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 2014  luglio 01 Martedì calendario

TUTTE LE POLTRONE CHIAVE DI STRASBURGO


BRUXELLES.
È una partita meno appariscente del braccio di ferro sulla presidenza della Commissione europea, ma altrettanto importante, quella che si sta giocando in questi giorni a Strasburgo. I partiti stanno negoziando la composizione e la presidenza delle nuove commissioni parlamentari. Alcune delle commissioni che più interessano l’Italia - la quale domani inaugura il suo semestre di presidenza dell’Unione con un discorso del premier Matteo Renzi - dovrebbero andare al centro-sinistra.
Il Parlamento europeo eletto il 22-25 maggio si riunirà oggi per la sua prima sessione plenaria a Strasburgo. Eleggerà il suo presidente. Il favorito è il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, 58 anni. Popolari e socialisti hanno infatti trovato un accordo che prevede due mandati di due anni e mezzo ciascuno. A succedere a Schulz dovrebbe essere il neogollista francese Alain Lamassoure, 70 anni. Sempre questa settimana l’assemblea eleggerà anche 14 vicepresidenti e cinque questori.
Una volta eletto il presidente del Parlamento, il premier Renzi parlerà domani dinanzi all’assemblea per presentare le priorità della presidenza italiana. Roma, che prende il testimone dalla Grecia fino al 31 dicembre, guiderà l’Unione in un momento di transizione istituzionale. L’attuale Commissione europea è in uscita, verrà sostituita da un nuovo esecutivo comunitario, probabilmente presieduto dall’ex premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, in novembre.
Più in generale, particolarmente interessante è la spartizione delle commissioni parlamentari che a Strasburgo hanno un ruolo decisivo in un contesto in cui l’Italia, da presidente della Ue, ha fatto del rilancio dell’economia europea il suo principale cavallo di battaglia. Sono le commissioni infatti che partecipano con l’esecutivo comunitario e con il Consiglio europeo al processo di codecisione. Più che in un Parlamento nazionale la plenaria approva i testi legislativi a scatola chiusa, o quasi.
Secondo un primo resoconto ufficioso sulla scia delle difficili trattative degli scorsi giorni, su ventidue commissioni parlamentari otto andrebbero ai popolari, sette ai socialisti, due ai liberali, due al gruppo dei conservatori britannici, e una rispettivamente alla sinistra radicale, ai Verdi, al gruppo di Nigel Farage e del Movimento 5 stelle. La spartizione delle diverse commissioni parlamentari non è un aspetto banale, soprattutto per le priorità e gli interessi dell’Italia.
I socialisti dovrebbero presiedere alcune delle commissioni più importanti: affari economici, commercio internazionale, libertà e giustizia. La prima si occupa dei rapporti con la Banca centrale europea e del processo di integrazione della zona euro. La seconda dovrà concentrarsi nei prossimi anni sull’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, oltre che con le altre intese oggetto di trattative. La terza commissione è quella che discute il tema scottante dell’immigrazione.
Ai popolari dovrebbe andare la guida delle commissioni agricoltura, industria (mentre si parla di revival industriale), ambiente/energia (nei prossimi mesi impegnata a negoziare gli obiettivi climatici 2030). Due delle ventidue commissioni potrebbero essere presiedute da parlamentari italiani: quella degli affari economici e monetari e quella incaricata delle petizioni. Per la prima è candidato l’esponente del Partito democratico Roberto Gualtieri. Per la seconda, è possibile l’elezione di un deputato M5S.
La guida della commissione che si occuperà di mercato interno e consumatori potrebbe andare a un conservatore inglese. Questa settimana, i parlamentari devono decidere la composizione delle diverse commissioni. «Sapremo così l’importanza che i deputati danno ai diversi temi - spiega il funzionario del Parlamento -. Tendenzialmente non dovrebbero esserci cambiamenti sul colore politico delle varie presidenze. Potrebbero esserci però sorprese sul nome dei presidenti».
L’elezione dei presidenti delle commissioni è prevista la settimana prossima. Gli accordi di spartizione tra i gruppi parlamentari valgono per due anni e mezzo, in altre parole per la prima metà della legislatura. A breve dovrebbe anche essere eletto il nuovo capogruppo dei socialisti. Se Schulz viene eletto alla presidenza dell’assemblea, l’italiano Gianni Pittella, membro del Partito democratico, dovrebbe diventare il nuovo leader parlamentare del centro-sinistra.

Beda Romano, Il Sole 24 Ore 1/7/2014