ma per il tecnico Mihajlovic. La Sampdoria è in ritiro a Bogliasco, l’ex milanista Ariedo Braida, già spalla composta di Adriano Galliani, se n’è andato in fretta. Non aveva un contratto con i Garrone, c’era un patto tra uomini che si stimano. Ferrero non lo voleva licenziare, ma gli ha proposto una riduzione di stipendio: almeno la metà. Per i dipendenti dei blucerchiati, s’è fermato al 20%. Ferrero ha annusato il pericolo: se non risparmi, il calcio ti rovina. Tra società che affogano nei bilanci e magnati che smantellano patrimoni, la Samp non è un cattivo affare. Edoardo Garrone, presidente di Erg (fattura miliardi e non milioni), ha venduto per questioni di famiglia: il calcio assorbe, non rende. Passione o interessi, nulla di più. Il cognato di Edoardo conosceva un avvocato romano e l’avvocato romano assiste Viperetta. Questo è il collegamento. Prima di consegnare a Ferrero una squadra gestita per dodici anni fra buone annate e retrocessioni, fra Cassano-Pazzini e Serie B dopo la Champions League, Garrone ha iniettato 14 milioni di euro nel capitale, se n’è accollati 30 su 60 di debiti, ha convocato una conferenza stampa e ha salutato un po’ commosso. Il conto di Viperetta, il prezzo, sono quei 30 milioni da smaltire e il sollievo sono quei 14 che ha versato Edoardo. E poi ci sono i diritti tv, 37 milioni per quest’anno. Ma il calcio non è soltanto denari. E i tifosi doriani sono curiosi di conoscere Ferrero , ci sono già le magliette con il simbolo di Viperetta: un serpente che avvolge un pallone. Per il momento, Stella non compare. Ci vuole ironia. Ci vorrebbe Toninho Cerezo, che portava i suoi due cani al centro sportivo di Bogliasco. Chiese Raimondo Vianello, cosa fanno? E il brasiliano: “Io mi alleno, loro corrono per il campo, giocano assieme e cagano”. Carlo Tecce, il Fatto Quotidiano 3/7/2014