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 2014  giugno 27 Venerdì calendario

IL SESSO È SOPRAVVALUTATO

Durante l’ultimo Sónar, poco prima di cadere nella spirale di autodistruzione che inizia venerdì sera e termina domenica mattina, ho avuto la fortuna di ascoltare il discorso dell’artista e disegnatrice Sputniko! a proposito di tecnologia e femminismo. Laia Abril, questo il suo nome, gioca da tempo con l’idea di schermo, sia per raccogliere le sue immagini che per esporle. Lo fa anche tramite rivista COLORS, con Fabrica o tramite i suoi progetti personali – tra i quali Thinspiration.
Di recente abbiamo parlato con lei di uno dei suoi ultimi lavori, un sito che sta ricevendo un’ottima accoglienza e che si arricchirà di nuove storie nei prossimi mesi. Si chiama Asexuals Project, ed è un web-doc incentrato sulla comunità asessuale – quella che, in parole povere, è composta da persone a cui non interessa il sesso.

Sulla pagina Facebook di Asexuals Project ci sono molti commenti di persone che vogliono che tu vada a trovarle per raccontarti la loro storia. C’è tanto amore in generale.
«Ho ricevuto una quantità di mail sconvolgenti. Anche da luoghi in cui non so se arriverò con il progetto, tipo di Abu Dhabi».
Ho cercato un po’ di statistiche per farmi un’idea del volume del fenomeno e non ho trovato molto, si stima che la popolazione asessuale sia tra il 3 e 5 il percento di quella mondiale.
«Io ho sentito di dati che arrivano sopra il 7 percento, anche se non sono ufficiali. L’ultima statistica ufficiale non si fa da tantissimo tempo e parlava di cose come l’un percento, assurdo. Io personalmente credo che adesso sia molto più del 7. In primo luogo, perché molte persone non sanno nemmeno che esiste e quindi non si possono fare conteggi. E non sto parlando di persone in Africa e Asia. Molti occidentali non sono al corrente dell’esistenza dell’asessualità. Immaginate se l’intera popolazione occidentale sapesse che esiste l’asessualità. La crescita che si è verificata negli ultimi anni man mano che la comunità veniva a conoscenza della questione è stata esponenziale, e questo ha ovviamente avuto a che fare con la visibilità. Le cose non esistono fino a quando non hanno un nome, e ci sono molte persone che sono contro le etichette e che dicono che ci sono troppe categorie. Ci sono le etichette necessarie e punto. E che cosa te ne frega? Se così si sentono meglio, se si sentono più accettati... Se rientrano o non rientrano nelle classificazioni, affari loro. La verità è che sono categorie ed etichette super-flessibili e, questa fluidità e flessibilità sono proprio ciò che rappresenta questa comunità, che è una scala di grigi, non bianco o nero».
Andiamo un po’ a fondo nella questione delle categorie... l’idea di fondo è che una persona asessuale non prova attrazione sessuale.
«A parte l’orientamento sessuale e l’orientamento romantico c’è una terza categoria che è l’antisessualità. Gli antisessuali non sono la maggioranza, ma sono quelli che non farebbero mai sesso con il proprio partner».
Quindi ci sono asessuali ai quali non interessa scopare e asessuali che non vogliono farlo neanche per sogno.
«Gli antisessuali non farebbero mai sesso con un compagno, ma poi ci sono asessuali che fanno sesso e a volte lo spiegano dicendo: “È come quando a volte fai delle cose per la coppia che non vuoi fare...”. Vedi, sempre che non si faccia del male a qualcuno o che non si crei un problema... ma se ti butti e lo fai ogni tanto perché l’altro sia più contento, pare funzioni. Ovviamente non si può generalizzare, ma ho incontrato persone con situazioni del genere».
Guardando il tuo progetto mi ha colpito il fatto che la masturbazione e l’asessualità non sempre siano disgiunte. Gli asessuali si masturbano?
«Il fatto è che una cosa è l’attrazione sessuale e un’altra è la libido. La maggioranza degli asessuali hanno la libido, si eccitano, ma non provano attrazione sessuale verso le altre persone. Quindi quando gli si chiede: "Ma quando ti masturbi, a cosa pensi?" rispondono che è una questione più fisica. La maggioranza degli asessuali che non sono antisessuali, cioè, ai quali non fa schifo il sesso, si masturbano o si sono masturbati, così come hanno provato a fare sesso con donne, uomini, le hanno provate tutte. Hanno dovuto fare una sorta di indagine su quello che gli piaceva e scartare per capire per bene quello che succedeva».
Asessuali per scarto.
«Tra gli asessuali che ho intervistato c’è anche chi ha avuto la fortuna di scoprire cosa fosse l’asessualità a 14 anni e non ha avuto alcun bisogno di ricerca».
Una delle cose che ho notato seguendo il tuo progetto è che più o meno c’è lo stesso numero di uomini e di donne.
«È un tema complicato... Ho fotografato più donne, perché mancano le testimonianze di New York. Quanto ai candidati che alla fine non ho potuto fotografare per varie ragioni, alla fine c’è un buon equilibrio tra uomini e donne... Forse ci sono un po’ più donne, tipo 60-40 percento o qualcosa del genere, ma questo rappresenta la totalità della comunità... Dal mio punto di vista essere uomini asessuali è un po’ più difficile, perché c’è l’idea che gli uomini debbano essere super sessuali, super machi. Come dire, la loro virilità dipende in gran misura dalla loro sessualità. In ogni caso ho chiesto sia a uomini che a donne della relazione con il proprio corpo, se si sentono meno donne o uomini per il fatto di essere asessuali e, lasciando da parte le persone genderqueer, la risposta è no. Ma questa è una cosa che ha a che fare con il genere e non con la sessualità».
La seconda cosa che ho notato è il fattore generazionale.
«A livello generazionale è chiaro che i più giovani hanno avuto le informazioni prima e hanno un modo diverso di vivere la cosa. Persone come Lidia, caso estremo, 82 anni, o anche Mark, che ne ha 45, hanno sofferto di più. Ma è come per tutto, è una questione di mancanza di informazioni. Lidia mi ha detto che molto tempo fa è andata dal dottore perché pensava che suo marito fosse malato, perché voleva troppo sesso. Quindi lo ha portato a farsi visitare e il dottore le ha detto: No, suo marito è perfetto, quella che sta male è lei. Ed è stato così per tutto il tempo in cui sono stati sposati, a pensare che era lei ad avere un problema, di essere frigida, di avere qualcosa che non andava. Immagina il giorno in cui la signora ha scoperto cosa fosse l’asessualità, a 80 anni...».
Lidia è una vecchina molto affettuosa.
«Lea, una delle persone che ha organizzato i World Asexual Meetings, mi ha raccontato una bella storia su Lidia. Il giorno dell’incontro a Londra Lidia si è presentata con due ore di anticipo e quando finalmente l’ha vista e le ha chiesto “Tu sei asessuale?” e Lea un po’ scombussolata le ha risposto: “Bè, si...”, poi si è ritrovata con Lidia che l’abbracciava piangendo perché era la prima persona asessuale che avesse mai incontrato. Ovviamente quando mi ha raccontato questa storia ho detto: devo conoscere Lidia».
Parliamo di altri asessuali affettuosi: Sheldon Cooper.
«Sheldon Cooper è l’eroe sessuale degli asessuali. Ma è molto importante distinguere l’orientamento sessuale da quello romantico, e ovviamente se non lo sai non è semplice da capire. A partire da qui, una questione basilare che molti non si pongono, si aprono tutte le possibilità – c’è differenza tra un’amicizia profonda e una relazione asessuale romantica? Be’ sì, c’è».
Sempre a proposito di serie tv, in Orange is the New Black la transessuale Laverne Cox ci ha dato una gran lezione di sessualità. È un bene che si trovino contenuti del genere nelle serie tv più seguite, secondo te?
«Penso che ci troviamo in un momento di svolta, perché così come è stato negli anni Ottanta per l’omosessualità, adesso siamo nell’epoca della rottura della dualismo del genere, ed è incredibile. Perché che in Germania ci sia la possibilità di non registrarsi né come uomo né come donna è allucinante. Mi sembra strano che i media non passino le giornate a parlare di questo. Avete capito che non si tratta più solo di “uomini” e “donne”?».