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 2014  luglio 02 Mercoledì calendario

IN SEI MESI SUPERATO IL RECORD DI SBARCHI DEL 2011

Numeri caldi. È una mappa del dolore quella che emerge dal computo dei vivi e dei morti, dei migranti che approdano, di quelli che ce la fanno e di quegli altri (se e quando lo veniamo a sapere) che muoiono sulla linea del traguardo. Una tragedia senza fine. La cifra oggi significativa è 63.400, il numero che al di là dei dati ufficiali del ministero dell’Interno emerge dai calcoli tenuti ogni giorno da “Save the Children”, organizzazione in prima linea sul fronte degli sbarchi. Un primato: in sei mesi sono arrivati in Italia, soprattutto dalle coste libiche e soprattutto grazie ai salvataggi della nostra Marina con l’operazione Mare Nostrum, più di tutti i migranti approdati in Italia nell’anno-record delle primavere arabe, il 2011 (furono 62.692).

I MINORI
Il dato scomposto fornisce una fotografia agghiacciante dell’evoluzione dei flussi. Sul totale di 63.400, più di 6mila sono donne e 9.939 minori (3.708 accompagnati, 6.231 non accompagnati). Quanto alle nazionalità, sul totale dei migranti la prevalenza è di eritrei, siriani, somali e sub-sahariani. Ma le proporzioni cambiano considerando genere e età. I bambini accompagnati sono per lo più siriani. Significa che si muovono intere famiglie, in fuga dalla guerra. Nel 2011, i minori con genitori furono solo 290 e non c’era nessun siriano, per lo più afghani. Odio e conflitti disegnano le migrazioni. Sempre più numerosi i minori imbarcati da soli, in particolare eritrei e sub-sahariani ma anche egiziani, non molto rappresentati fra gli adulti. L’età dei minori, a sua volta, si abbassa progressivamente. «Un fenomeno che riguarda soprattutto gli egiziani», spiega Viviana Savastro, la responsabile della protezione minori migranti di “Save the Children”. A differenza degli eritrei che puntano sul Nord Europa, gli egiziani restano in Italia, molti si dirigono a Roma. «Parecchi dichiarano di avere tra i 14 e i 17 anni, ma la nostra impressione è che possano averne di meno. Si spostano dalla zona di Alessandria e tanti provengono da una regione specifica, Gharbia». Nel Nord dell’Egitto.

EFFETTO MARE NOSTRUM?
Rispetto a tre anni fa, bambini e adolescenti sono cresciuti da 4499 in tutto il 2011 (solo 209 soli) a quasi 10mila nei primi sei mesi del 2014. Il modo di procedere di Mare Nostrum governa il ritmo dei flussi. «Abbiamo notato picchi di arrivi», dice Viviana Savastro. «Nel 2011 arrivavano barconi con al massimo 750 migranti e venivano chiamati “maxi-sbarchi”, oggi sono le navi militari a raccoglierli e ne sbarcano in porto fino a 3500 o 5000 in una volta. A giugno sono stati 22mila». Più di un terzo del totale da gennaio, a dimostrazione di un trend in crescita. Le navi della Marina salvano vite umane. È questo l’obiettivo di Mare Nostrum. La domanda è: quei migranti, se non ci fosse stato il dispositivo di Mare Nostrum, sarebbero partiti lo stesso? «Difficile dirlo», risponde la Savastro. «Quello che sentiamo dire più spesso a queste persone è che non avevano alternativa, sarebbero partite comunque, avrebbero comunque tentato la via del mare». Difficile pure stabilire se vi siano oggi più morti che nel 2011. Qualche operatore d’esperienza sostiene che tre anni fa i gommoni si sgonfiavano, inghiottiti dal mare senza che nessuno potesse accorgersene. Oggi sembra che vi siano più morti perché il pattugliamento è più capillare ed è facile individuare i barconi che affondano.
Marco Ventura