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 2014  luglio 01 Martedì calendario

LA UE SALVA LE BANCHE BULGARE CON 1,7 MLD


L’Unione Europea ha dato il via libera a un prestito da 1,7 miliardi per fermare l’assalto agli sportelli di due delle principali banche della Bulgaria, vicenda che si sta trasformando in una crisi vera e propria. Il governo ha puntato il dito contro soggetti non ancora noti, definendoli «criminali» e accusandoli di aver diffuso false informazioni per provocare il panico intorno alle due banche. La Corporate Commercial Bank (Ccb) è stata costretta a chiudere gli sportelli il 20 giugno sulla base di dubbi sollevati sulla sua solvibilità e alla fine della scorsa settimana la First Investment Bank (Fib), terza banca del Paese, è stata oggetto di notizie diffuse attraverso telefoni cellulari, che hanno provocato scene di panico fuori dalle filiali di Sofia. Il 27 giugno, giorno dell’attacco alla Fib, il titolo in borsa della banca ha perso il 23% e solo in quel giorno i risparmiatori hanno ritirato 400 milioni di euro. Sulla questione è intervenuto anche il presidente bulgaro Rosen Plevneliev, che ha negato che le banche del Paese siano sull’orlo del collasso, mentre la polizia ha arrestato sei persone con l’accusa d’aver diffuso false notizie. «Non c’è una crisi nel settore bancario, c’è una crisi di fiducia e un attacco criminale», ha detto Plevneliev, il quale domenica scorsa ha escluso che il lev possa essere svalutato. La Commissione Ue dal canto suo ieri ha fatto sapere che non ci sono segni di instabilità nel sistema bancario bulgaro, il quale è «ben capitalizzato e ha alti livelli di liquidità, soprattutto se confrontato con altri Stati membri dell’Ue». Ma la Commissione ha comunque approvato i piani presentati dalla Bulgaria lo scorso fine settimana per 3,3 miliardi di lev (1,7 miliardi di euro) come «schema di sostegno alla liquidità». Già la Banca Centrale bulgara aveva annunciato un salvataggio di Ccb e di una sua sussidiaria recentemente comprata da Credit Agricole, iniettando capitale e imponendo le perdite agli azionisti. I risparmiatori bulgari hanno già avuto la drammatica esperienza di fallimenti di massa di banche, quando nel biennio 1996-1997 quattordici istituti di credito, molti con proprietà incrociate tra loro, sono crollati in meno di un anno. Nonostante questo, per il vicedirettore generale di Unicredit Paolo Fiorentino la banca italiana non deve temere ripercussioni dai recenti eventi.

Francesco Colamartino, MilanoFinanza 1/7/2014