Anais Ginori, la Repubblica 2/7/2014, 2 luglio 2014
GHEDDAFI, LA MILIARDARIA E LA TALPA IN PROCURA
Il dittatore e la miliardaria. Sembra un romanzo noir quello in cui è finito Nicolas Sarkozy. La richiesta di fermo dell’ex presidente francese arriva al termine di una lunga serie di indagini. Indagini che partono dalla Libia di Muammar Gheddafi per arrivare alla donna più ricca di Francia, Liliane Bettencourt. Sullo sfondo, accuse di fondi neri per finanziare la campagna elettorale del 2007 e una rete di alti funzionari dello Stato che hanno passato informazioni riservate per intralciare o condizionare le inchieste in corso.
L’AMICIZIA CON GHEDDAFI
Nel 2005 la Libia è ancora un paese “canaglia” e Muammar Gheddafi è un dittatore “infrequentabile” in Occidente. A Parigi, Sarkozy è un ambizioso ministro dell’Interno che punta già all’Eliseo. Tra il 2005 e il 2007, il suo capo di gabinetto, Claude Guéant, organizza diversi viaggi in Libia per parlare con il regime. La nuova intesa è suggellata dalla visita ufficiale di Gheddafi, ricevuto nella capitale francese con tutti gli onori nel dicembre 2007. Qualche mese prima, proprio grazie a questi rapporti “privilegiati”, Cécilia Sarkozy, allora moglie del capo di Stato, va a Tripoli e torna trionfante dopo essere riuscita a convincere il raìs a liberare cinque infermiere bulgare. Cosa si nascondeva dietro all’improvvisa amicizia, poi diventata odio, tra Gheddafi e Sarkozy?
IL TESTIMONE
Quando nella primavera del 2011 Sarkozy decide a sorpresa di lanciare un intervento militare per spodestare il raìs, Saif Al-Islam Gheddafi accusa: «Bisogna che Sarkozy ridia prima i soldi che ha accettato dalla Libia per finanziare la sua campagna elettorale». Nessuno fa caso alle sue parole. Il sito d’inchieste Mediapart inizia invece a pubblicare una serie di documenti e testimonianze su un presunto finanziamento occulto di 50 milioni di euro versati da Gheddafi al leader francese per la campagna elettorale del 2007. Al centro dell’affaire c’è Ziad Takieddine, uomo d’affari e mercante d’armi franco-libanese. L’ex raìs è stato ucciso nell’ottobre 2011 ma da allora i suoi fedelissimi hanno cominciato a parlare. Secondo Moftah Missouri, già interprete di Gheddafi, il finanziamento da Tripoli per Sarkozy sarebbe stato di “solo” 20 dei 50 milioni di euro promessi.
IL CELLULARE CON PSEUDONIMO
Sarkozy è sconfitto da François Hollande alle elezioni del 2012 e perde la sua immunità presidenziale. Nell’aprile 2013 la procura di Parigi apre un fascicolo sui traffici di Takieddine e il presunto finanziamento della Libia. I pm ordinano intercettazioni sui telefoni di Sarkozy e del suo avvocato, Thierry Herzog. I magistrati scoprono che l’ex Presidente ha un secondo numero di telefono, intestato a un certo Paul Bismuth, nome di un vecchio compagno di scuola di Herzog. Anche l’avvocato dell’ex Presidente ha un’altra utenza segreta. Qualcuno li aveva allertati sulle intercettazioni in corso? L’inchiesta sui legami tra Sarkozy e Gheddafi non è ancora chiusa. Ma i contenuti di alcune telefonate aprono un altro, inaspettato filone d’inchiesta.
“QUEI BASTARDI DI BORDEAUX”
Le intercettazioni rivelano colloqui tra Sarkozy e Herzog a proposito dell’imminente decisione della Corte di Cassazione nell’ambito dello scandalo che coinvolge la donna più ricca di Francia, Liliane Bettencourt. L’inchiesta condotta dalla procura di Bordeaux aveva ipotizzato che Sarkozy e alcuni suoi fedeli abbiano ricevuto fondi illeciti dall’anziana miliardaria per la campagna elettorale del 2007. In un’intercettazione del 29 gennaio scorso, Herzog — che definisce più volte i magistrati «i bastardi di Bordeaux» — si rallegra con il suo assistito per il «lavoro» svolto dal fedelissimo «amico Gilbert». Si tratta di Gilbert Azibert, magistrato presso la Corte di Cassazione. In un altro colloquio, il 5 febbraio, Sarkozy si dice pronto ad aiutare la talpa di alto rango ad ottenere un posto da giudice a Monte Carlo.
LE TALPE NELLA MAGISTRATURA
Dalla Libia si passa così a una nuova inchiesta dell’Office central de lutte contre la corruption et les infractions financières et fiscales, il pool finanziario di Nanterre, dove Sarkozy è stato interrogato ieri in stato di fermo. Il 26 febbraio scorso il pool finanziario apre fascicolo per violazione del segreto istruttorio e trafic d’influence , corruzione in atti giudiziari. Il 4 marzo le due pm titolari, Patricia Simon e Claire Thépaut, ordinano una perquisizione alla Corte di Cassazione. Gli investigatori ritrovano diversi stralci dell’inchiesta Bettencourt nel computer di Azibert che ha lavorato nella sezione civile alla procura di Bordeaux. Azibert sarebbe stato
una talpa preziosa nell’inchiesta in cui Sarkozy è stato alla fine prosciolto nell’ottobre 2013. L’“amico” Gilbert avrebbe anche dato informazioni dell’istruttoria presso la Corte di Cassazione, insieme a secondo alto magistrato, Patrick Sassoust: i due sono stati fermati lunedì dal pool finanziario, insieme all’avvocato Herzog.
IL SEQUESTRO DELLE AGENDE
È uno dei punti che agita di più Sarkozy nelle intercettazioni. I giudici di Bordeaux che hanno indagato sull’affaire Bettencourt hanno sequestrato le sue agende personali. Dopo il proscioglimento di Sarkozy nell’inchiesta, i magistrati di Bordeaux hanno trasmesso le agende alla procura che indaga su un’altra affaire che sfiora l’ex Presidente: quella del maxi-risarcimento di 405 milioni di euro concesso dallo Stato a Bernard Tapie nella compravendita del Crédit Lyonnais. Nelle agende sono infatti annotati diversi appuntamenti con il faccendiere. Non è escluso che nelle agende ci siano anche degli elementi che possano interessare i magistrati che indagano sul presunto finanziamento di Gheddafi. L’avvocato di Sarkozy pretende il dissequestro delle agende. L’11 marzo la Corte di Cassazione rigetta il ricorso. L’ex Presidente non è riuscito a chiudere questo fronte giudiziario, e ora si ritrova con una nuova, pesante accusa a cui ha dovuto rispondere nel lungo interrogatorio di ieri.