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 2014  luglio 02 Mercoledì calendario

PERISCOPIO


Elton John: «Gesù sarebbe favorevole alle nozze gay». In effetti l’unto dal Signore un’apertura l’ha fatta. Il rompi-spread MF.



Berlusconi apre ai diritti di gay e lesbiche. Deve essersi divertito parecchio all’ultima festa. Spinoza. Il Fatto.



Osama voleva il califfato. Con Obama è nato il califfato. Andrea Bartelloni. Il Foglio.



Il programma energetico di Nigel Farage, il nuovo alleato di Grillo in Europa, prevede: gas, nucleare e carbone. Perforazioni per lo shale gas, fine degli incentivi alle rinnovabili, negazione dell’effetto serra. Infine qualche insulto per gli ambientalisti che vogliono affamare gli inglesi. Domanda: ma perché i grillini se la prendono con la politica energetica del governo italiano? Forse perché è troppo moderata? Chicco Testa. Il Foglio.



Per me il vero problema è quello di riformare le notizie. Massimo Bucchi. il venerdì.



La parola chiave è l’avverbio «così». Quando appare in un titolo col verbo «cambiare» coniugato al futuro, conviene indossare le mutande di ghisa, perché sta arrivando il cetriolo della fregatura. La new wave dei giornali di anticipare epocali riforme inesistenti o sola annunciate o appena pensate, per compiacere i governi (spesso all’insaputa dei medesimi), nacque ai tempi di Monti, dilagò sotto Letta jr. ed è esplosa con Renzi. Nell’era Montiana le avanguardie dattilografe erano tutte un frisson per l’Eldorado prossimo venturo. Breve antologia dal Corriere. «Fornero: così cambierà il lavoro» (18-12-2011). «Fisco, casa, pensioni: così si cambia» (23-12). «Catricalà: così può cambiare la Rai» (10-1-2012). «Famiglie e professioni: la vita cambia così» (21-1). «Monti e Obama: ’’Cambiare il nostro stile di vita’’» (10-2). «Così cambiano le professioni» (4-8). «Così cambiano i tribunali» (11-8). Poi non cambiò una mazza, né «così», né altrimenti, a parte una serie di rapine ai ceti meno abbienti e di regali alle banche. Marco Travaglio. Il Fatto.



Domenica 23 gennaio 1994. Ennesima intervista di Leoluca Orlando contro La Malfa e Del Turco. Vedo alla tv la faccia di Leoluca e quelle di altri progressisti. Mi sembrano disfatte da un logorio anche somatico. Possibile che non ci sia gente diversa e più giovane da presentare agli elettori? Persino il terrificante Berlusconi sembra nuovo al confronto di tante mummie della sinistra. Giampaolo Pansa: Tipi sinistri. Rizzoli. 2012.



Non è vero che Antonio Gramsci sia stato elogiato, incensato e poi buttato nel cestino, come si sente dire spesso. Gramsci, in Italia, è stato applicato alla lettera. E ha avuto successo anche alla luce dei suoi seguaci. Il Partito comunista italiano era davvero diverso dal Partito bolscevico russo. E ha fatto la sua rivoluzione in modo così originale che nessuno se ne è accorto. Nemmeno i suoi autori. Lenin voleva un partito di quadri (non da appendere ai muri, anche se molti sono stati appesi), un partito tenuto insieme da una disciplina sacerdotale e militare. Gramsci ha preferito un partito di massa, da affidare ai burocrati della cultura, i cosiddetti intellettuali organici; un partito tenuto insieme, non tanto con il fil di ferro della disciplina, quanto con il calcestruzzo della conformità delle idee, se volete, con il conformismo. Lenin voleva conquistare il potere, lo Stato, la macchina di governo. Gramsci voleva conquistare la società, il senso comune, la macina dei giudizi. Lenin considerava indispensabile la dittatura del proletariato. Gramsci riteneva più utile l’egemonia culturale delle idee. Hanno avuto successo tutti e due. E infatti: Lenin ha conquistato il potere, e con la dittatura del proletariato (esercitata da Stalin e da Breznev) ha distrutto, dopo settant’anni, lo stato sovietico. E Gramsci ha conquistato gli intellettuali, e con l’egemonia ideale della Nuova Sinistra (dunque con idee non sue, ma con il suo metodo) ha distrutto, dopo 45 anni, il senso comune degli italiani. Saverio Vertone, L’ultimo manicomio. Rizzoli. 1991.



Charles Dickens descrisse così Thomas Grandgrind, protagonista di Hard Times: «Era come se si costruisse un osservatorio senza finestre e un astronomo volesse ordinare là dentro l’universo stellato solo con penna, carta e calamaio, così Grandgrind nel suo osservatorio privato, non aveva bisogno di gettare un’occhiata alla miriade di esseri umani che brulicava attorno, ma regolava i loro destini su una lavagna e cancellava tutte le loro lacrime con un sudicio pezzo di spugna». Togliete penna, carta e calamaio, aggiungete il personal computer, e ottenete la siluetta dell’economista convenzionale, trasferito dal XIX alla scorcio del XX secolo. Sergio Ricossa, Maledetti economisti. Rizzoli. 1996.



Il meglio di sé, Ansaldo, lo dava a tavola. Il suo appetito era inesauribile come la sua aneddotica. Quando spartiva la mensa con Leo Longanesi, la conversazione si trasformava in un’olimpiade della brutalità. «Detto fra noi, quel suo articolo, caro Ansaldo, era una boiata. L’ho pubblicato solo per sputtanarla come traditore. Perché, in tutta la sua vita, lei non ha fatto altro che tradire: il fascismo, l’antifascismo...». «È per questo che ci intendiamo così bene, lei e io. Perché anche lei, non faccio per dire...». «Sì, ma con più eleganza. Io sono la libellula del tradimento. Lei un elefante... Eppoi, vorrebbe mettere? Io sono stato un magnaccia di Mussolini, lei di Ciano». «È vero. Ma in un mondo di puttane, cos’altro può fare se non il magnaccia?». E via di questo passo. Indro Montanelli, I conti con me stesso. Rizzoli. 2009.



Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si affaccia da un balconcino e, con l’indice della mano destra teso, urla: «Vai Bruti Liberati e scatenati!». Vignetta di Vincino. Il Foglio.



Un frate / in una nuvola / di tonaca / corre in motocicletta / va in fretta / da un moribondo. / Così, / grazie alla Lambretta / e al super Esso / il carburante più extra / del mondo / un peccatore sale in cielo / assolto. / Dopo non molto / nello stesso giorno / al ritorno / presso Lambrate / va fuori strada il frate. / Il cielo gli è negato / per l’eternità. / È morto in peccato. / Eccesso di velocità. Marcello Marchesi, Essere o benessere. Rizzoli. 1962.



L’aeroporto di Fiumicino riaperto al traffico di droga. Amurri & Verde, News. Mondadori. 1984.



Lui, a letto con un’altra, pensa a sua moglie. Lei, a letto con un altro, pensa a suo marito. Questa è fedeltà. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 2/7/2014