Francesco Velluzzi, La Gazzetta dello Sport 2/7/2014, 2 luglio 2014
STURARO: «HO IL GRIFONE TATUATO MA VOGLIO MERITARMI LA MAGLIA BIANCONERA»
È nato a Sanremo, ma non è mai stato al Festival e non ama la musica melodica, è figlio di un medico diabetologo e di una veterinaria, ma non ama particolarmente gli studi, gioca nel Genoa e il grifone ce l’ha tatuato sul braccio. Stefano Sturaro, mediano rubapalloni di 20 anni, resterà ancora un anno a Genova anche se da ieri è ufficialmente un calciatore della Juventus. I campioni d’Italia hanno investito 5 milioni di euro su di lui, che ha vissuto un finale di stagione straordinario: titolare in rossoblù, convocato nell’Italia Under 21, e adesso acquistato dalla Juve.
Che significa Sturaro entrare a far parte della Juve?
«È un sogno che si realizza. Mio papà, da ragazzo era juventino. La Juve è la Juve, è la squadra campione d’Italia. Mi piace molto Antonio Conte, mi piace la squadra perché nessuno molla mai. Sono sempre sul pezzo, sono animali dentro il campo. Vogliono sempre vincere: è la mia mentalità».
Lei giocherà la prossima stagione ancora col Genoa.
«Esatto. E darò tutto me stesso. Come ho sempre fatto. Questa squadra è la mia vita da quando avevo 14 anni e mi sono trasferito da Sanremo. Devo fare un grande campionato con il Genoa per guadagnarmi la fiducia di chi ha creduto in me».
Con i tifosi come la mette?
«Benissimo. Perché il rapporto con i tifosi è sempre stato meraviglioso e continuerà ad esserlo. È chiaro che un giocatore ligure, genoano che gioca nel Genoa, ha un rapporto particolare con il pubblico. Giocare a Marassi fa venire i brividi. E’ una sensazione incredibile».
Sturaro che giocatore è ?
«Gioco davanti alla difesa, raramente mi sono adattato a fare il difensore centrale. Cerco soprattutto di rubare palloni, ma anche di impostare».
Chi l’ha fatta diventare calciatore vero?
«Juric. Gli devo tutto. L’ho avuto in Primavera e mi ha insegnato i segreti del ruolo e mi ha aiutato a diventare uomo. Ho 20 anni, ma tanti dicono che sembro un adulto».
Gasperini cosa le chiede?
«Di stare attaccato all’uomo, di rubare palloni. Ognuno con lui ha compiti ben precisi, sa cosa deve fare. Mi ha dato fiducia. Dopo il debutto in A con Liverani alla prima giornata non avevo più giocato. Forse non volevano bruciarmi, non so proprio. Fino a gennaio non ho avuto spazi. Piano piano Gasperini mi ha rimesso in campo, sono stato agevolato anche dall’infortunio di Matuzalem».
In Under 21 è arrivato tardi…
«Non giocando… era dura. Ora ci sono e spero di restare nel gruppo. E’ stata la cosa più bella di questa stagione assieme al primo gol in Serie A contro il Catania. Credo di aver fatto bene a Castel di Sangro nell’amichevole col Montenegro. In Under Di Biagio mi fa giocare diversamente rispetto a Gasperini. Mi chiede di fare più cose, anche di impostare».
Sturaro e i tatuaggi: ma quanti ne ha?
«Ne ho tanti.
Perché se li fa?
«Mi piace imprimermi tanti pezzi della mia vita. Il debutto in Serie A, il primo gol contro il Catania, il Genoa. Tutte cose bellissime».
Chi è il suo amico nel calcio?
«Perin. Abbiamo diviso tante volte la camera nei ritiri ed è nata un’amicizia vera. Mattia non ha limiti E vi assicuro che è il migliore di tutti. Sarà lui l’erede di Buffon».