Alberto Negri, Il Sole 24 Ore 1/7/2014, 1 luglio 2014
DIRE «CALIFFATO» NON È SOLO FOLCLORE
Le rivolte arabe dovevano portare la democrazia ma gli esiti, con la disgregazione di interi stati, sono sorprendenti. In Medio Oriente, con l’avanzata dei jihadisti dell’Isil in Iraq e in Siria, si stanno producendo congiunture politiche e storiche assai rilevanti. La proclamazione del califfato da parte dell’Isil nella persona del suo capo Abu Bakr Baghdadi può apparire folcloristica ma non è così. Il califfato, che ha origine dopo la morte di Maometto per rappresentare l’unità politica dei musulmani, fu trasferito nel 1500 al sultano di Istanbul, che agì come califfo di musulmani sunniti senza incontrare contestazioni fino all’abolizione da parte di Ataturk nel 1924. Tra l’altro in Turchia, erede dell’Impero ottomano, proprio oggi il premier Erdogan presenterà la sua candidatura alle presidenziali del 10 agosto, le prime con il voto popolare diretto. Il ritorno del califfo, per quanto possa essere effimero o utopico, non è senza conseguenze in un mondo musulmano profondamente diviso tra sciiti e sunniti e in monarchie e repubbliche sempre più in crisi di legittimità. E anche la vecchia Al Qaeda adesso ha trovato un nuovo e pericoloso concorrente.
Alberto Negri, Il Sole 24 Ore 1/7/2014