Conchita Sannino, la Repubblica 2/7/2014, 2 luglio 2014
NAPOLI, INDAGATO MILANESE “MEDIATORE NELLA CORDATA DELLA GUARDIA DI FINANZA”
Napoli.
Non solo colonnelli e generali. L’ipotesi è che esistesse una «cordata» tra esponenti politici ad alcune divise opache delle Fiamme Gialle, che indirizzava o gestiva i flussi della corruzione. Si allarga l’inchiesta del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e del pm Henry John Woodcock che ha già portato all’arresto del colonnello Fabio Massimo Mendella, il comandante del provinciale a Livorno accusato di aver intascato un milione di euro in tangenti dagli imprenditori Pizzicato, e anche al coinvolgimento del comandante in seconda Vito Bardi e del suo predecessore Emilio Spaziante. Accanto a loro, finisce ora tra gli indagati Marco Milanese, già colonnello delle Fiamme Gialle, poi deputato del Pdl e consigliere politico dell’allora ministro Giulio Tremonti.
Milanese, l’ex aiutante di campo già sfuggito nel 2011, per un soffio, alla richiesta di arresto esaminata alla Camera (Montecitorio disse no per appena sei voti), coinvolto in altri filoni a Roma, è accusato, come gli altri, di corruzione. Ma si tratterebbe di distinti episodi. Lo stesso Milanese e il generale in pensione Spaziante risultano peraltro indagati nella tangentopoli del Mose, a Venezia. Anche se gli atti sono stati poi trasferiti per competenza alla Procura di Milano.
Proprio sulla posizione di Mendella e del commercialista Pietro De Riu — quest’ultimo accusato di aver fatto da collettore del milione di euro destinato al colonnello — è cominciato il primo duello su “Mani pulite” della Finanza, tra accusa e difesa. È durata infatti quattro ore l’udienza dinanzi al Riesame. Tra i nuovi elementi depositati, su cui punta l’accusa per ottenere la conferma della misura, ci sono le dichiarazioni del generale della Finanza Giuseppe Mango in cui viene confermata «la frequentazione» anche esterna agli uffici tra Bardi e Mendella, un recentissimo interrogatorio di Giovanni Pizzicato in cui vengono confermate le «dazioni», le versioni di alcuni collaboratori dello stesso Mendella che avvalorerebbero la tesi del patto d’amicizia e presunti segreti tra quell’alto ufficiale e il comandante in seconda. La difesa di Mendella, sostenuta dagli avvocati Alfonso e Guido Furgiuele, ha invece depositato, tra l’altro, 14 informative per mostrare come «Mendella aveva indagato sui Pizzicato fino a chiedere un sequestro dei loro beni». Un esito mai arrivato, perché intanto quel colonnello era già avvolto dai sospetti.
Conchita Sannino, la Repubblica 2/7/2014