Giovanni Bucchi, ItaliaOggi 2/7/2014, 2 luglio 2014
I PISICCHIO IN CERCA DI NUOVI LIDI
E adesso che fine faranno i due fratelli? I loro destini (politici) resteranno ancora legati l’uno all’altro, come negli ultimi vent’anni, oppure si separeranno? Il più grande, Giuseppe detto Pino, 60 anni, cresciuto nella sinistra democristiana di Donat Cattin, oltre a fare il deputato e capogruppo del Misto, è pure giornalista professionista. Alfonso, detto Alfonsino, ha sei anni in meno, è vicesindaco uscente di Bari con Michele Emiliano, ma adesso il nuovo primo cittadino, il renziano Antonio Decaro, ha deciso di non richiamarlo in giunta, lui che è riuscito a strappare uno scranno da consigliere.
Stiamo, ovviamente, parlando dei fratelli Pisicchio, Pino e Alfonsino, due politici di razza che dopo la fine della Democrazia Cristiana sono riusciti a restare sempre sulla breccia, saltando da un partito all’altro. Pino è stato fino al 1994 deputato della Dc, poi ha mancato il ritorno alla camera col Ppi di Rocco Buttiglione, così nel 1999 è finito al Parlamento europeo con la lista Rinnovamento italiano di Lamberto Dini. Nel 2001 è tornato a Montecitorio sempre con Ri (nel listino bloccato della quota proporzionale del Mattarellum), per poi passare all’Udeur di Clemente Mastella fino ad approdare all’Idv di Antonio Di Pietro, che gli ha garantito l’elezione alla Camera sia nel 2006 che nel 2008, grazie all’ex pm che in entrambi i casi ha scelto la circoscrizione del Molise per farsi eleggere, liberando così un posto in Puglia. Non pago, nel 2013 Pino è tornato alla camera col Centro Democratico di Bruno Tabacci. E Alfonsino? Ha sempre seguito il fratello, ma restando sul livello locale. Prima come consigliere comunale e assessore a Bari con la Dc, quindi entrando in provincia nel 1999 con la lista Dini, l’anno dopo in regione fino al 2005, quando ha mancato il bissotto il simbolo dell’Udeur per poi entrare in Comune nel 2009, questa volta con l’Idv, e fare in seguito il vicesindaco in quota Cd. Con un secondo e vano tentativo, nel 2010, di entrare in Regione, in quel caso con La Puglia per Vendola.
L’ultimo cambio di casacca dei Pisicchio è storia recente. E riguarda innanzitutto il deputato Pino, cacciato dal Centro democratico dopo una polemica scaturita su Il Quotidiano Italiano. È stato esautorato dall’incarico nella vice direzione nazionale del Cd, mentre Alfonsino è stato commissariato come segretario regionale pugliese dal deputato Angelo Sanza. Insomma, i due fratelli sono fuori dal gruppo dei tabacciani. All’origine dello strappo, divergenze sulle strategie politiche da adottare. Pino non ha fatto mistero della sua contrarietà all’operazione di Scelta Europea, poi naufragata con un misero 0,7% alle elezioni del 25 maggio scorso, che prevedeva l’aggregazione con Scelta civica e Fare per fermare il declino. A suo parere, dopo lo 0,47% alle politiche del febbraio 2013, il Cd avrebbe dovuto cercare un orizzonte più largo, anche se non si sa bene in quale direzione. «Evidentemente», ha poi scritto il capogruppo del Misto la settimana scorsa, «gli impulsi del ceto politico, purtroppo senza consenso, e una visione non molto lungimirante hanno portato qualcuno a coltivare l’illusione che, una lista europea raffazzonata all’ultimo momento, con compagni di strada privi di consistenza elettorale, potesse produrre un miracolo che non era certamente nel conto».
Le divergenze con Tabacci e i vertici nazionali si sono verificate pure a livello locale. Alle comunali di Bari, infatti, Alfonsino ha scelto di non presentare la lista ufficiale di partito, optando per una mezza via, pur sempre in alleanza col Pd: una lista civica che contemplava sia il nome del Cd che quello del capolista, cioè di Pisicchio. E tutto ciò in contrasto con i vertici nazionali. Tuttavia, pur avendo ottenuto lo scranno in consiglio comunale, Alfonsino non sarà assessore. La cosa non gli è piaciuta, l’ha detto ai quattro venti, ma potrebbe ricevere come premio di consolazione dal neo sindaco Decaro la vicepresidenza dell’area metropolitana di Bari.
Sulla stampa pugliese si sprecano in questi giorni gli articoli e le ricostruzioni sulla fine della dinastia dei Pisicchio. Loro replicano dicendo di essere profondamente repubblicani, e di non interessarsi di dinastie monarchiche. Ma , soprattutto, i due inossidabili fratelli, non hanno nessuna intenzione di darsi (politicamente) per finiti. Il prossimo anno ci sono le elezioni regionali in Puglia, e i i Pisicchio sono già al lavoro per trovare un adeguato spazio.
Giovanni Bucchi, ItaliaOggi 2/7/2014